Testimoni dei diritti
7 Maggio 2010
Cari studenti, Autorità, Colleghi, torniamo ad incontrarci dopo un anno ed anche questa volta avverto, avvertiamo tutti, la straordinarietà dell'evento. Infatti, ragazzi carissimi, se per voi l'essere in quest'Aula costituisce un fatto memorabile e forse irripetibile, sappiate che anche per me e per i colleghi senatori è un evento non comune ed emozionante. La presenza vostra e dei vostri professori, infatti, è il séguito e la conferma della vitalità di un nostro obiettivo primario: quello delle attività del Senato rivolte al mondo della scuola per avvicinare i giovani all'Istituzione. E il Senato, in quanto Istituzione è una "casa" dei cittadini, al loro servizio.
Non vi sembrino parole enfatiche, carissimi ragazzi. Quest'Aula, l'azione legislativa o, come questa d'oggi, l'azione formativa e informativa, esistono; noi stessi che operiamo qui dentro, esistiamo in quanto elementi al servizio della democrazia, al servizio di una società democratica. Al vostro servizio. Anche per questa ragione noi abbiamo il desiderio, ma anche il dovere, di avervi e di esservi vicini. Questa iniziativa, "Testimoni dei diritti", si rivolge alle classi delle scuole secondarie di primo grado con l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani sul significato più profondo della Dichiarazione Universale approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. E voi che attraverso l'approfondimento e la riflessione siete riusciti a formulare ipotesi di concreta attuazione di uno o più principi in essa riconosciuti, siete la prova non solo della validità della nostra iniziativa ormai giunta alla seconda edizione ma dimostrate con il vostro impegno e il vostro entusiasmo di restituire il senso vivo e pieno a parole che altrimenti con difficoltà potrebbero trovare concretezza e senso nella nostra vita quotidiana.
Due sono infatti le finalità del percorso che vi ha visti impegnati nel corso dell'anno scolastico e ora vi vede protagonisti in quest'Aula. Da una parte far comprendere e conoscere, attraverso lo studio partecipato, i testi della nostra Costituzione e della Dichiarazione dei diritti umani. La conoscenza è, del resto, alla base del nostro comportamento. Dall'altra, fare in modo che i princìpi entrino nella vita di tutti i giorni e che la teoria diventi realtà anche per ciascuno di noi. I vostri lavori, le vostre parole, la metodologia usata fa emergere questo forte pragmatismo. In quest'Aula oggi assieme a voi sono presenti i rappresentanti della Croce Rossa Italiana, una Istituzione che opera in tutto il mondo. L'8 maggio è la giornata mondiale della Croce Rossa e, da cittadini, vogliamo condividere questa festa che appartiene a tutti. I volontari della Croce Rossa sono impegnati ogni giorno in interventi di straordinaria rilevanza sociale a sostegno e soccorso di quanti versano in condizioni di bisogno e difficoltà. Garanzia e guida delle azioni sono i sette principi fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa, che ne costituiscono lo spirito e l'etica: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità.
Adottati a Vienna nell'ottobre 1965 nella ventesima Conferenza Internazionale della Croce Rossa, i principi fondamentali sono garanti dell'azione del Movimento, ma anche della Croce Rossa Italiana e di ogni suo singolo volontario. Certamente anche voi ragazzi ricorderete con particolare emozione e gratitudine gli operatori e i volontari presenti in Abruzzo, dopo il devastante terremoto dello scorso anno. E ancora abbiamo visto questi uomini e queste donne intervenire a Messina e nella Regione Sicilia; e poi nei teatri di guerra, nelle zone colpite da catastrofi di tutto il mondo. Con la loro presenza hanno portato aiuto, soccorso, hanno alleviato le sofferenze in quei luoghi di dolore, sempre con grande spirito di servizio e con immensa umanità. Dobbiamo essere orgogliosi di questi uomini e di queste donne che sono i veri testimoni dei diritti umani e a loro dobbiamo guardare come alto esempio di dedizione agli altri. E voi che siete all'inizio della vostra attività di testimoni dei diritti troverete in loro un valido esempio.
Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; un documento di eccezionale valore etico, sociale, giuridico, e di grande attualità, nonostante i tanti anni decorsi dalla sua promulgazione, che ha ispirato trattati internazionali e ha consentito la realizzazione della Carta internazionale dei diritti umani. Il suo contenuto è recepito nelle legislazioni di Paesi di tutto il mondo e molte Costituzioni si sono ispirate ai principi in essa contenuti. Tuttavia, come voi stessi avete evidenziato, la Dichiarazione universale ha tracciato un percorso non ancora pienamente realizzato in alcuni Paesi. Gli argomenti da voi trattati, il diritto alla vita ed alla sicurezza, il diritto all'istruzione e alla famiglia, il principio di uguaglianza e pari dignità tra tutti gli uomini, sono stati visti nella vostra realtà quotidiana, nelle vostre aule scolastiche, nelle vostre città e presentati con i vostri occhi. Ecco quindi che il diritto all'istruzione viene esaminato come diritto al pieno sviluppo della personalità umana per promuovere la formazione di persone consapevoli e responsabili. Il diritto alla vita ed alla sicurezza significa affrontare temi come la violenza sui minori, contro le donne, la microcriminalità e il bullismo. La tolleranza, il rispetto dell'altro, l'accoglienza degli stranieri non può che iniziare dall'educazione e trovano terreno fertile nell'entusiasmo giovanile. Sappiamo dalla storia che l'integrazione è sempre strumento di avanzamento dei popoli.
Dai vostri lavori emergono richieste che la politica dovrebbe perseguire con maggiore determinazione: perché esse parlano di bisogni, in una parola di futuro: il vostro. Una dimensione che interrogando la politica, la vede, una volta cadute le barriere ideologiche, necessariamente proiettarsi nella realizzazione piena di quei valori che sono alla base della dichiarazione dei diritti dell'Uomo. Persona, cittadino, libertà, istruzione, tolleranza, pace, comprensione, amicizia, riposo e svago, sono state le parole chiave del percorso di studio che vi ha condotti fin in quest'Aula. Da questo luogo parte necessariamente la presa in carico di questioni che sono sicuramente a voi più care ma che posso contribuire alla vostra partecipazione attiva nella vita sociale, culturale e civile della comunità. Tra i vostri diritti c'è anche quello ad una Italia unita; lo abbiamo conquistato da 150 anni e lo dobbiamo alla forte determinazione, al sacrificio estremo di tanti eroi italiani che vollero una Nazione unita e indipendente: migliaia di giovani, come quelli che sbarcarono a Marsala, di patrioti, di soldati, di intellettuali che si batterono per questi sacri principi.
In questi giorni si stanno avviando le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Lavorare oggi con un impegno comune per definire l'architettura di uno Stato più moderno credo sia la via giusta per rafforzare e dare nuova linfa alla coesione del nostro Paese. Come ha ricordato il Presidente Napolitano, "l'Unità nazionale non contrasta, ma si consolida e arricchisce con il pieno riconoscimento e la concreta promozione delle autonomie." E' questo il senso del principio iscritto nell'articolo 5 della nostra Costituzione secondo il quale "la Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie". E' un principio che troppo spesso abbiamo trascurato e di cui forse non abbiamo colto con pienezza la valenza. L'Unità d'Italia è un valore e un fattore decisivo per la coesione sociale, la stabilità delle Istituzioni, il rilancio del Paese. Non c'è una unità contrapposta ai territori, nè è pensabile dare un futuro di prosperità e benessere alle realtà locali al di fuori della crescita dell'intera Nazione. Non c'è contrapposizione tra interesse nazionale e interessi dei territori. Anzi a tutti gli amministratori della cosa pubblica, ai diversi livelli di governo, sono richiesti impegno e responsabilità per saldare in modo forte gli ideali che rappresentano la storia e l'avvenire dei cittadini e delle comunità. Proprio per queste ragioni le celebrazioni che si stanno svolgendo onorano tutti noi e mi auguro fortemente che ci sia il consenso di tutte le istituzioni e forze elettorali e sociali.
Mi auguro che quello stesso spirito di coesione e voglia di unificazione che animò i nostri Padri fondatori dell'Unità nazionale possa essere da modello per un'ampia condivisione politica delle riforme che contribuiranno a rendere il nostro Stato più moderno, più efficiente, più dinamico, più idoneo a soddisfare le esigenze di voi giovani. Mi sento molto vicino a voi,ragazzi. E penso che ogni italiano, ma soprattutto i giovani che sono patrimonio del futuro, abbiano il diritto ad una politica chiara, onesta, etica. Le Istituzioni devono essere esempio di legalità, serietà, efficienza e trasparenza. Dobbiamo essere esempio per tutti. Anche per questo ho deciso di inviare una lettera ai Presidenti delle Commissioni competenti perchè si acceleri l'iter di esame del ddl "anticorruzione". E' una mia decisione personale e politica. Lo considero un atto dovuto a tutti voi ragazzi e agli italiani. Grazie, a voi ed ai vostri professori, per l'impegno seriamente profuso; grazie anche in nome del vostro futuro che è anche il nome dell'Italia che sarà.