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Data di nascita: | 04/13/1823 |
Luogo di nascita: | BOLOGNA |
Data del decesso: | 30/07/1902 |
Luogo di decesso: | ROMA |
Padre: | Antonio, senatore (vedi scheda) |
Madre: | ALDINI Caterina |
Coniuge: | MACCHIAVELLI Maria |
Fratelli: | Carlo
Filippo
Cornelia |
Parenti: | MACCHIAVELLI Giuseppe, nipote |
Luogo di residenza: | Roma |
Indirizzo: | Via Cavour, 71 |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Colonnello (19 luglio 1883-8 dicembre 1892. Data del collocamento a riposo)
Maggiore generale nella riserva (8 dicembre 1892) |
Cariche e titoli: | Membro del Comitato per l'Arma di artiglieria e genio (1° gennaio 1876)
Direttore d'artiglieria della fabbrica d'armi di Terni (23 giugno 1881) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 10/10/1892 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Antonino Di Prampero |
Convalida: | 29/11/1892 |
Giuramento: | 23/11/1892 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 11 aprile 1869
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 31 dicembre 1884
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 8 dicembre 1892
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 maggio 1877 |
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Periodo: | 1860 campagna d'Ancona e Bassa Italia
1866 terza guerra d'indipendenza | |
Arma: | Esercito: artiglieria |
Decorazioni: | Medaglia d'argento al valor militare, medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, medaglia col motto "Unità d'Italia 1848-1870", croce d'oro per anzianità di servizio | |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
XI | Bologna I | | 22-12-1872* | Sinistra | Ballottaggio il 29 dicembre 1872. Elezione in corso di legislatura |
XII | Bologna III | | 8-11-1874** | Sinistra | Ballottaggio il 15 novembre 1874 |
XIII | Bologna III | | 5-11-1876*** | Sinistra | Ballottaggio il 12 novembre 1876. Cessazione per promozione a tenente colonnello. Rieletto con ballottaggio il 28 luglio 1878 |
XV | Bologna I | | 29-10-1882**** | Sinistra | Cessazione per promozione a colonnello. Rieletto il 26 agosto 1884 |
XVI | Bologna I | | 23-5-1886 | Sinistra | |
XVII | Bologna I | | 23-11-1890 | Sinistra | |
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Commissioni: | Membro della Commissione per le petizioni (17 aprile 1899-30 luglio 1902) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori e riveriti colleghi!
Mi è grave dover riprendere la direzione dei nostri lavori col mesto annunzio di dolorose perdite toccate a questo nostro Senato, nelle persone di un grande numero di colleghi scesi nel sepolcro fra il 9 luglio ed il 15 del corrente mese.
Sono tredici i senatori, che in meno di cinque mesi sono usciti di vita, ed io con l'animo commosso, come di domestica sventura, ne pronuncio i nomi onorati dall'alto di questo seggio, onde significare il cordoglio ed il rimpianto del Senato, che, insieme all'amarezza della perdita, sentirà di un tratto le dolorose conseguenze della improvvisa dipartita di tanti valent'uomini che erano vanto e decoro di questo alto consesso.
Nel solo mese di luglio giunsero al numero di sei i senatori colpiti da morte: il principe Trivulzio in Milano, indi il commendatore Spera, già consigliere di Cassazione in Roma, Antonio Mordini, l’ex dittatore di Sicilia, a Montecatini, il professore Edoardo Porro, in Milano, il generale Cesare Zanolini, qui in Roma, e Gaetano Negri a Varazze.
Nell'agosto e nel settembre morivano altresì in Roma il generale Annibale Ferrero, ed il commendatore Gloria Francesco, magistrato e riposo.
Tre altri colleghi si spegnevano a Rogliano, a Casal Baiocco, ed in Ferrara, e sono l’antico e provato patriota, Donato Morelli, il dottore Gioanni Secondi, ed il duca Galeazzo Massari.
Infine, nella prima quindicina di novembre lasciavano questa terra, l’uno a Bologna, l’altro in Milano, il commendatore Lucio Fiorentini, già prefetto di provincia ed il duca Guido Visconti di Modrone.
Ed ora, o signori, che ho compiuto il pietoso ufficio di richiamare per brevi istanti davanti agli occhi vostri le nobili figure dei nostri lacrimati defunti che più non vedremo seduti accanto a noi, io mi sento costretto a fare appello alla vostra indulgenza, perché mi concediate venia, se non mi attento, così per la novità della cosa, come per la poca opportunità dell'ora presente, di raccogliere in forma di supremo, separato elogio, i titoli di onore acquistati in vita da ciascuno dei valorosi che piangiamo estinti lasciando in noi tutti l'eguale rammarico del compagno, perduto. Certo non è mancato, e non mancherà chi voglia e sappia scegliere il momento, ed il luogo acconcio a ricordare degnamente le gloriose gesta del patriota cospiratore e del soldato valoroso, le qualità insigni dello scienziato e del pubblicista colto e coraggioso, le benemerenze del magistrato e dell'amministratore integro, e sapiente, e gli eminenti servigi resi all'unanimità sofferente con intelletto d'amore, e coll'uso nobilissimo delle avite ricchezze; onde gli uni e gli altri salirono meritamente in fama su questa terra.
Io devo impormi la maggiore brevità possibile. Ma quelle anime elette che aleggiano forse intorno a noi, spinte dal desio di rivedere i luoghi delle loro più care affezioni, e dove hanno lasciato il maggiore desiderio di sé, aspettano la parola che deve partire da questi banchi, e non si dorranno, io spero, di me né di voi, perocché interprete sicuro e fedele dei sentimenti del Senato, rivendico l'onore di portare a tutti, ed a ciascuno dei compagni ed amici perduti il supremo tributo del nostro affetto e della nostra ammirazione. (Benissimo). Essi non sono morti interamente per noi, poiché non muoiono interamente gli uomini i quali vissero ed operarono per il bene della patria.
Così la terra sia ad essi leggiera e Dio conceda loro la pace eterna dei giusti. (Vive approvazioni).
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Io mi associo pienamente alle parole pronunziate dall'illustre vostro Presidente, e aggiungo che il Governo sente tutta la gravità e l'amarezza delle perdite che fece il Senato.
Nel porgere quindi alla mia volta a nome del Governo un tributo di cordoglio e di rimpianto a questi illustri perduti, lo faccio tanto più volentieri, inquantochè mentre questi sentimenti, così bene espressi dall'illustre Presidente, sono per il Senato solidarietà e tradizione, noi possiamo pur dire con certezza che essi trovano una eco possente in tutte le classi del popolo italiano. (Bene, approvazioni vivissime).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 26 novembre 1902.
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Attività |
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