Mercoledì 26 Febbraio 2020 - 196ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:34)
L'Assemblea ha approvato con modifiche il ddl n. 1664, conversione in legge del decreto-legge 9 gennaio 2020, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'istituzione del Ministero dell'istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca. Il testo passa alla Camera.
Nella seduta di ieri, dopo la relazione della sen. Angrisani (M5S), è stata respinta una pregiudiziale di costituzionalità e si è svolta la discussione generale. Il provvedimento sopprime il MIUR e istituisce due distinti Ministeri, quello dell'istruzione e quello dell'università e della ricerca, specificandone l'ordinamento e le aree funzionali. La Commissione propone diversi emendamenti volti ad aumentare la dotazione organica dei due Ministeri, a precisare le procedure di interpello per l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, a specificare i criteri di trasferimento del personale, a introdurre nell'istruzione universitaria l'alta formazione artistica e musicale. Oggi sono stati approvati gli emendamenti della Commissione 1.10000, 1.100, 2.6 (testo corretto), 2.101, 2.100, 2.8, 2.13 (testo 2), 3.0.100 (testo 2), 3.0.100 (testo 2)/1, 3.0.200 (testo 3), 3.0.300 (testo 3), 4.100, 4.101 (testo corretto), 5.100, e gli emendamenti dei sen. Sbrollini e Faraone (IV-PSI) 1.10000/100 e 2.2 (testo 2).
Hanno svolto dichiarazione di voto finale favorevole i sen. Loredana De Petris (Misto-LeU), Daniela Sbrollini (IV-PSI), Rampi (PD), Maria Castellone (M5S). Hanno dichiarato voto contrario i sen. Iannone (FdI), Maria Saponara (L-SP) e Moles (FI): il decreto-legge, privo dei caratteri di necessità e urgenza, distoglie risorse dalla scuola e dalla ricerca per destinarle a Ministeri e agenzie; l'obiettivo del provvedimento non è una maggiore efficacia dell'azione amministrativa, bensì la spartizione di posizioni di potere.
Con voti 154 favorevoli e 96 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl n. 1729, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica.
La Commissione affari costituzionali non ha terminato i lavori, è riuscita a votare soltanto gli ordini del giorno; il testo è stato quindi discusso senza relazione. Il decreto-legge, originariamente di 44 articoli, è stato ampiamente modificato e integrato durante l'esame alla Camera. Il Capo I (articoli 1-15) reca disposizioni per le pubbliche amministrazioni. L'articolo 1, in particolare, prevede misure in materia di pubblico impiego, dirette, tra l'altro, alla stabilizzazione del personale precario e a nuove assunzioni. Gli articoli successivi recano norme in una pluralità di materie, fra cui le quote premiali del Fondo sanitario nazionale, l'Agenzia delle dogane, la scuola e l'università, le fondazioni lirico-sinfoniche. Il Capo II (articoli 16-41) reca disposizioni urgenti in materia finanziaria, di organizzazione amministrativa e di magistratura; il Capo III (articoli 42 e 42-bis) reca misure in materia di innovazione digitale; il Capo IV (articoli 43 e 44) reca disposizioni finanziarie e finali.
La pregiudiziale di costituzionalità, avanzata dal sen. Pagano (FI), è stata respinta, dopo l'intervento a favore del sen. La Pietra (FdI) e l'intervento contrario del sen. Garruti (M5S). Al termine della discussione generale, alla quale hanno partecipato i sen. De Bertoldi, Ruspandini, Zaffini, Isabella Rauti (FdI), Bruzzone, Bergesio, Arrigoni (L-SP), Perosino, Fiammetta Modena, Maria Tiraboschi, Vitali (FI), Mautone, Gabriella Di Girolamo (M5S), Grimani (IV-PSI), Collina (PD), il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha posto la questione di fiducia sull'approvazione del testo come licenziato dalla Camera. Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Martelli (Misto), Grimani (IV-PSI), Taricco (PD), Vescovi (L-SP), Malan (FI), Corbetta (M5S).
I Gruppi di opposizione, pur riconoscendo l'opportunità di alcune disposizioni, hanno posto l'accento sull'eterogeneità, microsettorialità e complessità del testo - ribattezzato "decreto mille marchette" o "decreto mille pause" - che certifica l'incapacità dell'attuale maggioranza di governare e programmare un sostegno all'economia. Molti senatori hanno posto l'accento sul monocameralismo di fatto: dopo la blindatura della legge di bilancio, il Governo torna a comprimere il ruolo del Parlamento, impedendo al Senato di intervenire sul testo. In particolare, il sen. Arrigoni ha criticato la norma che prevede il commissariamento del gestore di servizi energetici, accusando il Governo di voler aumentare l'importazione di gas per favorire Total. L'opposizione ha lamentato anche il mancato accoglimento di emendamenti per il made in Italy, le compensazioni fiscali, la mini flat tax, il rilancio delle opere pubbliche, gli sgravi per gli eventi sismici dell'Italia centrale, il fondo per i risparmiatori truffati. Il sen. Martelli ha rilevato il paradosso della proroga di gestioni commissariali, che non riescono esse stesse a completare procedure farraginose. I Gruppi di maggioranza hanno evidenziato l'utilità di molte norme, per esempio le disposizioni sulle concessioni autostradali, il bonus verde, gli incentivi per veicoli elettrici, gli stanziamenti per le aree di crisi industriale e la mobilità in deroga, l'attenzione ai call center, la stabilizzazione dei lavoratori Anpals, il fondo di sostegno al piccolo commercio.
Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Steger (Aut), Grimani (IV-PSI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Parrini (PD), Pellegrini (M5S). Hanno negato la fiducia i sen. Calandrini (FdI), Grassi (L-SP), Maria Gallone (FI).
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la prossima settimana, a partire da mercoledì 4 marzo, saranno discussi i ddl sull'emergenza epidemiologica e sulla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente.
(La seduta è terminata alle ore 19:13 )