Martedì 20 Agosto 2019 - 146ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 15:09)
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Conte ha reso comunicazioni all'Assemblea, riferendo sulla crisi innescata dal Ministro dell'interno Salvini il quale, l'8 agosto scorso, ha dichiarato che la Lega non era più disponibile a proseguire l'esperienza di Governo. La presentazione di una mozione di sfiducia a metà agosto e la richiesta di tornare rapidamente alle urne è una responsabilità grave che interrompe prematuramente il programma riformatore di un Governo nato per intercettare il desiderio di cambio di passo dei cittadini. Il contratto di Governo tra Lega e M5S prevedeva, peraltro, in caso di divergenza, l'impegno a discutere nel rispetto di principi di buona fede e leale collaborazione. La scelta dei tempi della crisi comporta il rischio di esercizio provvisorio nell'ambito di una congiuntura economica non favorevole, apre una fase di incertezza politica e crea difficoltà nelle trattative per la formazione della Commissione europea. Secondo il Presidente Conte, il Ministro dell'interno, dopo aver incassato il decreto sicurezza, ha aperto la crisi per interessi personali e di partito, mostrando scarsa sensibilità istituzionale, carenza di cultura costituzionale e opportunismo politico. La decisione di presentare la mozione di sfiducia senza ritirare i Ministri al Governo è peraltro contraddittoria. Forte del consenso ottenuto alle elezioni europee, la Lega ha cercato un pretesto per tornare alle urne e ha accusato il Governo di inazione, oscurando così le misure adottate per la sicurezza (norme anticorruzione, codice rosso), le norme per lo sviluppo (semplificazioni, decreto Genova, piano contro dissesto idrogeologico, sblocca cantieri, fondi ai comuni e all'edilizia scolastica) e offuscando le misure sociali (quota cento, decreto dignità, rimborso dei risparmiatori truffati). Il Presidente del Consiglio ha giudicato inoltre pericolosa l'ambizione ai pieni poteri del Ministro Salvini che ha dimostrato scarsa collaborazione e ha minato la coesione del Governo con il confronto al Viminale sulla manovra finanziaria. Il Premier ha poi rimproverato al Ministro dell'interno di non aver riferito al Parlamento sulla vicenda russa e di utilizzare simboli religiosi per fini politici strumentali. Sul tema dell'autonomia regionale il Presidente del Consiglio ritiene che vada affiancata da un piano per il Sud al fine di salvaguardare solidarietà e coesione nazionale. Il Presidente Conte ha ribadito la propria fiducia in una politica economica espansiva nel rispetto degli equilibri di bilancio, in un europeismo critico e costruttivo, in una politica progettuale che non cerchi facile consenso inseguendo i social. Ha preannunciato, infine, all'esito del dibattito, di recarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni.
Alla discussione, organizzata dalla Conferenza dei Capigruppo, hanno partecipato i sen. Salvini, Bagnai (L-SP), Renzi, Mirabelli, Zanda, Stefano, Simona Malpezzi, Marcucci (PD), Emma Bonino, De Falco, Nencini (Misto), La Russa, Zaffini, Urso, Isabella Rauti (FdI), Anna Maria Bernini, Mallegni, Cangini, Saccone, Gasparri, Malan, Fantetti (FI), Grasso, Errani, Loredana De Petris (Misto-LeU), Morra, Paola Taverna e Patuanelli (M5S). Il sen. Salvini (L-SP), richiamando la questione TAV, ha ribadito che negli ultimi mesi l'azione di Governo si era impantanata; ha precisato di aver convocato le parti sociali perché non venivano ascoltate; ha auspicato un Governo libero, sovrano, con una visione del futuro, capace di ascoltare i cittadini e di varare una manovra economica che riduca le tasse e rimetta in moto lo sviluppo. Pur ritenendo che la via delle urne sia la via maestra, si è dichiarato disponibile a farsi da parte e a completare il percorso di riforme con l'approvazione del taglio dei parlamentari e con una manovra economica coraggiosa. Il sen. Renzi (PD) ha salutato positivamente la conclusione di un'esperienza populista che ha indebolito la coesione sociale; ha dichiarato che il PD contribuirà alla soluzione della crisi per evitare che il Paese sia investito dalla recessione economica e che l'aumento dell'IVA riduca i consumi. Secondo il sen. La Russa (FdI) la crisi politica va risolta con immediate elezioni e una maggioranza coesa, un eventuale accordo tra M5S e PD sarebbe dettato esclusivamente dalla paura delle urne. Secondo la sen. Bernini (FI) i contrasti interni alla maggioranza sussistevano da lungo tempo e il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto dimettersi in occasione del Russia gate e della mozione sulla TAV; per evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'IVA e per rimettere in moto la crescita occorre un passaggio elettorale che solo può garantire stabilità politica. Il sen. Grasso (Misto-LeU) ha invitato il Presidente del Consiglio a rassegnare immediatamente le dimissioni per porre fine a un accordo politico spurio e nefasto per il Paese. Il sen. Patuanelli (M5S) ha ringraziato il Premier per aver riportato l'Italia al centro dell'Europa; ha ringraziato il Gruppo della Lega per la collaborazione leale rispetto al contratto di governo, dichiarandosi orgoglioso del lavoro svolto in quattordici mesi; ha rimproverato infine al Ministro dell'interno di aver alzato il livello della tensione dopo le elezioni europee.
In replica il Presidente del Consiglio Conte ha accennato alla politica dell'immigrazione, ricordando di aver presentato una piattaforma articolata al Consiglio europeo nel giugno 2018. Ha precisato che la crisi di Governo non è questione personale; ha ricordato la conferenza stampa tenuta il 3 giugno scorso in cui richiamava i Ministri alla leale collaborazione e al rispetto delle competenze. Preso atto del ritiro della mozione di sfiducia da parte della Lega, il Premier ha evidenziato la complessità del passaggio istituzionale e, invocando principi di trasparenza e linearità, si è recato dal Capo dello Stato.
Dopo una sospensione di circa un'ora e mezza, il Presidente del Senato ha dato lettura della missiva in cui il Presidente Conte informa di aver rassegnato le dimissioni al Capo dello Stato il quale ne ha preso atto e ha invitato il Governo a curare il disbrigo degli affari correnti. Il Senato sarà convocato a domicilio.
(La seduta è terminata alle ore 22:00 )