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Data di nascita: | 02/14/1850 |
Luogo di nascita: | CROCE MOSSO (Novara) - oggi VALLE MOSSO (Biella) |
Data del decesso: | 20/08/1909 |
Luogo di decesso: | CROCE MOSSO (Novara) - oggi VALLE MOSSO (Biella) |
Padre: | Agostino |
Madre: | CERRUTI Angela Maria |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | CARBONI Adele |
Parenti: | CERRUTI Pietro, avo paterno
CERRUTI Giovanni Battista, avo materno |
Titoli di studio: | Laurea in ingegneria civile |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Docente universitario |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Professore ordinario di Meccanica razionale all'Università di Roma (1° maggio 1881)
Rettore dell'Università di Roma (5 ottobre 1888-ottobre 1892) (7 ottobre 1900-ottobre 1903)
Preside della Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali all’Università di Roma (4 luglio 1897-23 giugno 1898) |
Cariche e titoli: | Commissario straordinario per il riordinamento della Biblioteca Alessandrina di Roma (1883-1884)
Fondatore e direttore della Biblioteca della Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Roma ([1873]-1903)
Direttore della Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Roma (1° luglio 1903)
Incaricato delle mansioni di segretario generale del Ministero dell'istruzione pubblica (novembre 1886-14 aprile 1887)
Commissario nella Scuola superiore di Medicina veterinaria di Napoli (22 febbraio 1900)
Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione e della Giunta (1° luglio 1899-30 giugno 1903) (1° luglio 1904-30 giugno 1908)
Socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei di Roma (7 luglio 1883)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (13 febbraio 1890)
Membro della Società italiana delle scienze, detta dei XL (1889)
Presidente della Società degli ingegneri e architetti italiani (1901)
Membro corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (3 maggio 1906)
Socio dell'Accademia nazionale di scienze, lettere ed arti di Modena (1906) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/21/1901 |
Categoria: | 18 | I membri della Regia accademia delle scienze
dopo sette anni di nomina |
Relatore: | Luigi Cremona |
Convalida: | 03/12/1901 |
Giuramento: | 04/12/1901 |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 5 giugno 1881
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 16 luglio 1887
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 1° maggio 1892
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 gennaio 1884
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 11 giugno 1891
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 12 gennaio 1902
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 1881 |
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Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Disposizioni sugli esami nelle scuole medie" (19 giugno 1906)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Modificazioni alla legge 14 luglio 1898, per il trattamento di riposo dei medici condotti e degli altri sanitari" (30 marzo 1909) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, presidente
Non so quale virtù sia più commendevole o la cultura della mente sotto le dorate volte e fra gli agi e le seduzioni della ricchezza; o l’acquisto della celebrità negli studi da umili natali. Quest’ebbe, e da questi salì in fama Valentino Cerruti altro nostro compianto collega. In Croce Mosso, terra della forte ed operosa vallata biellese, nacque il dì 1° febbraio 1850: a Croce Mosso portò negli ultimi suoi giorni l’atroce morbo, che lo rodeva; e vi morì il 20 agosto. Del suo genitore narrasi una specie di eroismo. Il robusto operaio meccanico, che al lontano opificio moveva all’alba i passi dal povero tetto, e non vi tornava che a sera; presago del frutto onorato, che avrebbe raccolto dagli stenti e dalle privazioni, volle i figli avviare agli studi classici, e con la sua parsimonia ve li mantenne. Fortemente i figli corrisposero; e Valentino si fece strada alle scuole superiori, vincendo un concorso di latino, poi una borsa di studi della provincia. Il singolare ingegno e la forza straordinaria della volontà di apprendere, onde primeggiò nelle scuole di Biella, gli meritarono la protezione di Quintino Sella, che gli fu scorta all’Università per le matematiche ed alla laurea d’ ingegnere, che prese in Torino nel 1873, a 23 anni, con la dissertazione di meccanica, ancor oggi in grido, sui sistemi elastici articolati. Corse da Torino a Roma per apprendere dal Beltrami e dal Cremona le maggiori altezze della scienza; e, conosciuto il valore del giovane, se lo chiamò il Cremona alla Scuola d’applicazione per gli ingegneri, assistente alla cattedra d’idraulica; gli affidò poi anche l’assistentato a quella di topografia; ed in seguito l’insegnamento della fisica teconologica. I quali esercizii della cattedra, messolo in onore, gli aprirono la porta della romana Università, ove nel 1876 gli fu data la supplenza alla cattedra di meccanica razionale; divenne nel 1877 professore straordinario; ordinario nel 1881 a 31 anni; e quell’insegnamento, comune alla Scuola d’applicazione, finché visse illustrò. L’alternava con quelli della fisica matematica e dell’analisi superiore; passando così da un capo all’altro delle matematiche con sicurezza e maestria profonda. Quanto chiaro in breve si fosse reso il suo nome, attestano i Quaranta, uno de’ quali ei fu; attesta l’Accademia de’Lincei, che l’accolse giovane fra i suoi luminari più anziani; lo vide braccio di Quintino Sella al suo riordinamento; lo tenne molti anni segretario per le fisiche e le matematiche. Ed anche prima il Coppino ministro l’aveva messo a profitto nel suo Gabinetto. Per l’edizione nazionale delle opere di Galileo, fu uno de’ consultori con amore e sollecitudine. Alla sua saggezza ricorse più volte il Governo per le più delicate ed importanti commissioni. Al Consiglio superiore della pubblica istruzione due volte appartenne. Qual rettore ei fosse dell’Università di Roma niuno ha dimenticato. Tre volte eletto, l’ufficio sette anni consecutivi e ad altri tratti occupò, amato e rispettato, con lode pure di saggio amministratore del riordinato patrimonio. Grande parte di merito ebbe nell’istituzione del Politecnico di Torino; e Torino ricorda anche gli speciali mandati esattamente adempiti per la sua scuola del Valentino e per quel museo industriale, del quale compilò lo statuto. Ma l’opera principale della vita del Cerruti fu nella Scuola d’applicazione per gl’ingegneri in Roma; al cui principio aveva dato tutto se stesso, servendo il Cremona personalmente alla segreteria, alla biblioteca, ad ogni cosa, mentre vi stava supplente agli insegnamenti. Succeduto poi nella direzione a quell’esimio nel 1903, il progresso dell’Istituto tenne in cima de’pensieri. Vagheggiava di farne un vanto dell’Italia, con fama mondiale, invidia delle altre nazioni. Un vasto piano di riforma, un organamento mirabile disegnava d’una scuola moderna completa, politecnico il più perfetto, degno di Roma. Fiducioso nell’accoglimento e ne’mezzi del Ministero, l’insigne matematico si è spento. Oh! Quanto per questa sua morte, la scienza ha perduto! Ma no; tutto di Valentino Cerruti la scienza non ha perduto; chè egli nei suoi scritti ne sarà sempre lume fra noi e gli stranieri, presso de’ quali ne corre già l’onore delle traduzioni. Numerose sue pregiate memorie, su di originali argomenti di meccanica, di fisica matematica e di analisi, furono pubblicate, in maggior parte, negli Atti dell’Accademia dei Lincei, che ne fecero tesoro. Dopo il 1902 non pubblicò che qualche commemorazione di illustri matematici, ed il discorso al Congresso delle scienze matematiche pure e miste in Italia del 1907. Chiuse l’acuto ingegno, la mente eletta, nel silenzio ad un lavoro, credono i suoi intimi, che diranno le carte. Raccogliamo eziandio, che gli studi matematici non negarongli il gusto delle lettere, specialmente da lui coltivato sui libri e pensieri degli antichi, né l’amore delle ricerche storiche. Lo acquistò il Senato per il decreto del 21 novembre 1891; vi entrò accolto, come volevano i meriti della vita pubblica, la nobiltà del carattere, la virtù dei propositi, l’altezza degli intenti dell’uomo onorando.
Loda, chi avvicinò questo figlio del forte Piemonte, la dolcezza in lui degli affetti domestici, la mitezza dell’animo, benché risoluto, la lena al lavoro, la sobrietà, l’ideale della patria, pur nel credente, sovrano. Raccolto, guardingo, avverso al patteggiare, dignitoso, non aveva clientela di adulatori, ma fidi amici ed ammiratori sinceri, che oggi lo piangono, come dal Senato è pianto questo suo lustro scomparso, ma vivo e non morituro ne’ nostri ricordi. Poche settimane prima della sua fine, fra il fitto verde del giardino di San Pietro in Vincoli, in quella scuola da lui amata, ad un discepolo, intorno alla sua salute inferma, calmo e sereno ripetè l’alto pensiero, che lasciò scritto, di sé, cieco e sofferente, Augusto Thierry: v’ha qualche cosa al mondo, che vale più della salute stessa; è la devozione alla scienza. Valentino Cerruti ha portato la devozione alla scienza sino alla tomba: la scienza gli è riconoscente, e lo fa alla tomba sopravvivere. (Benissimo)
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 novembre 1909.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Valentino Francesco".
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