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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 06/29/1781 |
Luogo di nascita: | Torino |
Data del decesso: | 08/05/1869 |
Luogo di decesso: | Vercelli |
Padre: | Carlo Luigi |
Madre: | Chabod de St. Maurice Eleonora |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Incerto |
Titoli nobiliari | Marchese |
Fratelli: | Carlo Eugenio |
Titoli di studio: | Laurea in teologia |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Ecclesiastico |
Carriera: | Sacerdote (17 marzo 1804)
Cappellano all'Ospedale dei soldati francesi presso la chiesa di S. Croce di Torino
Canonico onorario del duomo di Torino (21 aprile 1808)
Preposto parroco di Vigone (6 febbraio 1813)
Vescovo di Alessandria (23 marzo 1818)
Assistente al soglio pontificio (14 aprile 1828)
Arcivescovo di Vercelli (24 febbraio 1832) |
Cariche e titoli: | Presidente capo dell'Accademia di scienze ed arti, detta degli Immobili, d'Alessandria (1827) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 04/03/1848 |
Categoria: | 01 | Gli Arcivescovi e Vescovi dello Stato |
Relatore: | Lodovico Sauli d'Igliano |
Convalida: | 10/05/1848 |
Giuramento: | 08/05/1848 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare |
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.:: Onorificenze ::. |
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Gran Croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (6 ottobre 1834)
Cavaliere dell'Ordine supremo della SS. Annunziata (27 marzo 1842)
Cavaliere dell'Ordine gerosolimitano del S. Sepolcro |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Signori Senatori. Devo col massimo dolore annunciare al Senato la morte avvenuta questa notte a ore 12,34 di S.E. Monsignor Alessandro D’Angennes, Arcivescovo di Vercelli.
Quest’uomo benemerentissimo nacque il 29 di giugno del 1781; la sua vita fu un seguito di virtù. Entrato nella carriera ecclesiastica, fu Cappellano dell'esercito imperiale francese. Tornato il Piemonte alla sua indipendenza, fu parroco a Vigone, quindi vescovo in Alessandria e poscia arcivescovo di Vercelli. In tutte le sue mansioni, egli fu sempre il buon pastore che intero dedicava l’animo suo al bene della sua greggia; uomo di integerrimi costumi riuniva in sè tutte le virtù, ma quella che era in lui eminentissima era la carità.
Imperocché egli si riduceva moltissime volte, quantunque provvisto di casa sua di largo censo e di lauto beneficio, a non avere un centesimo in tasca, giacché tutto dava ai poveri; sicché può il Senato immaginare quale sia il compianto del povero per la perdita di un tanto padre.
Morì, come dissi, nella benedizione del Signore, questa notte. E noi conserveremo per lui una memoria carissima, come di uomo che colle sue virtù ha illustrato il nostro Consesso. (Vivi segni di approvazione).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 maggio 1869.
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