Le infrastrutture nel tempo della crisi
16 Giugno 2009
Autorità, Signore e Signori,
il Convegno di oggi, sulle infrastrutture nel tempo della crisi, darà certo un contributo rilevante al dibattito di questi mesi su questioni fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese e del mondo intero. Alla luce della crisi dell'ultimo anno bisogna, infatti, ripensare i modelli di analisi e i programmi di intervento, le energie da mobilitare e i cambiamenti da attuare e dare vita ad un disegno progettuale e decisionale di ampio respiro. Il valore della responsabilità collettiva ed individuale dovrà essere riaffermato con forza, come pure i principi della libertà, della solidarietà e della tutela delle fasce deboli.
L'uomo deve ridiventare il custode della natura. Anche le politiche di innovazione e modernizzazione dovranno esprimersi secondo questo modello culturale. Un uso sempre migliore delle risorse costituirà un vantaggio enorme per la stessa crescita della produttività e della ricchezza.
Stiamo vivendo un cambiamento radicale, proprio quel cambiamento di cui da tempo parlava Lorenzo Necci nei suoi libri, dimostrando ancora una volta quella capacità di visione che tutti, sempre, gli hanno riconosciuto. E' importante, pertanto, gestire questa trasformazione. Anche dalla crisi, possono nascere fatti positivi. Questo è il momento dei grandi mutamenti che investiranno il sapere, l'economia, le ragioni stesse di una nuova coesione. In questa prospettiva una politica del Sistema Infrastrutturale è fondamentale.
Occorre immaginare che l'intero Paese sia collegato da una rete infrastrutturale integrata, come aveva già progettato e scritto anni fa Necci. E' necessario mettere " Il Sud in rete", attraverso un sistema che, partendo da meccanismi telematici innovativi ed evolutivi, dia vita ad un insieme collegato di strade, autostrade, ferrovie, aeroporti, porti, interporti. L'Alta Velocità ha senso se è parte integrante della "L" ferroviaria che arriva fino all'estremo Sud.
Proprio in questa prospettiva il Paese dovrà ascoltare le ragioni del Sud. Le politiche di infrastrutturazione devono consentire al Mezzogiorno di riagganciare le aree più sviluppate dell'Europa. Occorrerà, pertanto, utilizzare al meglio l'opportunità offerta dall'APEM Assemblea per l'Euromediterraneo che l'Italia presiederà il prossimo anno.
Le ragioni del Sud sono anche quelle di una lettura geo-politica della missione dell'Italia nel Mediterraneo. Il Mezzogiorno costituirà una punta avanzata di questa missione, proprio alla luce della sua posizione geografica. E' importante comprendere che la sfida per la modernizzazione del Paese è fondamentalmente una sfida per il Sud.
Occorre pertanto far riferimento a progetti concreti: il Ponte sullo Stretto, che deve essere inserito in un necessario contesto di infrastrutturazione ferroviaria; il più efficiente collegamento via rotaia della Sicilia sia con il resto del Paese che nel suo interno; lo sviluppo dei porti; una migliore rete autostradale, una rete idrica - anche questa è una infrastruttura- efficiente e utile. E' giunto il momento di utilizzare questa straordinaria collocazione geografica, che può portare occupazione e benessere se effettivamente valorizzata.
Sono certo che da questo pomeriggio di libero confronto fra tanti, autorevoli esponenti del mondo politico e civile, fra tanti rappresentanti del Sistema infrastrutturale, verranno preziosi contributi per l'azione delle nostre Istituzioni e per il progresso del nostro Paese.
Buon lavoro a tutti.