Il Presidente: Discorsi
"Cercare amici in Oriente. Comunicare l'Italia, comunicare la Cina"
Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani in Sala Zuccari
24 Luglio 2012
"Cercare amici in Oriente". Questo titolo è anche il tema del nostro convegno. Con la presentazione della rivista Cinitalia, edita da Radio Cina Internazionale in stretta collaborazione con l'associazione Unitalia si crea un luogo privilegiato per lo scambio di conoscenza e informazione, e per avviare un vero dialogo tra civiltà.
Ringrazio i relatori, Cesare Romiti, Presidente della Fondazione Italia-Cina, Ding Wei, Ambasciatore della Repubblica Popolare di Cina in Italia, Gao Shijun, Direttore Generale Europa di Radio Cina Internazionale. Ringrazio la Autorità e tutti i presenti.
I "nostri" Marco Polo e Matteo Ricci - l'indimenticato "Li-Mato", la cui statua a Pechino è ancora oggetto di rispetto e venerazione - avevano cercato e trovato tanti amici in Oriente.
E Giorgio La Pira, democristiano e cattolico, ancora prima dell'inizio delle relazioni diplomatiche Italia - Cina scriveva: "La prua della nave deve essere sempre orientata verso Pechino".
In questo solco ci muoviamo anche noi, oggi che abbiamo compiuto tanti passi in avanti tra i nostri due Paesi.
In questa lunga strada il Senato della Repubblica, che mi onoro di presiedere, mantiene un primato.
E con l'incontro di questa sera vorrei che questo "privilegio senatoriale nel dialogo con la Cina" dia nuovamente i frutti e i segni di una nuova tappa.
Già il mio predecessore alla presidenza del Senato, Vittorino Colombo, aveva svolto con la Cina la lungimirante funzione di apripista, presiedendo l'Istituto Italo Cinese per gli Scambi Economici e Culturali e la Camera di Commercio Italiana in Cina, ma ancor di più instaurando rapporti con i massimi dirigenti della Repubblica Popolare Cinese, con lo stesso Deng Xiaoping, che avviò il suo Paese alla "riforma dell'apertura", all'inizio della modernizzazione di uno Stato che oggi possiamo definire un "Paese indispensabile".
Proprio in questa prestigiosa sala Zuccari ho potuto presentare, nel novembre di due anni fa - dopo i miei incontri con il Presidente Hu Jintao e il Primo Ministro Wen Jiabao - il volume curato dall'Archivio storico del Senato sui quarant'anni di amicizia tra Italia e Cina, pubblicato grazie anche al contributo dell'Associazione parlamentare Amici della Cina, fondata da Vittorino Colombo e ora presieduta dal collega Giuseppe Menardi .
In quel momento stavamo celebrando il quarantennale delle nostre relazioni diplomatiche, inaugurate il 6 novembre del 1970 e festeggiavamo l'apertura dell'Anno culturale della Cina in Italia, che faceva seguito all'Anno culturale dell'Italia in Cina del 2006.
Il senatore a vita Giulio Andreotti, più volte Presidente del Consiglio e Ministro degli esteriper lunghi anni presidente della Fondazione Italia-Cina ha segnato con gesti simbolici l'impegno politico e l'amicizia del nostro Paese con la Repubblica popolare Cinese. Cito per brevità la sua prima missione a Pechino nel 1973 quale Ministro degli esteri italiano, in seguito all'instaurazione delle relazioni diplomatiche aperte da un altro nostro collega: il Senatore a vita Emilio Colombo, allora, nel 1970, Presidente del Consiglio.
La Cina è Paese "indispensabile" per storia e cultura, per dimensione politica ed economica.
Nei giorni scorsi il primo ministro Wen Jabao ha rimarcato la "complessità e la severità" dell'attuale momento dell'economia cinese, perché nel secondo trimestre di quest'anno l'incremento del PIL è stato del 7,6 per cento, a fronte di una previsione stimata dell'8 per cento.
La formula di "cercare la crescita nella stabilità" che il governo di Pechino ha adottato con politiche di stabilizzazione sempre più mirate e nuovi piani di sviluppo di medio e lungo termine, è la piattaforma di azione condivisa ad ogni livello dello Stato, dove l'orizzonte è ora quello di ottenere lo sviluppo aumentando il consumo interno.
All'impegno del Governo cinese fa da sfondo quello del suo popolo, attivo e partecipe al radicale cambiamento prodotto dalle politiche di urbanizzazione, di modernizzazione, di apertura sempre più potente al mondo esterno.
In questo panorama, l'Italia occupa un posto di tutto rispetto: siamo il quarto partner commerciale della Cina, con 39 miliardi l'anno di interscambio; tra i nostri due Paesi esiste dal 2004 una accordo di partnership strategica.
Lo scorso anno abbiamo approvato un "piano di azione triennale sul rafforzamento della cooperazione economica" per riuscire a raddoppiare il volume del commercio tra i nostri due Paesi fino alla cifra di 80 miliardi entro il 2015.
Le riforme che l'Italia sta portando avanti, quindi - grazie al sostegno della maggioranza di questo Parlamento - parlano al cuore della Cina che cerca partner solidi per i suoi investimenti, e un'Italia forte e credibile saprà anche essere un primario attore nelle trattative per un accordo commerciale Unione Europea - Cina.
Il nostro confronto con Pechino vuole allora ancor più essere politico, nutrendo allo stesso tempo un dialogo autentico tra due popoli, le cui millenarie culture danno un risultato che nessuno può eguagliare.
La Cina di oggi ha compreso, e noi con lei, che ai limiti politici e geografici si sono sostituite le interconnessioni rapidissime di un mondo globale che esige l'impegno di tutti per uno sviluppo globale ma integralmente umano.
Un mondo nuovo dove la Cina sia vicinissima: non solo per la sua presenza crescente nel Medio oriente o in Africa, ma in modi inaspettati.
Mi rallegra ad esempio sapere che il flusso dei giovani cinesi che scelgono il nostro Paese come meta dei loro studi universitari è passato in pochi anni da alcune centinaia a oltre 5 mila l'anno - proprio grazie all'associazione Unitalia, partner di Radio Cina Internazionale.
È un'ulteriore comunità cinese, giovane, vibrante ed attiva, che sbarcando trova e si aggiunge alla comunità cinese già residente, la quale è ormai una comunità "storica": i primi immigrati cinesi arrivarono nel nord Italia nel 1918.
E potremmo anche pensare, perché no, di celebrare con iniziative congiunte tra pochi anni questo centesimo compleanno "comunitario".
"Cercare amici in Oriente", e poi "Comunicare l'Italia, comunicare la Cina", questo recita integralmente il titolo del nostro incontro.
Cinitalia, la rivista dedicata interamente alle relazioni tra Italia e Cina, ad una sempre maggiore, reciproca e proficua comprensione avrà certamente in questo percorso di interscambio e di "amicizia" un ruolo di immensa utilità.
Il Senato della Repubblica e il suo Presidente sono e saranno attenti ad accompagnarequesto cammino equesta ricerca.
Vi ringrazio.