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Senato della Repubblica
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CORRENTI Cesare

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:01/03/1815
Luogo di nascita:MILANO
Data del decesso:04/10/1888
Luogo di decesso:SOLCIO, frazione di LESA, (Novara)
Padre:Giuseppe
Madre:GERENZANI Teresa
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:NORSA Maria
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Pavia
Professione:Scrittore
Altre professioni:Giornalista, uomo politico
Cariche e titoli: Aggiunto presso la Delegazione di Bergamo (Regno Lombardo-Veneto) (1837)
Vicesegretario della Commissione liquidatrice del debito pubblico (Regno Lombardo-Veneto) (1840)
Collaboratore della rivista "Annali di statistica" (1840)
Promotore della rivista "Annuario statistico italiano" (1850)
Membro della Commissione per i lavori statistici (Regno di Sardegna) (1848)
Cofondatore del giornale "Il Diritto" (1854)
Membro della Commissione per preparare l'ordinamento che lasciasse autonomia alla Lombardia (1859)
Prefetto del Monte Lombardo-veneto di Milano (Istituto bancario governativo) (1859)
Consigliere di Stato (30 ottobre 1860)
Membro della Commissione governativa incaricata di studiare il valico del Gottardo [post 1861]
Primo segretario di SM il Re per l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1877)
In missione a Parigi per negoziare la revisione della Convenzione di Basilea (maggio 1876)
[Presidente della Commissione] d'inchiesta sulle Opere pie del Regno (1880-1887)
Membro della Giunta consultiva, poi centrale, di statistica, presso il Ministero dell'agricoltura, industria e commercio
Vicepresidente della Giunta centrale di statistica presso il Ministero dell'agricoltura, industria e commercio
Vicepresidente del Consiglio superiore di statistica
Presidente dell'Istituto Storico Italiano (27 gennaio 1885-3 giugno 1887)
Membro del Consiglio degli archivi (23 aprile 1874-14 giugno 1888)
Presidente del Consiglio degli archivi (1° luglio 1880-14 giugno 1888)
Socio corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (9 febbraio 1865)
Socio onorario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (2 dicembre 1866)
Socio della Società geografica italiana (1870)
Presidente della Società geografica italiana (1873-1879)
Presidente fondatore della Società geografica italiana (1873-1879)
Socio dell'Accademia nazionale di scienze, lettere ed arti di Modena (1869)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (6 aprile 1873)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:06/07/1886
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Francesco Ghiglieri
Convalida:14/06/1886
Giuramento:14/06/1886

    .:: Onorificenze ::.

Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 maggio 1872
Gran Cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 25 gennaio 1877
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia)
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 3 giugno 1875

    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
II
Stradella
22-1-1849
Sinistra
III
Stradella
15-7-1849
Sinistra
IV
Stradella
9-12-1849
Sinistra
V
Stradella
8-12-1853
Sinistra
VI
Stradella
15-11-1857*
Destra
Cessazione per nomina a direttore generale del debito pubblico in Lombardia
VIII
Abbiategrasso
27-1-1861**
Destra
Ballottaggio il 3 febbraio 1861
IX
Milano III
22-10-1865***
Destra
Ballottaggio il 29 ottobre 1865. Cessazione per nomina a ministro della pubblica istruzione
X
Milano III
10-3-1867****
Destra
Ballottaggio il 17 marzo 1867. Cessazione per nuova nomina a ministro della pubblica istruzione. Rieletto con ballottaggio il 9 gennaio 1870
XI
Milano III
20-11-1870
Destra
XII
Milano III
8-11-1874*****
Destra
Ballottaggio il 15 novembre 1874
XIII
Milano III
5-11-1876******
Sinistra
Ballottaggio il 12 novembre 1876. Eletto anche nei collegi di Cuneo, Macerata e Vigevano, optò per il collegio di Milano III il 21 dicembre 1876. Cessazione per nomina a primo segretario del Gran Magistero dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e rielezione con ballottaggio il 27 maggio 1877. Eletto anche nel collegio di San Nazzaro de' Burgondi, optò per il collegio di Milano III il 7 giugno 1877
XIV
Milano III
16-5-1880*******
Sinistra
Ballottaggio il 23 maggio 1880
XV
Milano I
29-10-1882
Sinistra
Cariche:Vicepresidente (8 marzo 1876-3 ottobre 1876)


    .:: Governo ::.

Altri Stati:Segretario generale del Governo provvisorio di Lombardia (8 aprile 1848), poi Consulta provvisoria (2 agosto 1848)
Commissario della difesa pubblica di Milano (27 luglio 1848)
Governo:Ministro della pubblica istruzione (17 febbraio-4 aprile 1867), (14 dicembre 1869-17 maggio 1872)

    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Domenico Farini, Presidente

      Signori senatori! È mio dovere, e pietoso ufficio ad un tempo, ricordare quei colleghi nostri che passarono di vita dalla scorsa estate ad oggi: i senatori Vegezzi, Morandini, Luciani, Correnti, Di Robilant, Di Castagnetto. [...]
      Una preziosa vita fu rapita alla patria il 4 di ottobre, il giorno in cui Cesare Correnti mancò ai vivi nella sua villa presso a Meina.
      Nato a Milano, addì 3 gennaio 1815, egli si segnalò subito per ingegno versatile e potente. Alla Università di Pavia, licenziato in giurisprudenza e lettere nel 1837, colla superiorità della mente, la facile parola, la molta operosità aveva acquistato grande autorità sui condiscepoli.
      Cospiratore audace, scrittore forbitissimo, per quanto il velame del titolo o della forma il nascondesse, per quanto ne apparisse umile o discosto l'argomento, una sola ne era la mira: la patria; la fede nell'avvenire di essa.
      E la penna or bonaria, or tagliente, spesso sublime, elegantissima sempre, infervorava i giovani, del vivere libero innamorati, nel santo intendimento.
      Altri illustrerà l'opera letteraria di lui e ne mostrerà l'influsso che ebbe nel diffondere, nel volgarizzare la coscienza italiana.
      Io ricorderò soltanto lui banditore audacissimo; col consiglio, colla persona organatore ed attore della gloriosa sollevazione che nel marzo 1848 cacciava di Milano la straniera signoria.
      Merito questo solo, quando pur ogni altro gli fosse venuto meno dipoi, da rendere il nome di Cesare Correnti dai posteri ricordato e benedetto.
      Segretario generale del Governo provvisorio, ne fu la penna animosa, l'oratore ispirato.
      Rotte le armi piemontesi, riparò a Torino.
      Quivi, durante il decennale esilio, scrittore e deputato al Parlamento, fu tutto inteso, con ardore non mai affievolito, ad eccitare alla terza riscossa, derisa dai timidi e dai neghittosi, e che, maturi i tempi, un gran ministro, un miracolo di Re guidavano alla vittoria.
      Di che il Correnti, quasi presago, "alla torbida subitezza della sensazione lasciando succedere le lunghe previsioni della ragione e dagli amici dissentendo per la prima volta piuttosto nelle conclusioni che nei principî", recava aiuto efficacissimo a quel trattato di alleanza colle potenze occidentali che doveva, al Piemonte, rialzato il prestigio delle armi sui campi della Tauride, offrire occasione di trattare animosamente nei congressi d'Europa i martirî, i diritti, la bandiera d'Italia.
      La guerra del 1859 apriva al Correnti le porte di Milano. Di lui il nuovo governo si valse nella nativa città, or chiamandolo nella Commissione per il riordinamento delle provincie lombarde, or prefetto del Monte, or plenipotenziario per il riparto del debito lombardo-veneto.
      Deputato al Parlamento per ben dodici legislature, i più ponderosi argomenti per ordinare l'antico ed il nuovo Stato furono da lui trattati con meravigliosa dottrina, sviscerando luminosamente ogni tema.
      Ministro due volte, nel 1867 e nel 1869, della pubblica istruzione, iniziò leggi schiettamente liberali e qualcuna ne vinse. Che se altri diede il nome alla importantissima sull'istruzione obbligatoria, fu suo merito l'averla, per primo, introdotta e difesa in Parlamento.
      Consigliere di Stato; primo segretario del Gran magistero dell'Ordine mauriziano, volse a questo ogni cura. E il nuovo ospedale eretto in Torino, monumento insigne di carità e di scienza, ricorderà, accanto a quello del Re ad ogni miseria soccorrevole, quello di Cesare Correnti.
      Nominato senatore il 7 giugno 1886, non prese parte alcuna alle nostre discussioni. Forse la sanità assai scossa glielo impedì; certo la diligenza con cui frequentava quest’Aula fece fino all'ultimo testimonianza del suo amore per la cosa pubblica.
      Natura d'artista, ingegno privilegiato, mente cultissima, Cesare Correnti poté discorrere e scrivere con pari maestria di finanza e d'arte, di letteratura e di opere pubbliche, di economia politica e di istruzione.
      Uomo a larghe vedute, lo si appuntò di troppa voltabilità; quasiché nel meraviglioso svolgersi degli avvenimenti italiani dell'ultimo mezzo secolo, corsi quasi sogno dalle più umili aspirazioni al felice costituirsi della nazione, alla stessa stregua, ben altri non dovessero con eguale severità essere giudicati.
      Ma, un giudizio da noi più lontano, a purgare la sua memoria dall'incresciosa accusa, non dimenticherà ciò che egli di se stesso ai suoi elettori milanesi apertamente dichiarava: "Fedele al pensiero, dovetti parere ed essere spesso infedele agli uomini; ma nessuno poté accusarmi di slealtà, di parola mancata, di promessa tradita".
      Ed ora che egli uscì dal mareggiare della vita, sia conceduto dargli lode di salda fede nella libertà, di grande amore della patria, cui devotamente servì col poderoso ingegno. Mi sia consentito onorarlo quale uno degli artefici della prima ora, che potentemente contribuì al trionfo dell'idea italiana, e le cui benemerenze verso la patria non saranno dal volgere del tempo o dei casi rimpicciolite (Benissimo. Approvazioni generali). [...]
      CANNIZZARO. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      CANNIZZARO. Come cultore di scienze fisiche, sento il debito di rendere oggi un omaggio alla memoria di Cesare Correnti, rammentando ciò che egli fece per dare impulso alla fondazione degli istituti di scienze sperimentali in Italia.
      Da ministro dalla pubblica istruzione comprese che, per mettere le nostre università a livello di quelle delle altre nazioni civili, conveniva dapprima preparare la pubblica opinione, la quale in allora non avvenne appoggiato la proposta di spese ingenti per le nuove costruzione scolastiche.
      Egli mandò tutti a studiare i vasti ed imponenti edifici di scienze sperimentali già sorti nelle altre nazioni e specialmente in Germania; ne pubblicò le descrizioni ed i disegni in un grosso volume, che distribuì ai membri del Parlamento ed alle persone che lo potevano coadiuvare in quest'apostolato.
      Quando io, unitamente ad altri, fui chiamato a Roma, egli ci accolse con queste parole: "È tempo di far la propagando più efficace, quella cioè dell'esempio, fondando nella università romana gli istituti delle scienze sperimentali quali lo stato attuale della civiltà richiede".
      Con me percorse tutta la capitale per cercare l'area dove far sorgere tutti questi nuovi edifici.
      Fu suo pensiero di non fondare soltanto un istituto chimico, ma successivamente tutti gli istituti delle scienze sperimentali, accanto l'uno all'altro.
      A tal fine non volle fermasi ad espropriare il convento di San Lorenzo in Panisperna che avrebbe bastato per l'istituto chimico, ma volle espropriare una vasta area, il così detto Orto di San Lorenzo, e preparò anche l'acquisto di altra superficie.
      Egli aveva innanzi agli occhi l'esempio di ciò che aveva fatto a Strasbourg la Germania la quale fondò ivi una cittadina universitaria.
      Per quanto di questo suo vasto disegno ne sia stata pur troppo finora eseguita una sola parte, bisogna tuttavia convenire che l'esempio è stato efficace, poiché tutte le università italiane d'allora in poi si sono affrettate ad ampliare almeno i loro locali.
      L'Università di Torino ha superato di già quelli di Roma; l'Università di Napoli e di Palermo hanno avviato le loro proposte allo scopo.
      Ora è bene rammentare che in questa grande riforma degli studi sperimentali che si sta compiendo in Italia, bisogna dare una parte di merito a Cesare Correnti, il quale da ministro vi diede il primo impulso.
      Io ho voluto rammentare in onore della di lui memoria questa cooperazione così attiva in cosa che ha una grande parte nella civiltà di un popolo.
      MASSARANI. Domando la parola. [...]
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole senatore Massarani.
      MASSARANI. Sebbene alla memoria di Cesare Correnti non si possano consacrare più splendide parole di quelle che ha pronunziate il nostro onorevolissimo Presidente, né più efficaci di quelle che testé udimmo dall'onorevole senatore Cannizzaro, mi pare doveroso che la voce di un concittadino, per quanto umile e inadeguata, si levi in questo recinto a rendere al compianto collega testimonianza d'onore.
      Di tutti gl'italiani, in effetto, hanno i concittadini dell'illustre uomo v'é maggior debito di ricordare come egli sia stato dei più strenui promotori ed operai di quel mirabile moto per l'indipendenza della patria, che dalla torre di sant'Ambrogio diede il segnale alla penisola, e dopo avere con magnanimo senso d'italianità ricusata la pace all'Adige, fu, undici anni di poi, coronato di così piena e vittoriosa riscossa. Anche sanno i concittadini di Cesare Correnti, e seppero fino da' suoi giovani anni, essere egli stato uno di coloro la mercé dei quali fu palese al mondo come l'Italia vivesse già prima nel pensiero che nell'azione, e dal pensiero traesse alimento alla incoercibile speranza ed alla fede eroicamente operosa.
      Certo nessuno dei provetti che abbiano avuto l'onore di essere al Correnti compagni di fede e di lavoro, nessuno pur di quelli che più tardi abbiano conosciuto nelle aule del Parlamento, nei Consigli della Corona, nell'opera collettiva delle commissioni, o nel silenzio dei privati suoi studî, cultore assiduo di ogni disciplina da cui la patria potesse aspettarsi incremento, prosperità, grandezza e decoro, nessuno, dico, potrà dimenticarlo.
      Così in ogni venturo tempo lo ricordino i giovani, e facciano in se medesimi rivivere i magnanimi entusiasmi della sua gioventù.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor ministro guardasigilli.
      ZANARDELLI, ministro di grazia e giustizia. A nome del Ministero sento il dovere di associarmi ai sentimenti espressi con tanta verità, con tanta nobiltà, con tanta esattezza dal nostro illustre Presidente e dagli onorevoli senatori che degnamente fecero eco alle sue parole.
      Non io saprei aggiungere novella fronda a quella splendida corona, di meritati elogi che il Senato ha dedicati alla memoria di questi uomini insigni. [...]
      E quando penso a Cesare Correnti, io, deputato per tanti anni con lui, non posso non ricordare che vi hanno relazioni dettate dallo estinto amico le quali staranno sempre fra le più belle pagine dei nostri annali parlamentari. Ed inoltre io devo pur rammentare con gratitudine incancellabile che il suo pensiero originale e fecondo, la sua parola di fuoco fu uno dei fattori più possenti nelle lotte sostenute per l'indipendenza dallo straniero.
      E poiché l'onorevole mio amico Massarani si è ricordato ben giustamente, a proposito del Correnti, di essere cittadino della sua città, io sentendomi alla mia volta cittadino della mia, non devo dimenticare che a lui si deve quella patriottica istoria che, ad onore dei caduti, ad incitamento dei vivi, egli scrisse sulle dieci giornate di Brescia, i cui incendii furono una vittoria, se è vera la parola profonda del poeta-soldato, che anche il martirio è una battaglia vinta. [...]
      Signori, noi tutti in questo recinto sentiamo profondamente con unanime rimpianto come questi uomini, gli egregi spiriti i quali in questi ultimi mesi furono rapiti al Senato, contribuirono a quei solenni ed immortali avvenimenti che dopo tanti secoli di divisioni e di servaggio diedero agli italiani una patria. (Bene, benissimo).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 novembre 1888.

Note:Cesare Correnti rimise a Vittorio Emanuele II l'atto che consacrava la fusione del Piemonte alla Lombardia, deliberato il 5 giugno 1859 dalla Congregazione municipale milanese cui era stato cooptato.
Partecipò alle cinque giornate di Milano (18-23 marzo 1848).
Secondo altre fonti risulta deceduto a Meina (Novara).

Archivi:Brignoli Marziano, Cesare Correnti, pp. 173-199 in I personaggi della storia del Risorgimento, Milano 1976 (Marzorati Editore Milano)

Attività 0645_Correnti_IndiciAP.pdf