NO
Senato della Repubblica
Senato della Repubblica
Siete qui: Senatori d'Italia » Senatori dell'Italia liberale » Scheda Senatore  


CERRUTI Marcello

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:07/16/1808
Luogo di nascita:GENOVA
Data del decesso:12/03/1896
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Michele [sic]
Madre:GOZO [sic] Martina [sic]
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Fratelli:Luigi Francesco, che sposò Adele Chiesa
Giovanni Battista
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via Torino, 122
Professione:Diplomatico
Si, Incerto
Carriera giovanile / cariche minori:
Carriera:Ministro residente (1° settembre 1860) a Costantinopoli (13 luglio 1861)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario (30 novembre 1862-7 dicembre 1870. Data del collocamento a riposo) a Berna (15 febbraio 1867), a Washington (30 agosto 1868), a L'Aja (11 aprile 1869), a Madrid (luglio 1869)
Cariche e titoli: Segretario generale del Ministero degli affari esteri (26 marzo 1863-30 dicembre 1866)
Membro dell'Istituto di corrispondenza archeologica di Roma (9 dicembre 1845)
Membro della Società archeologica orientale di Germania (1° ottobre 1847)
Membro del Consiglio del contenzioso diplomatico (3 maggio 1863-17 febbraio 1867)
Socio annuale della Società geografica italiana (1867)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/01/1870
Categoria:07 Gli inviati straordinari
dopo tre anni di tali funzioni
Relatore:Amedeo Chiavarina di Lubiana
Convalida:13/12/1870
Giuramento:22/12/1870

    .:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 gennaio 1867
Ufficiale dell'Ordine di Leopoldo del Belgio (Belgio)
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia)
Ufficiale dell'Ordine di S. Salvatore (Grecia)


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Domenico Farini, Presidente
      Poiché il Senato volle per sua grazia aspettare la mia presenza, perché gli fossero comunicate le necrologie dei colleghi defunti nell'intervallo dalle ultime sedute ad oggi, così io obbedisco al doloroso incarico, procedendo alla lettura di esse.
      Signori senatori! [...] A ventun'ore, la stessa sera, si estingueva in Roma, nell'ottantottesimo anno di età, il senatore Marcello Cerruti.
      Genovese di nascita era stato ammesso, correndo il 1825, nella carriera consolare, non peranco varcati i diecissette anni. Molto ingegno, molto studio, zelo dell'ufficio lo misero nella grazia dei capi; ebbe avanzamenti solleciti.
      Nel 1851 promosso incaricato d'affari al Brasile, ministro residente all'Argentina nel 1860, sullo scorcio del 1862 inviato straordinario e ministro plenipotenziario, fece prova di rare qualità, di attitudini le più diverse.
      Pratico di ogni ramo dell'amministrazione e colto come pochi, come pochi aveva cortesi maniere, spirito acuto, giudizio sicuro; nessuno meglio di lui abbracciò la somma, comprese l'importanza degli interessi da tutelare; fra le genti straniere nessuno sentì più degnamente come la patria lontana, nell'ufficio, in lui si impersonasse. Tale la norma all'operare da cui non torse mai l'occhio, e che nel 1855 gli procurava la più lusinghiera conferma di fiducia e di stima, per avere avvedutamente protetti, efficacemente difesi gli interessi piemontesi nelle regioni dell'America meridionale, da parte del conte di Cavour, il quale altre volte poi ne cimentò la prudenza con difficili incarichi.
      Un'ambasceria persiana, da quattro secoli mai più veduta in Italia, aveva nel 1857 visitato il Re di Sardegna: l'Asia, desiosa di nuovi commerci, era stata attratta verso il piccolo Piemonte dalla fama che la guerra d'Oriente n'aveva sparsa. Deliberata, dopo cinque anni, una missione italiana allo Shah che riprendesse i negoziati di Torino, ne fu capo il Cerruti. Il quale dei popoli, dei governi, dei costumi orientali conoscitore profondo, per avervi lungamente dimorato e fattone studio, sin dal primo principio della sua carriera a Costantinopoli, al tempo dello sterminio dei giannizzeri, riuscì a stipulare un trattato fra il nuovo Regno d'Italia ed il grande Impero.
      Ritornato in patria, resse per circa quattro anni il segretariato generale del Ministero degli esteri, di cui nel 1850, come commissario del Re, aveva difeso in Parlamento il bilancio: la dottrina, l'esperienza, la bontà delle quali anche in quell'ufficio fece prova, furono veramente singolari.
      Ministro plenipotenziario a Berna, a Washington, a Madrid, raccolse dovunque simpatie, ottenne dovunque risultati favorevoli agli interessi confidatagli.
      Cessato dall'eminente ufficio, fu ascritto il 1° di dicembre 1870 a quest'Assemblea, nella quale tutti lo ebbero nella maggiore considerazione. Né il peso dell'età, né gli acciacchi, né il lume degli occhi quasi spento lo trattennero dall'attendere con diligenza alla carica fino a pochi mesi addietro. E fino agli ultimi giorni lo studio del greco, del latino e della storia fu sua consolazione. Una lettera indirizzata per le stampe ad un altro nostro collega, poco più di un anno fa, rimarrà documento d'un intelletto durato, colla vita, in tutta la sua pienezza. In quello scritto, ragionando intorno all'incivilimento africano, rischiarava l'arduo problema a sprazzi di erudizione, a lume di fede religiosa e di sentimento; determinava la missione della nuova Italia. Inno di giovanile entusiasmo, non agghiacciato dall'ala del tempo; ultimo inno sciolto alla grandezza della patria, dal quale emerge la bella figura dell'animo di Marcello Cerruti. (Benissimo).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 marzo 1896.

Note:Lo stato attuale delle fonti non consente di accertare l'esistenza di una parentela con il senatore Cesare Cerruti

Attività 0536_Cerruti_Marcello_IndiciAP.pdf