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Senato della Repubblica
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CODRONCHI ARGELI Giovanni

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:05/14/1841
Luogo di nascita:IMOLA (Bologna)
Data del decesso:09/05/1907
Luogo di decesso:ROMA
Padre:ALESSANDRETTI Carlo
Madre:CODRONCHI Caterina
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte e nobile d'Imola, titolo concesso con regio decreto dell'8 gennaio 1888
Coniuge:PIZZOLI Giulia
Figli: Eugenia, poetessa (pseudonimo: "Sfinge")
Elisabetta coniugata VILLANIS
Margherita
Eleonora coniugata DELL'ABBADESSA
Parenti:ALESSANDRETTI Antonio, nipote
CODRONCHI ARGELI Giovanni, prozio materno
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via Pompeo Magno, 9
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Bologna
Professione:Possidente
Cariche politico - amministrative:Sindaco di Castel San Pietro (18 febbraio 1866-1° dicembre 1867)
Sindaco di Imola (1° dicembre 1867-29 ottobre 1875)
Presidente del Consiglio provinciale di Bologna (31 ottobre 1870-30 ottobre 1875)
Presidente della Deputazione provinciale di Bologna (31 ottobre 1870-30 ottobre 1875)
Vicepresidente del Consiglio provinciale di Bologna
Cariche amministrative:Consigliere comunale di Castel San Pietro (1865)
Consigliere comunale di Imola (luglio 1864-1886)
Consigliere provinciale di Bologna (2 settembre 1867-3 aprile 1889)
Membro della Deputazione provinciale [di Bologna] (1867)
Cariche e titoli: Capitano nella Guardia nazionale (1859)
Segretario generale del Ministero dell'interno (1° novembre 1875-31 marzo 1876)
Prefetto di Napoli (27 dicembre 1888-giugno 1890)
Prefetto di Milano (29 luglio 1890-4 febbraio 1893)
Presidente del Comitato esecutivo dell'esposizione di agricoltura, industria, belle arti e musica di Bologna (1888)
Membro della Commissione d'inchiesta sulle opere pie del Regno
Membro del Consiglio per gli archivi (1898-1907)
Socio onorario della Società operaia di Imola
Socio della Società geografica italiana (1869)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/15/1889
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Tommaso Celesia
Convalida:23/12/1889
Giuramento:17/02/1890

    .:: Onorificenze ::.

Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 21 luglio 1872
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia [tra il marzo e l'ottobre 1876]
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 gennaio 1890

    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
XI
Imola
20-11-1870*
Centro-destra
Annullamento dell'elezione il 19 dicembre 1870 e rielezione il 22 gennaio 1871. Annullamento dell'elezione il 15 marzo 1871 e rielezione il 23 aprile 1871. Ulteriore annullamento il 15 maggio 1871 e rielezione il 28 maggio 1871
XII
Imola
8-11-1874**
Centro-destra
Cessazione per nomina a segretario generale del Ministero dell'interno e rielezione il 7 novembre 1875
XIII
Imola
5-11-1876
Centro-destra
XIV
Imola
16-5-1880
Centro-destra
XV
Bologna II (Imola)
29-10-1882
Centro-destra
XVI
Imola
23-5-1886***
Centro-destra
Cessazione per nomina a prefetto
Cariche:Questore (26 novembre 1874-20 ottobre 1875)


    .:: Senato del Regno ::.

Cariche:Vicepresidente (27 novembre 1904-9 maggio 1907)
Commissioni:Membro della Commissione di finanze (18 marzo 1896-2 marzo 1897) (26 novembre 1900-9 maggio 1907)
Membro della Commissione per l'esame dei decreti registrati con riserva dalla Corte dei conti (27 marzo 1900-27 novembre 1901. Dimissionario)
Presidente della Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di giustizia (9 dicembre 1904-9 maggio 1907)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Assegnazione di una rendita vitalizia a Giosuè Carducci" (19 dicembre 1904)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Proposta di un nuovo articolo 103 del Regolamento del Senato in sostituzione dell'articolo in vigore" (13 aprile 1905)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Istituzione di un Consorzio ed altri provvedimenti per l'industria solfifera in Sicilia" (7 luglio 1906)
Membro della Commissione d'inchiesta per la marina militare (14 maggio 1904)

    .:: Governo ::.

Governo:Ministro senza portafoglio, commissario civile per la Sicilia (5 aprile-11 luglio 1896), (14 luglio 1896-18 settembre 1897)
Ministro della pubblica istruzione (18 settembre-10 dicembre 1897)

    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Tancredi Canonico, Presidente

      Signori senatori! Ogni ripresa dei nostri lavori è quasi sempre contrassegnata da una nota di mestizia.
      Il 9 corrente è spirato in Roma il senatore Giovanni Codronchi-Argeli, nato in Imola il 14 maggio 1841.
      Nel 1859 cominciò giovanissimo la sua vita politica, nella quale fu sempre attivo, ardito e strenuo combattente.
      Laureato in leggi, a 26 anni era già Sindaco della sua città nativa. Tre volte si dovette annullare la sua elezione a deputato, perché non ancora trentenne. Convalidata finalmente la quarta elezione, sedette nella Camera per ben cinque legislature, finché passò al Senato il 15 dicembre 1889.
      Sin dai primordii della sua vita di deputato, il Codronchi si distinse pel colto ingegno, per la nitidezza del pensiero, per l'eloquio facile e vibrato. Quindi fu eletto a far parte di numerose commissioni, a riferire su molti disegni di legge, e nominato questore. Segretario generale per l'interno nel Ministero Minghetti-Cantelli, fu nel 1888 prefetto a Napoli, poi a Milano; e spiegò in quegli importanti uffici l'attività, la prudenza, il senso pratico che lo distinguevano.
      Ministro senza portafoglio e commissario civile in Sicilia dall'aprile 1896 al luglio 1897, la non facile sua opera colà fu variamente giudicata. Ma non gli si può negare il merito di avere efficacemente contribuito a ristabilire la sicurezza pubblica, a sciogliere le consorterie locali, a dare assetto più regolare ai bilanci comunali e provinciali, ad avviare verso una soluzione la questione agricola e zolfifera. Tant'è che da vari membri del Parlamento gli fu offerta una medaglia d'oro ed un album ricoperto di molte firme in segno di gratitudine per quanto fece in pro' dell'isola.
      Di là passò a dirigere il Ministero di pubblica istruzione; dove stette poco tempo, stanti le vicende parlamentari, non senza però lasciarvi l'impronta della sua instancabile operosità.
      Dopo la morte del Minghetti, presiedette egli a Bologna l'Associazione costituzionale delle Romagne, e per parecchie sessioni il Consiglio provinciale.
      Nel Senato l'attività sua non fu minore che nella Camera. Sempre sulla breccia in tute le questioni importanti, la sua parola era lucida, netta, incisiva: e, col raro suo tatto, più d'una volta riuscì ad evitare incidenti spiacevoli.
      Anche nella Camera vitalizia egli fece parte di varie commissioni, fra cui di quella permanente di finanze; ed era da parecchio tempo Vicepresidente del Senato.
      Si sentiva in lui la stoffa d'uomo di Stato; e ne' suoi discorsi, chiari e concisi, egli andava sempre, senza fronzoli, al nodo della questione.
      Cuore romagnolo, modi signorilmente gentili, vivace, sincerità ed energia di carattere, lo rendevano caro a tutti. Se giustamente la sua famiglia lo piange, non meno ne deplorano la perdita il Senato e il paese. (Approvazioni). [...]
      FINALI. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
      FINALI. [...]
      L'altro egregio collega che abbiamo perduto è Giovanni Codronchi, il quale godeva moltissima stima, ma fra le molte amicizie, aveva anche delle antipatie. Certo è, che fu uomo che non poteva passare in mezzo alla indifferenza.
      Io imparai a conoscerlo molti anni fa, nel 1866, ad Imola, dove egli era già divenuto amico al mio minor fratello Amilcare, insieme al quale pochi giorni addietro avevano affrontato ed arrestato un omicida, il quale brandiva ancora il pugnale insanguinato. Da quel tempo io strinsi con lui un'amicizia, che per volger di anni e alternarsi di eventi non è stata mai alterata.
      Si può dire che egli fosse nato uomo politico, poiché fino dalla prima giovinezza diede il forte ingegno e l'opera alla vita politica, alla quale lo avevano mirabilmente preparato prima gli studi e poi i viaggi e la consuetudine conorevole uomini insigni, primo dei quali Marco Minghetti, il quale lo amò di grandissimo amore e lo fece anche suo collaboratore nel governo dello Stato. Giovanissimo, fu sindaco di Imola; e nell'esercitate l'ufficio di sindaco pareva che mirasse a rinnovare la dignità del gonfaloniere medioevale; era un sindaco sui generis, di cui non erano sempre contenti tutti i prefetti, ma che mirava sempre al bene pubblico, ed era studioso di ogni progresso materiale e morale che si potesse compiere nella sua città.
      Come ha benissimo ricordato l’onorevole nostro Presidente, egli presiedette, succedendo a Minghetti, il Consiglio provinciale di Bologna, e presiedette anche il partito costituzionale e liberale di quella provincia. I suoi concittadini credettero di non aver alcuno più degno di lui a rappresentarli in Parlamento fin da quando egli non aveva compiuto l’età legale; e quindi lo nominarono una prima volta innanzi che avesse compiate i 30 anni, e lo rinominarono altre volte, fin che egli poté compiere l'età prescritta, e così entrare alla Camera, dove stette fra i primi per sei legislature, e poi venne chiamato ai Senato.
      Da senatore compì in mezzo a noi quell'opera così nobilmente ricordata dall'onorevolissimo nostro Presidente. Fu prefetto di Milano e di Napoli; compì lodevolmente e con dignità quegli incarichi, e la memorabile missione straordinaria in Sicilia; la quale è stata segno sì, a censure, ma in cui il bene fatto prevale di gran lunga a tutto ciò che egli possa avere men felicemente in tanta difficoltà di cose compiute; né altri avrebbe potuto far meglio.
      Del suo breve passaggio al Ministero della pubblica istruzione voglio ricordare solamente un fatto, ed è: come Terenzio Mamiani aveva usato l’art. 69 della legge Casati in favore di Giosué Carducci, così il senatore Codronchi lo adoperò in favore di Giovanni Pascoli, l'uno e l'altro a vantaggio della cultura nazionale; ed io, come non dubito di paragonare in ciò i due ministri, così non dubito di paragonare i due professori, che furono fatti segno della particolare e veggente, ma non invocata attenzione ministeriale.
      Parlare a voi de' suoi meriti, delle sue qualità oratorie sarebbe inutile; credo che nell'orecchio o nell'animo di tutti noi sia l’eco della sue eloquenza così vibrata, così energica, così inspirata sempre ad un sentimento ed ad una profonda persuasione.
      Egli era fermissimo ne' suoi principii; aveva tutte le qualità che dimostrano un forte carattere; ma nella sua fermezza aveva l'animo aperto ai ragionevoli progressi. Qualcuno lo accusò di soverchia tenacia; ma è un'accusa che facilmente dagli uomini indecisi e volubili si rivolge agli uomini che hanno un forte e fermo carattere.
      Io credo che il carattere non meno dell'ingegno elevato servano al buon governo dei popoli: certamente il carattere è la migliore educazione che un popolo possa ricevere.
      E quindi mi associo interamente alle parole dell'onorevole Presidente a cui ho fatto seguito in un modo più sconnesso del solito, per la commozione che sento profondamente nell'animo e che mi perturba.
      Io prego poi l'onorevole Presidente di voler rivolgere a nome del Senato, per certo assenziente, alle desolate figliuole di Giovanni Codronchi-Argeli e di Michele Carta-Mameli una parola di mesto rimpianto. (Vive approvazioni).
      PASOLINI. Domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      PASOLINI. Il nostro venerando Presidente, ed un illustre romagnolo, il senatore Finali, hanno degnamente commemorato le qualità insigni, i meriti e le benemerenze del compianto conte Giovanni Codronchi. Io mi limiterò a ricordare l'affetto che egli portò sempre, finché visse, alla sua nativa città d'Imola, di cui, ancor molto giovane, come ben ricordava il senatore Finali, fu per ben nove anni sindaco provvido, coraggioso e solerte.
      Sentiva ancora molto vivamente, e lo diceva a me più volte, i doveri verso la sua regione di cui propugnò sempre, e sotto ogni forma, l'incremento economico.E qui debbo ricordare come durante il suo breve passaggio al Ministero dell'istruzione pubblica, egli, penetrato dell'importanza ognora crescente che le memorie storiche di Ravenna vanno acquistando nel pensiero dei mondo moderno, volle assicurare sempre più la conservazione dei suoi monumenti, affidandone la tutela ad una Sovraintendenza autonoma, la quale da vicino potesse esercitare su di essi una cura minuta non mai interrotta. In pari tempo egli presentì l'azione potente e benefica che, per necessità della sua posizione geografica, l'antica Ravenna è destinata ad esercitare sul commercio e sulla vita economica della nuova, della futura Italia; e proprio in questi giorni, propugnava, e con ogni maggiore efficacia, l'ampliamento del suo porto.
      Come romagnolo, come cittadino di Ravenna, io sentivo il dovere di ricordare queste insigni benemerenze di Giovanni Codronchi verso la mia terra natale. (Bene).
      GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
      GIOLITTI, presidente dei Consiglio, ministro dell'interno. Il Governo prende viva parte, al dolore del Senato per la perdita di due illustri suoi membri. Il conte Codronchi, come han detto gli oratori precedenti, aveva tutte le qualità di uomo di Stato, e sopratutto quella più pregevole, dei carattere e del coraggio delle proprie opinioni e delle proprie azioni. E queste sue eminenti qualità lo additavano come uno degli uomini che avrebbe potato rendere al paese ancora eminenti servizi. [...]
      SACCHETTI. Chiedo di parlare.
      PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
      SACCHETTI. La parola, autorevole del nostro Presidente, quella del presidente del Consiglio e poi i colleghi Finali e Pasolini hanno espresso tutto il rimpianto del Senato per la perdita dei nostri colleghi amati e stimati, il Codronchi e il Carta-Mameli, rapiti anzi tempo agli alti uffici nei quali eccellevano, e all'affetto della patria.
      Dopo ciò che fu detto, io mi asterrò dal toccare della vita e dell'opera del compianto collega Codronchi, il quale fin dalla sua primissima gioventù prestò notevoli servigi al paese, spiegando sempre fino allo spegnersi della sua vita, tutta la sua esuberante attività ed energia.
      Mi sia solo permesso di associarmi, anche a nome del collega e concittadino di lui, senatore Mazzolani, al rimpianto espresso verso la memoria del collega Codronchi. Io credo in questo modo di rendermi interprete del sentimento dei miei concittadini bolognesi, i quali hanno partecipato in questi ultimi giorni alle manifestazioni solenni di affetto e di onore rese al compianto senatore Codronchi dalla sua città natia, che in questa luttuosa circostanza ha dimostrato come fosse universale e sentito il compianto verso l'illustre uomo perduto. (Bene).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 maggio 1907.

Note:CODRONCHI ARGELI Giovanni, prozio materno trasmise al nipote Giovanni il patrimonio e il cognome (5 marzo 1860).
Archivi:Presso la Biblioteca comunale di Imola è conservato l'archivio di Giovanni Codronchi Argeli
          Per gentile concessione della Biblioteca comunale di Imola
          Ritratto di Giovanni Codronchi Argeli jr, Bim, Fondo iconografico, Fotografie di Imola scomparsa e che scompare e fatti e cose e uomini pure scomparsi, n. 103
          Bim, Fondo iconografico, Imola nostra. Raccolta fotografica di cittadini imolesi, n. 9
          Ritratto di Giovanni Codronchi Argeli jr, Bim, Fondo iconografico, Imola nostra. Raccolta fotografica di cittadini imolesi, n. 162

A. Malatesta "Enciclopedia biografica e bibliografica italiana" - serie XLIII Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, E.B.B.I, Milano

Attività 0592_Codronchi_Argeli_IndiciAP.pdf