|
CORSI Tommaso | | |
|
|
Data di nascita: | 03/07/1814 |
Luogo di nascita: | LIVORNO |
Data del decesso: | 03/03/1891 |
Luogo di decesso: | FIRENZE |
Padre: | Matteo |
Madre: | ROMAGNOLI Maria |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Pisa |
Professione: | Avvocato |
Cariche politico - amministrative: | Deputato all'Assemblea costituente (Toscana) (1849)
Membro dell'Assemblea dei rappresentanti (Toscana) [7 novembre 1859-fino al 1860]
Vicepresidente del Consiglio provinciale di Firenze (1872-1873) (1878-1887) (1889-1890)
Presidente del Consiglio provinciale di Firenze (1888-1889) |
Cariche amministrative: | Consigliere provinciale di Firenze (1863)
Consigliere comunale di Firenze |
Cariche e titoli: | Collaboratore de "L'Inflessibile" (1848)
Membro del Comitato di redazione della "Biblioteca civile dell'Italiano" (4 dicembre 1857)
Prefetto di Firenze (post 27 aprile-sino a fine maggio 1859)
Membro della Società nazionale italiana - Comitato di Firenze (febbraio 1860)
Membro del Consiglio d' amministrazione della Società italiana per le strade ferrate meridionali
Membro e vicepresidente della Società "Adamo Smith" di Firenze (settembre 1874)
Presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Firenze
Consigliere dell'Istituto di scienze sociali "Cesare Alfieri" di Firenze (1903)
Socio ordinario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (1° settembre 1861) |
|
.:: Nomina a senatore ::.
|
|
Nomina: | 11/06/1873 |
Categoria: | 03
05 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
I Ministri segretari di Stato |
Relatore: | Tommaso Spinola |
Convalida: | 19/11/1873 |
Giuramento: | 15/12/1873 |
|
|
|
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia |
|
|
.:: Camera dei deputati ::.
|
|
Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | San Casciano in Val di Pesa | | 25-3-1860* | Centro-destra | Cessazione per nomina a ministro senza portafoglio. Rieletto il 6 maggio 1860 |
VIII | San Casciano in Val di Pesa | | 27-1-1861** | Centro-destra | Dimissioni il 22 luglio 1864. Rieletto con ballottaggio il 21 agosto 1864 |
IX | San Casciano in Val di Pesa | | 22-10-1865*** | Centro-destra | Ballottaggio il 29 ottobre 1865 |
X | San Casciano in Val di Pesa | | 10-3-1867**** | Centro-destra | Ballottaggio il 17 marzo 1867 |
|
|
|
|
|
Governo: | Ministro senza portafoglio (21 gennaio-5 luglio 1860),
Ministro dell'agricoltura, industria, commercio (12 luglio 1860-22 marzo 1861) |
|
|
|
.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
|
|
Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente
Signori senatori! Nel giro di tredici giorni abbiamo avuto da deplorare cinque morti!
[...]
Un'altra nobile esistenza, a cui fu gloria partecipare alla preparazione delle sorti italiane, quella del senatore Tommaso Corsi, si è spenta.
Laureato nell'ateneo Pisano, apprese la pratica forense alla scuola di Vincenzo Salvagnoli, che il fôro toscano onorò col brioso ingegno, con magniloquenza pari alla dottrina. In quella convivenza, in quell'ambiente temperò l'animo a liberi principî e visse tutte le vicende attraverso le quali il mite Governo fu spinto a costituzionale larghezza.
Già si era fatta una bella via, ed aveva clientela e fiorita riputazione, quando la difesa del Guerrazzi, amicissimo suo, gliela accrebbe, sopratutto per l'animo franco ed il coraggio imperterrito con che, in mezzo all'occupazione straniera ed alle minaccie dei tempi tristissimi "non vide che due fari nel suo viaggio: la giustizia e l'accusato; ogni pensiero secondario, ogni timore nell'adempimento dell'ufficio reputando dispregievole viltà".
Non una transazione, non una debolezza gli si poté rimproverare negli anni infausti in cui la causa della libertà pareva per sempre perduta.
Fortemente pensando, alla luce del giorno arditamente operando, per tenere viva e rinfrancare l'opinione pubblica, con una eletta di cittadini, sul cadere del 1858 fu editore di quella "biblioteca civile dell'italiano" che mostrò quanto le menti erano deste ed apparecchiate a nuovi fatti. Segno e promessa di tregua fra le antiche parti, dimentiche dei dissidi e dei vecchi errori, memori solo dei meriti di ciascuna, del fine a tutte comune: concordia auspice delle prossime fortune! (Bene).
Usciti di Toscana i Lorenesi, fu il Corsi della consulta eletta dal Governo provvisorio, e prefetto di Firenze e membro dell'Assemblea fiorentina. Senza trepidazione, senza incertezze, seguì la politica che, nel volger di un anno, mutava la faccia delle cose italiane.
Chiamato a rappresentare la Toscana nel primo Ministero che, presidente il conte di Cavour, fu costituito dopo l'annessione, Tommaso Corsi non ebbe prima portafoglio, poi quello dell'agricoltura. Lasciò quel posto, il 22 marzo 1861. Vi era entrato titubando: "non distinguendo" come scherzosamente scriveva "un erpice da un coltro" pregando "le menti sane non si sgomentassero della sua nullità, né le ambizioni della speranza di surrogarlo"; ne uscì volenteroso tornando alla toga che mai più volle deporre.
Invero, Tommaso Corsi, malgrado stesse per quattro legislature alla Camera de' deputati, malgrado fosse senatore dal 6 novembre 1873; quantunque possedesse facondia non comune, non ordinaria dottrina, animo fermo, fine criterio, giudizio sicuro, a dir breve, ogni qualità che avrebbe potuto scorgerlo ai più alti uffici della vita pubblica, se ne ritrasse sempre. Un fare tra il contegnoso ed il melanconico, un sentire fra il modesto, il ritroso ed il severo lo induceva a vivere appartato cansando, col mettersi innanzi, di profferirsi.
Il che non tolse che in questo e nell'altro ramo del Parlamento la sua voce si udisse e fosse con deferenza ascoltata ogni qualvolta la mise in qualche argomento; preferendo quelli nei quali poteva recare, non rumore vano di parole, ma qualche utile esperienza o studio. E quanta fosse la cultura e sapienza sua, a tacere altro, basti la relazione dettata nell'anno 1880 per approvare il Codice di commercio; dacché agli argomenti commerciali egli appunto specialmente intendeva.
Il senatore Tommaso Corsi era nato a Livorno il 7 marzo 1814, morì a Firenze il 3 marzo 1891. A Firenze visse lungamente, molti uffici amministrativi coprì; lungamente al municipio e al Consiglio provinciale, di cui fu vicepresidente, appartenne. Non che a Firenze, nella Toscana il nome suo, onore del foro, si riveriva; oltre all'ambito della natia regione, in tutta Italia la sua riputazione di cittadino prestante e intemerato si distendeva. Folla di amici, di estimatori, di popolo ne seguì il feretro. Un bel cuore ha cessato di battere, una bella mente si è estinta.
Mesti salutiamo quel nome, quella mente, quel cuore; quel nome facciamo segno, ancora una volta, della nostra ammirazione! (Approvazioni generali).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 marzo 1891.
|
|
|
Note: | Secondo altra fonte risulta nato il 6 marzo 1814.
|
Attività |
|
|