Una violazione dell'essenza dell'uomo
30 Dicembre 2012
Caro Direttore,
la drammatica condizione in cui ancora oggi versa Asia Bibi, detenuta e condannata a morte in Pakistan, mi spinge a scriverLe per esprimere la mia più sincera solidarietà nei confronti di questa donna, vittima innocente di un inaccettabile caso di discriminazione religiosa.
Asia Bibi, accusata di aver offeso Maometto, è diventata oggetto di soprusi e violenze popolari, fino ad essere stata condannata a morte dalla giustizia del suo Paese per aver violato la legge pakistana sulla blasfemia. Le condizioni disumane che accompagnano la sua permanenza in carcere pongono ogni giorno in pericolo la sua stessa vita e ci inducono ad invocare il fondamentale principio del rispetto della dignità umana.
Le violenze ed i crimini a sfondo religioso, le cui vittime sono spesso le donne, stanno assumendo dimensioni ogni giorno sempre più preoccupanti. Proprio la recente notizia dell'assassinio di una giovane cristiana a Quetta, in Pakistan, probabilmente per un movente religioso, conferma la diffusione del fenomeno e il suo radicamento in quelle aree ove le regole della religione si ergono a legge dello Stato e rendono più difficile il rispetto dei valori fondamentali della dignità umana, della libertà e del principio di uguaglianza.
Ogni forma di aggressione fisica o psicologica orientata da motivazioni religiose e legata all'appartenenza di genere rappresenta la violazione più grande dell'essenza dell'uomo e va combattuta con forza e determinazione.
Occorre quindi lanciare un grido d'allarme contro gli estremismi e promuovere l'impegno di tutti perché nel mondo si affermi una cultura fondata sul rispetto dei diritti dell'uomo e sul contrasto alle dinamiche discriminatorie ancora presenti in molte società.
Affinché questo dramma possa essere affrontato senza pregiudizi e con unità di intenti, serve una mobilitazione costante dell'opinione pubblica, nazionale e internazionale, occorre proseguire con tenacia l'opera di sensibilizzazione al fenomeno, anche attraverso iniziative meritorie e altamente qualificate come quelle promosse dal vostro giornale con appelli e dossier.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
Renato Schifani