Mercoledì 14 Ottobre 2020 - 265ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:30)
Con proposte di risoluzione di maggioranza (v. allegato al resoconto stenografico), l'Assemblea ha approvato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2020 (doc. LVII, n. 3-bis) e, a maggioranza assoluta, la relazione sullo scostamento dall'obiettivo di medio periodo, predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243.
Il relatore, sen. Dell'Olio (M5S), ha illustrato i due documenti. La Nota aggiorna le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché gli obiettivi programmatici, la Relazione aggiorna il piano di rientro del rapporto debito/Pil. Le revisioni al ribasso delle stime riflettono la contrazione dell'economia, conseguente al blocco del commercio mondiale e all'aumento del prezzo del petrolio. Degli effetti della pandemia hanno risentito in particolare le esportazioni verso i Paesi extra UE; il mercato del lavoro ha subito una contrazione significativa; a causa del crollo del Pil, il rapporto debito/Pil sale al 158 per cento. Nei mesi di maggio e giugno si è registrata una ripresa graduale, ma con un andamento disomogeneo. La Nota disegna in modo prudenziale due scenari: uno tendenziale che tiene conto della flessione reale del Pil (-9 per cento), del decreto espansivo di agosto (+5,1 per cento nel 2021), della gestione controllata dei focolai, della probabile distribuzione dei vaccini nella primavera del prossimo anno, e prevede un ritorno del Pil ai livelli precrisi nel 2023. L'ufficio parlamentare del bilancio ha validato le previsioni, pur sottolineando i profili di rischio e le incertezze legate all'andamento della pandemia. Lo scenario programmatico considera invece l'accesso ai fondi del Next Generation EU, il piano di resilienza, gli effetti dei provvedimenti di sostegno alla ripresa negli anni 2021-2023. Fra gli obiettivi della politica di bilancio figurano: il sostegno ai lavoratori e ai settori più colpiti, l'utilizzo dei fondi europei, il rafforzamento degli interventi per il mezzogiorno, la riforma fiscale (taglio del cuneo e dei versamenti contributivi al Sud, assegno unico universale per i figli), investimenti in ricerca, formazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. L'obiettivo di indebitamento netto è fissato al 7 per cento nel 2021, al 4,7 per cento nel 2022 e al 3 per cento nel 2023.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Roberta Toffanin, Saccone, Ferro, Pichetto Fratin (FI), Donatella Conzatti, Annamaria Parente (IV-PSI), De Bertoldi, Isabella Rauti (FdI), Monti (Misto), Manca, D'Alfonso, Nannicini (PD), Briziarelli, Erica Rivolta, Pillon (L-SP), Lannutti, Rossella Accoto, Lanzi, Fenu, Domenica Castellone, Di Nicola (M5S), Paragone (Misto).
In replica il relatore ha precisato che il contrasto all'evasione fiscale, stimata in 100 miliardi di euro, è finalizzato alla creazione di un fondo per la riforma fiscale. Ha sottolineato l'impegno a spendere in modo efficace ed efficiente le risorse europee, nonostante i costi di costruzione in Italia siano più alti. Ha condiviso l'esistenza di un problema demografico e la necessità di intervenire sugli oneri di sistema; ha infine auspicato il supporto di tutte le forze politiche.
La relatrice di minoranza, sen. Ferrero (L-SP), ha rilevato la tendenza del Governo a drammatizzare la situazione sanitaria e a sottovalutare l'emergenza economica. La maggioranza tende a minimizzare le difficoltà della negoziazione europea, enfatizza i concetti di parità di genere, inclusione e transizione verde ma difetta di concretezza. L'obiettivo principale deve essere la crescita del Pil reale, in questa prospettiva è necessario un alleggerimento della pressione fiscale.
Nelle dichiarazioni di voto favorevoli alla proposta di risoluzione di maggioranza, il sen. Steger (Aut) ha affermato che l'efficienza dell'amministrazione pubblica, l'equità del fisco e la riforma della giustizia sono i pilastri della crescita; il sen. Faraone (IV-PSI) ha segnalato le difficoltà della pandemia anche rispetto alle votazioni in Parlamento, ha auspicato un voto unitario sullo scostamento e il ricorso a tutti gli strumenti di finanziamento europeo; il sen. Errani (Misto-Leu), dopo aver ricordato che gli scostamenti hanno evitato che all'emergenza sanitaria si saldasse un'emergenza sociale, ha rilevato che la manifattura ha reagito meglio rispetto al settore dei servizi e ha auspicato investimenti sulle periferie territoriali e sociali; il sen. Mirabelli (PD) ha manifestato fiducia nell'acceso ai fondi europei e ha auspicato la proroga del superbonus; il sen. Pesco (M5S) ha sottolineato che nessun organismo è in grado di fare previsioni e, se sarà necessario, si voterà un ulteriore scostamento per sostenere i settori in maggiore difficoltà. Nelle dichiarazioni di voto dell'opposizione, il sen. Calandrini (FdI) ha negato sostegno al Governo, rilevando che la Nota prevede aiuti a pioggia senza una visione di medio lungo periodo e pecca di ottimismo rispetto all'impiego dei fondi europei. Il sen. Damiani (FI) ha annunciato l'astensione sullo scostamento, rilevando che il Governo non ascolta le proposte della minoranza ma chiede collaborazione quando la maggioranza ha numeri incerti. Fin qui il Governo ha varato un numero eccessivo di provvedimenti che non hanno avuto gli effetti sperati, i bonus mobilità e vacanza sono risultati inutili. La Nota di aggiornamento evidenzia che la spesa per investimenti è troppo bassa mentre la pressione fiscale eccessivamente elevata. Per senso di responsabilità il sen. Romeo (L-SP) ha dichiarato l'astensione sullo scostamento: un vero accordo politico implica che una quota dello scostamento di 25 miliardi sia destinata a una misura proposta dall'opposizione; il Governo, invece, chiede collaborazione, ma di fatto esautora il Parlamento, annuncia la cancellazione dei provvedimenti della Lega, prevede un aumento della pressione fiscale.
bozza provvisoria