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Senato della Repubblica
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CALIGARIS Francesco

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:10/17/1824
Luogo di nascita:FONTANETTO PO (Novara) - oggi (Vercelli)
Data del decesso:31/08/1895
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Giovanni
Madre:CASANOVA Caterina
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:Celibe
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via Principe Amedeo, 9
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Torino
Professione:Magistrato
Altre professioni:Funzionario amministrativo
Carriera giovanile / cariche minori:
Carriera:Sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione di Torino (13 settembre 1878)
Consigliere della Corte dei conti (17 aprile 1879)
Presidente di sezione della Corte dei conti

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/04/1890
Categoria:10 L'Avvocato generale presso il Magistrato di cassazione ed il Procuratore Generale dopo cinque anni di funzioni
Relatore:Piero Puccioni
Convalida:13/12/1890
Giuramento:10/12/1890
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare

    .:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 23 ottobre 1859
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 dicembre 1866
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 29 giugno 1873
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 18 gennaio 1894
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 9 maggio 1869
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 18 ottobre 1869
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 19 giugno 1870
Commendatore dell'Ordine di S. Marino 6 agosto 1874
Commendatore dell'Ordine della Corona di Quercia del Lussemburgo 18 giugno 1879
Cavaliere dell'Ordine di Leopoldo d'Austria 14 ottobre 1873


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari - Commemorazione
      Domenico Farini, Presidente

      Signori senatori! La mesta parola deve rammentare i colleghi che perdemmo durante la sospensione delle sedute.
      Il senatore Francesco Caligaris, non ancor varcati gli anni settantuno, cessava di vivere all'improvviso alle ore tre del 31 di agosto in Roma, dove era presidente di sezione della Corte dei conti, appartenendovi da meglio di diciassette anni.
      Dalla nativa Fontanetto, in quel di Vercelli, condottosi da giovane allo Studio di Torino vi si laureò nelle leggi ed entrò gli uffici giudiziari, lasciati poco dopo per quelli dell'Amministrazione centrale. Nei quali stette per ben ventiquattro anni, poggiando al grado di direttore capo di divisione superiore nel Ministero del culto, con titolo di procuratore generale di Cassazione. Cinque ministri lo tennero in conto singolare, tanto da delegargli le funzioni di segretario generale: ebbe da tutti incarichi di peculiare fiducia; bastino quello di collaboratore del Tonello, mandato nel 1866 a trattare colla curia romana, e gli altri, or presso il commissario delle Marche per prepararne l'ordinamento giudiziario, or a lato del consigliere di Luogotenenza per regolare l'unificazione giudiziaria di Roma. Fu quello del nostro un rapido e brillante progredire a pari passo nei gradi e nella stima dei capi; dal molto zelo, dalla somma integrità di lui suscitata ed accresciuta. Soda cultura, erudizione storica modestamente celate; pratica d'ogni ramo della legislazione, quantunque i soli affari ecclesiastici avesse a lungo trattato; dottrina giuridica indirizzata ed avvalorata da naturale criterio, conferivano al laborioso ed esperto, qualità e merito di ottimo.
      A stringere tutto, fu il Caligaris dei funzionari che sono il nerbo e l'onore delle pubbliche amministrazioni; dei cittadini che in qualsiasi condizione di vita non ismentirono mai la nativa bontà dell'animo gentile e sensibile. Il quale per la subitanea morte della moglie, avvenuta un mese innanzi, come se colla benamata compagna si fosse da lui dipartita, la ragione del vivere non resse allo schianto.
      E noi, che lo avevamo per collega dal 4 dicembre 1890, lamentammo e lamentiamo la scomparsa dell'uomo egregio. (Bene). [...]
      PRESIDENTE. Ha la facoltà di parlare il signor senatore Finali.
      FINALI. Io non posso aggiungere parola al nobile e meritato encomio di Francesco Caligaris, che ci ha fatto l’onorevolissimo nostro Presidente.
      Quell’elogio è stato più che mai opportuno, perché fra le qualità che distinguevano il nostro compianto collega era una singolare modestia, che faceva anche ai suoi intimi ignorare alcuni degli importanti servigi, anche politici, che ha ricordati l’onorevolissimo Presidente, nei quali aveva portato una grande operosità e un immenso amore per la patria.
      L’elogio del senatore Caligaris recitato da così alto seggio farà apprezzare e compiangere la perdita che il Senato ed il paese hanno fatto, anche da molti che non lo conoscevano. Quell’elogio sarà di grande conforto ai suoi colleghi del supremo consesso, al quale per diciassette anni ha appartenuto, dove tutti lo amavano come un amico, e tutti ne apprezzavano così la rettitudine, come tutte le gentili e vere virtù dell’animo (Benissimo).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 novembre 1895.


Attività 0391_Caligaris_IndiciAP.pdf