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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 04/03/1786 |
Luogo di nascita: | Monteleone Calabro, Catanzaro, oggi Vibo Valentia |
Data del decesso: | 21/02/1872 |
Luogo di decesso: | Napoli |
Nobile al momento della nomina: | No |
Coniuge: | DIAZ Teresa |
Figli: | Guglielmo, senatore (vedi scheda) |
Presso: | Accademia ufficiali del Genio |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera: | Generale d'armata |
Cariche e titoli: | Maresciallo (Regno delle Due Sicilie)
Direttore dell'Ufficio topografico di Napoli
Comandante superiore delle Guardie nazionali (Governo provvisorio napoletano) (gennaio-maggio 1848)
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 01/20/1861 |
Categoria: | 14 | Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Carlo Taverna |
Convalida: | 11/08/1862 |
Giuramento: | 11/08/1862 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 giugno 1861
Cavaliere dell'Ordine supremo della SS. Annunziata 21 aprile 1868 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Signori Senatori,
Benché sia varcato assai poco tempo dalla intermissione delle nostre tornate a quest’oggi, tuttavolta a me tocca il dolore di dovervi annunziare la perdita fatta nell’intervallo, di tre degni Colleghi, [...] il generale d’armata Roberto De Sauget.
[...] Il 22 [sic] di questo mese cedeva al comune destino l’uomo forse più addottrinato ed esperto negli ordini militari italiani, il generale d’armata Roberto De Sauget, il quale nasceva in Calabria nell’ultimo scorcio del secolo andato, e perciò spesso rendeva testimonianza esattissima degli infiniti e singolari rivolgimenti dell’età nostra.
Quanto la natura gli fu liberale d’acuto e vasto ingegno, ed egli se l’accrebbe con esercizio e studio indefesso, altrettanto la fortuna impedivagli il più delle volte di adoperarlo in nobili fatti e per la libertà e gloria del proprio paese. Capitato a vivere ed a trattar l’armi sotto governi odiosi e oppressivi, a gran pena ottenne di serbarsi il titolo di onesto uomo e dotare le milizie napoletane di quegl’istituti disciplinari e scientifici che non davano ombra ad un regno assoluto, pauroso e tirannico. Al qual regno infelicissimo non bastando che i cittadini si mantenessero nei confini del dovere, ma chiedendo uffici e dimostrazioni quotidiane di zelo settario, fu il generale De Sauget dopo il quarantanove tenuto destramente in disparte.
Appena però in Napoli il vessillo italiano spiegò all’aria i suoi colori bene augurati, il popolo dette al buon generale un raro pegno di fede chiamandolo al comando superiore delle Guardie Nazionali; e questo cessato e tornatosi egli con nuova benemerenza alla quiete e al riposo, fu insino dall’anno 1861 ascritto al nostro Consesso; e quindi dal Re Vittorio Emanuele insignito del gran collare dell’Ordine supremo della Nunziata.
Di tal maniera, o Signori, ebbe il De Sauget assai più avventuroso il tramonto della vita che l’aurora e il meriggio. E se da giovinetto seguitò i Borboni in Sicilia, sapendogli d’amaro e di triste la libertà che i Francesi dicevano di condur seco in Italia, pura e immensa debb’essere stata la sua letizia di poter chiudere gli occhi maturo d’anni e d’onori, dopo aver veduta la intera Penisola sgombra per sempre dalle armi straniere o nemiche o vendicative che fossero, od amiche e protettrici che s’intitolassero, e le une e le altre ugualmente ingiuriose e funeste alla nostra amatissima patria.
Il nome, intanto, del generale De Sauget rimanga in durevole ossequio appo gli ufficiali del nostro esercito per l’amor della scienza, l’arte difficile di applicarla, lo studio sempre più accurato della disciplina, tre cose che una storia recente c’insegna essere mezzi sicuri a difender la pace e dare esito buono alla guerra.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 febbraio 1872.
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