Cerimonia conclusiva del XXV corso della Scuola di scienza e tecnica della legislazione dell'ISLE
10 Dicembre 2013
Cari ragazzi,
è per me veramente un piacere potervi accogliere oggi in Senato in occasione della cerimonia conclusiva del XXV corso della Scuola di Scienza e Tecnica della Legislazione dell'Istituto per la Documentazione e gli Studi Legislativi (ISLE). So che molti di voi lavorano attivamente presso i due rami del Parlamento, come collaboratori di senatori o gruppi parlamentari, e che quindi a vario titolo avete modo di conoscere dall'interno la vita delle istituzioni rappresentative. I momenti istituzionali come quello odierno, che ormai rappresenta una tradizione nella storia dell'ISLE, segnano un momento importante di chiusura di un percorso di studi e di approfondimento e forse di avvio di un nuovo cammino professionale.
La scelta che avete intrapreso di lavorare a diretto contatto con le assemblee rappresentative non è scontata nell'attuale contesto politico ed istituzionale. Le assemblee rappresentative sembrano oggi sperimentare una fase di difficile transizione che rischia di mettere in discussione il loro ruolo istituzionale. Negli ultimi decenni, la ricerca di garanzie di governabilità e tempestività dell'azione politica, a livello nazionale così come europeo, tendono infatti a spostare il baricentro della decisione dai Parlamenti ai Governi. Se il Parlamento, infatti, rappresenta il tradizionale luogo della ricerca del compromesso politico, i Governi identificano la sede della concreta definizione ed attuazione degli indirizzi programmatici, funzione questa che si rivela di strategica importanza nei momenti di crisi economica.
A questo primo fattore di trasformazione del ruolo delle assemblee rappresentative se ne affianca un secondo, legato alla progressiva disaffezione dell'opinione pubblica rispetto al mondo della politica e dei partiti. Lo scenario politico italiano sta sperimentando un processo di profonda ridefinizione dell'equilibrio bipolare che, seppure con alcune incertezze, ci ha accompagnati dal 1993 ad oggi, e questo inevitabilmente condiziona l'organizzazione e il funzionamento interno delle Camere.
Alcuni hanno persino espresso dubbi sulla legittimità del Parlamento a seguito del breve comunicato stampa con cui la Corte Costituzionale ha reso noto di avere accolto due censure nei confronti della legge elettorale del 2005, chiarendo che la decorrenza degli effetti giuridici avverrà con la rituale pubblicazione della sentenza e ricordando che il Parlamento può sempre approvare una nuova legge nel rispetto dei principi costituzionali. Io non voglio entrare nel dibattito sugli effetti che avrà la sentenza sul sistema elettorale perché mi sembra necessario, oltre che doveroso, leggere le motivazioni della Corte per valutare le implicazioni della sentenza. Ma non mi pare dubbio che essa avrà effetto dalla data del deposito mentre non avrà alcuna incidenza sulle applicazioni passate delle norme elettorali, anche in virtù del principio generale di continuità delle istituzioni.
Personalmente ho avuto modo spesso di richiamare l'attenzione sulla necessità di una riforma elettorale, già da molti mesi, ed auspico adesso che il monito della Corte Costituzionale sproni le parti politiche a raggiungere un'intesa su un testo condiviso nel tempo più breve e ben prima che la Corte depositi le motivazioni della decisione.
Il nostro Paese attraversa un tempo di crisi profonda: economica, politica, culturale, etica, identitaria e ha bisogno più che mai di momenti di confronto democratico, di condivisione delle politiche, di ricerca di mediazioni tra posizioni contrapposte improntate alla cura dell'interesse generale e dei diritti individuali. Credo che questa fase di crisi possa, debba rappresentare l'opportunità strategica per rilanciare il compito affidato alla rappresentanza quale necessario momento di intermediazione tra i cittadini titolari della sovranità popolare e l'esercizio delle funzioni pubbliche. La stessa Unione europea, a partire in particolare dal Trattato di Lisbona, ha offerto alcune aperture fondamentali a favore dei Parlamenti nazionali, investendoli del controllo sul rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e coinvolgendoli nella cooperazione interparlamentare secondo quanto previsto dall'art. 13 del Fiscal Compact.
Voglio in conclusione rivolgere a tutti voi un incoraggiamento alla prosecuzione del vostro percorso professionale e di studio nel settore parlamentare. Le assemblee rappresentative hanno più che mai bisogno di giovani di talento che sappiano accompagnare il Parlamento in questo difficile passaggio storico. Dobbiamo sapere sviluppare nuovi metodi di lavoro, che sappiano favorire la capacità delle assemblee rappresentative di essere fedeli interpreti degli interessi degli elettori e di fornire risposte tempestive alle domande provenienti dal contesto sociale di riferimento. In questo cammino, il Parlamento deve anche imparare ad utilizzare al meglio gli strumenti di conoscenza che il progresso scientifico mette a disposizione. Penso all'importanza delle nuove tecnologie, di cui proprio voi giovani siete i migliori fruitori, quale strumento capace di avvicinare il Parlamento al popolo e alle piazze, creando nuovi canali di comunicazione ed interazione tra eletti ed elettori.
In questa prospettiva, ritengo di fondamentale importanza l'approccio che da sempre contraddistingue i corsi della Scuola di scienza e tecnica dell'ISLE, fondato sulla combinazione tra percorsi teorici di studio ed approfondimento ed esperienze di laboratorio finalizzate all'elaborazione di proposte legislative. I progetti elaborati negli ultimi anni hanno saputo cogliere alcuni temi cardine del diritto e dell'esperienza parlamentare, evidenziando come le assemblee rappresentative si trovino oggi ad operare in un contesto decisionale multilivello e in processi di regolazione complessi. Lo conferma anche la proposta che avete elaborato e che oggi sarà presentata dalla prof.ssa Manetti e dalla dott.ssa Pirozzoli, riguardante il riordino del servizio pubblico generale radiotelevisivo.
Nel rinnovare le mie più sentite congratulazioni per la qualità dei risultati raggiunti, vorrei ringraziare il prof. Augusto Barbera, il prof. Silvio Traversa e tutti i docenti della Scuola per l'impegno e la dedizione che li accompagna in questo percorso formativo. La missione della Scuola di formare giovani esperti in discipline parlamentari capaci di scrivere un emendamento, di elaborare una proposta di legge, di redigere un atto di indirizzo e controllo rappresenta un servizio di primaria importanza per consentire alle istituzioni rappresentative di funzionare in maniera sempre più rispondente alla propria missione costituzionale. Mi auguro che per voi ragazzi questa importante tappa del vostro cammino formativo possa essere propedeutica ad un brillante percorso professionale al servizio delle istituzioni.
Link al discorso: http://www.senato.it/discorso_presidente?atto_presidente=147