Tavola rotonda in occasione della presentazione dell'ultimo volume della Rivista Percorsi Costituzionali, "Corruzione contro Costituzione"
18 Dicembre 2012
Autorità, Signore e Signori,
il Senato della Repubblica é oggi particolarmente lieto di ospitare la tavola rotonda in occasione della presentazione dell'ultimo volume della Rivista "Percorsi costituzionali".
Una pubblica amministrazione più efficiente e di qualità rinvigorisce il rapporto di fiducia tra Cittadini e Istituzioni.
La qualità ed efficienza dei servizi pubblici sono direttamente connessi ai diritti dei cittadini e misurano in concreto lo stato di democrazia della nostra Italia.
Il Paese é oggi di fronte alle profonde trasformazioni imposte dalla globalizzazione economica e finanziaria e deve confrontarsi con una concorrenza economica sempre più agguerrita.
Lo scenario in atto ci impone un deciso cambiamento, in vari settori, per rinsaldare le stesse prospettive di crescita economica dell'Italia per il futuro.
Nelle statistiche internazionali sulla corruzione, tra i paesi sviluppati, l'Italia è oggi ai primi posti: un aspetto patologico che determina l'inefficienza dei servizi pubblici e che è insostenibile sotto il profilo della tenuta civile della vita sociale.
La corruzione diffusa e sistemica ha riflessi negativi sulla crescita economica del Paese e sulla qualità del suo assetto civile e sociale.
La corruzione altera la libera concorrenza, favorisce la concentrazione della ricchezza su coloro che accettano e beneficiano di tali pratiche, nel pubblico come nel privato, a grave danno dei non corrotti.
Proprio recentemente la Corte dei Conti ha stimato in 60 miliardi di euro annui il costo del fenomeno nel settore pubblico.
A questo vanno aggiunti gli effetti "indiretti", riconducibili ai ritardi nella definizione delle pratiche amministrative, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici e dei meccanismi a presidio degli interessi collettivi.
Ulteriori aspetti negativi sono costituiti dall'inadeguatezza delle opere pubbliche, dei servizi pubblici e delle forniture pubbliche così come dall'insufficiente controllo sull'attività di trasformazione del territorio e sulla non oculata allocazione delle scarse risorse pubbliche.
La corruzione mina alla radice la fiducia dei mercati e delle imprese, provocando una perdita di competitività che allontana dagli investimenti.
Un recente studio della Banca Mondiale, condotto su un ampio numero di Paesi, ha evidenziato che imprese costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta, e che devono pagare tangenti, crescono in media quasi del 25% di meno di quelle che non si misurano con tale problema.
La corruzione é perciò uno dei più perniciosi fattori di disgregazione economica oltre che sociale.
In definitiva, il fenomeno della corruzione produce costi enormi per il Paese, destabilizzando sia le regole dello Stato di diritto che quelle del libero mercato.
Ma ci sono ulteriori danni, di tipo più "sistemico", non misurabili in termini economici, che riguardano i valori fondamentali per la tenuta dell'assetto democratico.
Sul piano politico istituzionale, non possono sottacersi gli effetti di disaffezione nel rapporto tra cittadini e istituzioni: un grave pregiudizio alla fiducia nelle Istituzioni, quella fiducia che é la linfa vitale nella vita democratica di una Nazione, un bene assoluto, che va difeso ad ogni costo.
Nel restituire qualità dei servizi e autorevolezza alla pubblica amministrazione, diviene indispensabile porre in essere ogni mezzo di contrasto, per ridurre la portata del fenomeno e limitarne i danni.
Occorre farlo senza esitazioni e con assoluta severità in ogni settore della vita pubblica.
In questa direzione, é necessario un netto cambio di linea nella cultura e nei comportamenti amministrativi.
La Legge numero 190, appena approvata dal Parlamento è il punto di partenza.
Occorrerà poi affiancare ad essa l'adozione di piani e procedure di organizzazione per le amministrazioni in funzione di prevenzione del fenomeno, occorrerà adottare codici e protocolli di comportamento rivolti a tutti gli operatori della Pubblica amministrazione.
Si deve poi procedere verso un generale innalzamento dei livelli di trasparenza e della qualità dei sistemi di responsabilità disciplinare.
Favorire i comportamenti virtuosi nei pubblici funzionari aiuterà ad assicurare la centralità e il valore dell'etica pubblica nella vita della Nazione.
In definitiva serve un cambiamento culturale complessivo sia nella società che nelle Amministrazioni, perché, come affermava Orazio: "le leggi sono vane senza un cambio di costumi e buoni esempi di comportamenti virtuosi".
La corruzione ostacola il ricambio e il miglioramento qualitativo delle classi dirigenti, è un freno allo sviluppo sociale oltre che economico, perché impedisce il pluralismo, la mobilità tra i vari ceti, l'emersione del merito.
In definitiva, è un impedimento al percorso verso una società più democratica e più giusta, dove anche i più deboli ed indifesi hanno diritto di essere ascoltati e valorizzati.
E' allora imperativo categorico di tutti, soprattutto delle Istituzioni, lottare contro questo fenomeno, nel pubblico come nel privato, per tendere sempre più alla buona gestione della res publica, che tutti siamo tenuti a promuovere e a tutelare sopra ogni cosa.
Certo, non esistono ricette infallibili, ma isolare questo fenomeno odioso e mortificante significa fare squadra contro i corrotti, avere il coraggio di emarginarli, di additarli come parassiti della nostra società.
Non cessare mai di perseguirli e rendere sempre più difficile le loro azioni, significa sapere comprendere e fare capire ai nostri italiani che nessuno sconto può essere concesso a chi ruba per se stesso e sottrae alla comunità sana.