|
|
|
Data di nascita: | 07/24/1806 |
Luogo di nascita: | CARRARA (Massa Carrara) |
Data del decesso: | 19/01/1900 |
Luogo di decesso: | LIVORNO |
Padre: | Francesco |
Madre: | ROSSI Maria |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | LORENZANI [...] |
Fratelli: | Giovanni Battista
Elia
Enrica Giuseppa, coniugata Felice ZACCAGNA |
Parenti: | CUCCHIARI A. Giovanni, [nipote]
CUCCHIARI Francesco, nipote
ROSSI Pellegrino, zio, fratello della madre |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Pisa |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Altre professioni: | Avvocato |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Colonnello (Governo provvisorio modenese), poi (Regno di Sardegna) 2 giugno 1848
Maggiore generale (Regno di Sardegna) 1° agosto 1855
Tenente generale (Regno di Sardegna) 24 giugno 1859-28 ottobre 1869 |
Cariche e titoli: | Membro dell'Ordine militare di Savoia (5 dicembre 1861) |
|
.:: Nomina a senatore ::.
|
|
Nomina: | 10/08/1865 |
Categoria: | 14 | Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Luigi Chiesi |
Convalida: | 21/11/1865 |
Giuramento: | 18/11/1865 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare |
|
|
|
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 6 febbraio 1849
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 12 giugno 1856
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 settembre 1857
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 marzo 1860
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 28 dicembre 1862
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia 16 gennaio 1860
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 22 aprile 1868
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 28 ottobre 1869
Cavaliere dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) 19 agosto 1838
Commendatore dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) 3 maggio 1853
Cavaliere dell'Ordine della Torre e della Spada (Portogallo) 25 luglio 1833
Cavaliere dell'Ordine di Ferdinando (Spagna) 29 giugno 1837
Grande ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) 12 gennaio 1860
Commendatore dell'Ordine di Cristo (Portogallo) 17 ottobre 1866 |
|
|
|
Periodo: | 1832-1835 campagne in Portogallo, 1836-1840 campagne in Catalogna, 1848-1849 prima guerra d'indipendenza
1859 seconda guerra d'indipendenza
1866 terza guerra d'indipendenza | |
Arma: | Esercito: fanteria |
Decorazioni: | Medaglia d'argento al valor militare, medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia), medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia | |
Conseguenze: | ferito |
|
.:: Camera dei deputati ::.
|
|
Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | Carrara | | 25-3-1860 | Destra | |
VIII | Massa-Carrara | | 27-1-1861* | Destra | Ballottaggio il 3 febbraio 1861 |
|
|
|
|
|
|
.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
|
|
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori senatori! Altri cinque colleghi, oltre il sesto ricordato ieri con particolare reverenza, dal 30 dicembre in poi, sono scesi nel sepolcro! Il commendatore De Filpo, il conte Finocchietti, il generale Cucchiari, il professore Ferrara ed Isacco Artom. [...]
In quella notte crudele in cui moriva Domenico Farini, si spegneva pure in Livorno di Toscana la vita di Domenico Cucchiari, il nestore del Senato italiano, il più vecchio soldato dell'esercito nazionale. Egli era nato in Carrata nel 1806 da Maria Rossi sorella dello sventurato ministro di Pio IX, e però era entrato nel 95° anno del viver suo, quando fu colto dalla morte.
Chi voglia raccontare a larghi tratti la vita e le opere di Domenico Cucchiari, patriota e soldato, dovrà risalire al 1831, quando egli, abbandonato l'esercizio dell'avvocatura, prese parte ai moti politici di Modena, e seguì il generale Zucchi ad Ancona. Soffocato nel sangue l'eroico tentativo, il nostro Cucchiari prese bravamente la via dell'esiglio, e di Francia passò in Portogallo, dove in qualità di sergente maggiore combatté nell'esercito di Don Pedro contro le file dei reazionari ed entrò di poi a far parte dell'esercito spagnuolo, col grado di capitano, indi di tenente colonnello, che tenne fino a quando con la vittoria dei cristini, ossia del partito liberale del quale si era costituito difensore, veniva sciolto il reggimento che egli comandava.
Così la gioventù italiana, che contava, infra molti altri, un Fanti, un Cialdini, due Durando, ed un Cucchiari, cacciata dal sacro suolo d'Italia per delitto di ribellione contro la tirannide domestica che spadroneggiava, si era ridotta a combattere in estranie contrade a difesa della indipendenza e della libertà di altri popoli, in attesa e nella speranza che presto sorgesse il giorno nel quale le fosse concesso di brandire le armi per il riscatto della patria dalla dominazione straniera.
Ed invero, non appena nel 1848 l'Italia mostrò di voler correre alle armi per la cacciata dello straniero, il Cucchiari si affrettò a tornare in patria, ed a Modena, col grado di colonnello fu chiamato a difendere la linea dell'Oglio a Bozzolo ed a San Martino; poscia sotto gli ordini del generale De Sonnaz diresse in persona i due attacchi contro Volta nelle memorande giornate del 26 e del 27 luglio 1848.
In premio dei servizi resi, Re Carlo Alberto lo nominò colonnello del 4° reggimento di fanteria e fu combattendo alla testa di questo reggimento che il Cucchiari diede splendide prove del suo valore nell'infausta giornata di Novara, talché gli venne conferita la medaglia d'argento al valore militare.
Posto quindi nel 1859 a capo della 5ª divisione dell'esercito piemontese, meritò di essere chiamato uno degli eroi della battaglia di San Martino, cosicché sul campo stesso dell'onore fu promosso a luogotenente generale, ed ottenne la croce di Grand'Ufficiale dell'Ordine di Savoia.
Posate le armi, il collegio di Carrara, orgoglioso del suo grande cittadino lo elesse, e poi lo rielesse a suo rappresentante nella Camera dei deputati, fino a che nel dì 8 ottobre 1865 fu elevato alla dignità di senatore.
Però in questo mezzo di tempo, fino al maggio 1866, il Cucchiari era rimasto in servizio attivo, come comandante di dipartimento militare, fino a che all'avvicinarsi della guerra che condusse alla liberazione della Venezia, fu chiamato al comando del secondo corpo d'Armata, che tenne pure con grande onore, sebbene col dolore nell'anima, che le circostanze non gli avessero consentito di prendere parte attiva alle operazioni di guerra. Giunto quindi il settembre 1866, fu posto a disposizione del Ministero della guerra, collocato a riposo ed iscritto nella riserva nel 1869, dispensato finalmente da ogni servizio nel 1888 quand'era più che ottantenne.
A me è piaciuto, o colleghi, e forse non sarà dispiaciuto ad alcuno di voi che io mi sia trattenuto alquanto a lumeggiare lo stato di servizio di questo tipo di soldato, perocché in queste carte risiede la prova più eloquente dei segnalati servizi resi alla patria dall'illustre capitano che piangiamo estinto, senzaché occorra verun bisogno di particolari illustrazioni. Appena mi permetto soggiungere, che fino a questi ultimi tempi il nostro Cucchiari non tralasciò mai, nei momenti più solenni della vita pubblica, di prender parte, a malgrado la tarda età, ai lavori del Senato, tanta era la vigoria del corpo e la lucidità della mente congiunta ad un alto sentimento del dovere, che lo facevano segno alla generale ammirazione.
Così ad onta della gravissima età lo abbiamo visto nella scorsa estate accorrere a Torino insieme ai suoi commilitoni, a fine di rendere omaggio alla venerata memoria del Gran Re, la cui immagine gli stava scolpita nel cuore.
Ora egli non è più, ma il nome di Domenico Cucchiari, patriota e soldato, non andrà perduto nella memoria degli uomini, ed occuperà uno dei posti più distinti fra coloro che maggiormente concorsero ad assicurare il successo delle armi italiane, combattenti per l'onore e per la sicurezza della patria. Supremo voto del morente fu questo, che l'Italia mantenga fede alla dinastia, che simboleggia i destini della patria risorta se intende conservare le sue libertà e mantenere la propria indipendenza.
Sia lecito a noi di aggiungere il voto e l'augurio, che l'Italia nuova possa produrre altri uomini, con la tempra di acciaio e con la virtù del soldato lasciata in retaggio dal generale Cucchiari alle generazioni che verranno, perché noi vecchi possiamo lasciare questa terra colla piena sicurezza che la patria saprà in ogni tempo ritrovare nel braccio poderoso de' suoi figli la forza ed il presidio più valido di ogni altro, che la sappia difendere e proteggere contro le ire e le insidie dei nemici del nome e della fortuna d'Italia. (Vivissime approvazioni). [...]
PELLOUX, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
PELLOUX, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Associandomi a nome del Governo alle belle commemorazioni fatte dal nostro Presidente per i senatori defunti, pur troppo numerosi, mi sia permesso di dedicare alcune parole di speciale rimpianto alla memoria di Domenico Cucchiari.
Il generale Domenico Cucchiari era, per quanti appartengono all'esercito, il veterano ideale!
Tutti noi, che a nostra volta siamo oramai dei veterani, apprendemmo sin dai nostri giovani anni, ad amare e venerare questo fra i pochi superstiti di un eroico manipolo di italiani, i quali, in tempi tristissimi per la patria, emigrarono e combatterono dovunque c'era da combattere per un nobile intento, cavalieri erranti dell'idea liberale, esempio agli stranieri del valore italiano. (Bene).
La memoria del generale Cucchiari rimarrà impressa a lettere d'oro nella storia del nostro risorgimento, poiché egli ebbe la virtù e la fortuna di legare il suo nome ad una delle più gloriose vittorie delle nostre armi.
La sua figura, bella, fiera e gagliarda, anche in tardissima età, ci è tuttora presente innanzi agli occhi! Egli vesti per l'ultima volta la gloriosa e vecchia uniforme, colla quale combatté le guerre dell'indipendenza, quando, in una recente occasione, volle insieme a tanti e tanti veterani delle patrie battaglie, sfilare innanzi al monumento elevato in Torino alla memoria del redentore d'Italia; e ricordo ancora gli applausi fragorosi della immensa folla, quando egli, commosso, salì i gradini del palco reale, per venire a salutare il figlio di Vittorio Emanuele e la figlia dei duca di Genova, la nostra Augusta Sovrana.
Alla memoria del generale Cucchiari mando, in nome dell'esercito, che ho in questo momento l'onore di rappresentare, un riverente e mesto saluto, colla espressione del nostro profondo rimpianto. (Vivissime generali approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 27 gennaio 1900.
|
|
|
Note: | Il nome completo risutlta essere: "Domenico Benedetto".
Naturalizzato cittadino del Regno di Sardegna con regio decreto del 9 luglio 1855.
Partecipò ai moti del 1831.
|
Attività |
|
|