Presentazione della relazione annuale della Corte dei Conti per l'anno 2008
4 Marzo 2010
Autorità, Signore e Signori, la presentazione in Senato della Relazione annuale della Corte dei Conti Europea sull'esecuzione del Bilancio dell'Unione, e' una felice tradizione che siamo lieti di ospitare in questa sala. La Corte dei conti europea è l'essenziale presidio della correttezza del bilancio dell'Unione, della sua gestione da parte delle istituzioni e degli organi comuni. Un'istituzione, la Corte dei Conti, che ha un legame genetico con le istituzioni parlamentari, rafforzato in modo significativo dal trattato di Lisbona. La relazione che la Corte dei Conti annualmente predispone circa l'esecuzione del bilancio dell'Unione è sottoposta a un essenziale passaggio parlamentare. E' un'occasione e uno strumento indispensabile per il Parlamento europeo che, proprio dal Trattato di Lisbona, vede rafforzato in modo decisivo il suo ruolo nella procedura con cui si approva il bilancio dell'Unione. Il Parlamento europeo viene posto dal Trattato su un piano di sostanziale parità con il Consiglio, poiché viene a cadere la distinzione tra spese obbligatorie e non obbligatorie che ha limitato fino ad oggi i poteri di intervento dell'assemblea di Strasburgo.
La Relazione che oggi presentiamo sottolinea per la prima volta importanti inversioni di tendenza nel settore, tra gli altri, del sostegno alle piccole e medie imprese e soprattutto dell'agricoltura, che rappresenta la principale area di spesa del Bilancio dell'Unione, a testimonianza della qualità dell'attività di controllo posta in essere in questi anni dalla Corte. Più complessa appare dalla relazione della Corte la gestione di altre e non meno fondamentali voci di spesa dell'Unione, innanzitutto quelle relative alla politica di coesione che da sola assorbe un terzo del bilancio comunitario. E' la stessa Corte a far intravedere nei complicati obblighi giuridici da assolvere il fattore che principalmente incide sulla legittimita' e sulla regolarita' di molte delle operazioni effettuate, e dunque l'esigenza di una sempre maggiore semplificazione delle procedure di spesa. La materia della semplificazione procedurale, a conferma della sua assoluta centralità, è stata oggetto di ripetuta attenzione da parte di rappresentanti del nostro Parlamento oltre che ovviamente del Parlamento europeo. Nei numerosi incontri interparlamentari organizzati su questa materia dal Parlamento Europeo, la richiesta alla Commissione europea di operare in modo ancora più incisivo per semplificare le procedure di spesa e' stata avanzata dai rappresentanti del Senato che di volta in volta vi hanno partecipato, fornendo un contributo spesso rilevante alla riflessione comune sulla semplificazione normativa. Sul terreno del Bilancio europeo i livelli comunitario e nazionale si intersecano profondamente. E' dall'efficienza di entrambi questi poli che scaturisce una sana gestione finanziaria dei fondi europei nell'interesse dei cittadini.
E' necessario quindi che i paesi membri collaborino pienamente con la Commissione Europea e che si impegnino nell'attivare sistemi interni di controllo sull'uso dei fondi europei sempre piu' efficienti. Certo, in un paese come l'Italia, caratterizzato da un forte decentramento della spesa, l'azione di controllo presenta elementi strutturali di maggiore complessità. Su questi tuttavia occorre intervenire a garanzia dell'uso efficiente e corretto delle risorse. In questa prospettiva decisivo è il ruolo della Corte dei Conti e più in generale di tutti gli organi di controllo e di garanzia. In un momento come l'attuale ove così scossa è la fiducia nelle istituzioni pubbliche, il ruolo dei meccanismi di controllo, delle istituzioni di garanzia, appare più che mai cruciale per rafforzare le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche. Più incisiva ed efficace deve divenire la lotta contro ogni fenomeno di corruzione e di uso distorto delle risorse pubbliche. Le risorse che provengono dal bilancio comunitario rappresentano, specie per quanto riguarda le regioni del Mezzogiorno, uno strumento indispensabile di rilancio e di sviluppo. La sfida della coesione nazionale e del rilancio complessivo della nostra economia passa per lo sviluppo del Mezzogiorno. Solo lo sviluppo delle regioni meridionali oggi potrà garantire all'Italia un più alto ritmo di crescita e una più alta competitività.
Come ha ricordato il Presidente della Repubblica a Bruxelles: "un semplice taglio dei fondi destinati alle regioni del sud sarebbe un grave errore: poiché è nel comune interesse europeo promuovere le risorse materiali e umane del sud Italia, sino ad ora largamente sottoimpiegate per creare le condizioni di una maggiore crescita in Italia e in Europa" In questa prospettiva è cruciale per l'Italia la riforma della politica regionale europea. Ma cruciale sarà il contemporaneo dibattito che si sta aprendo sulla riforma del Bilancio europeo e sulle nuove Prospettive finanziarie. Si dovranno fare scelte più coraggiose e ambiziose dei settori sui quali concentrare le risorse. Ne va del futuro del nostro continente, del suo ruolo nel mondo, dell'avvenire dei nostri figli. Dovrebbe essere un'ambizione comune fare del dibattito sul bilancio europeo un momento di confronto alto che coinvolga anche i nostri cittadini. In questa prospettiva il Senato farà la sua parte utilizzando appieno i nuovi strumenti messi a disposizione dal Trattato di Lisbona, che garantiscono un più continuo e diretto confronto tra i Parlamenti nazionali e le istituzioni dell'Unione. Un gruppo di lavoro coordinato dalla Presidente Boldi formulerà proposte e iniziative che, ne sono sicuro, saranno capaci di mettere all'avanguardia in questa materia il Senato. Una banca dati del Senato mette già a disposizione dei parlamentari e dei cittadini le informazioni sui progetti normativi europei per rafforzare il ruolo dell'Italia nella formazione delle scelte dell'Unione. Con questo auspicio ringrazio ancora una volta il presidente Vari per aver promosso questa iniziativa.