Vigilanza Rai: discorso pronunciato in Aula dal Presidente Schifani, in apertura della seduta pomeridiana di giovedì 5 luglio 2012
5 Luglio 2012
Onorevoli Colleghi,
ho ricevuto oggi pomeriggio una lettera a firma dei Capigruppo Finocchiaro, D'Alia, Rutelli e Belisario nella quale mi si chiede un chiarimento relativamente alla sostituzione di un componente della Commissione di vigilanza sulla RAI, avvenuta ieri.
Di norma le decisioni della Presidenza sono inappellabili e su di esse non si apre di regola alcun dibattito. Tuttavia, nello spirito di collaborazione e di lealtà reciproca che da sempre caratterizza i rapporti tra la Presidenza del Senato, i Capigruppo e tutti i senatori, ho ritenuto opportuno rispondere alla richiesta di chiarimenti con la "tempestività" invocata dai Capigruppo firmatari della lettera.
Desidero pertanto esporre all'Assemblea lo svolgimento dei fatti.
Il 12 giugno scorso il Presidente del Gruppo di Coesione Nazionale, senatore Viespoli, inviava al Presidente del Senato, al Presidente della Camera dei deputati e al Presidente della Commissione di vigilanza la seguente lettera:
"Desidero portare definitivamente all'attenzione delle Signorie Loro come la mancata applicazione ad oggi dell'articolo 2 del Regolamento della Commissione bicamerale di vigilanza sui servizi radiotelevisivi determini la imperfezione dell'organismo parlamentare.
A tale riguardo ritengo indifferibile l'intervento delle Signorie Loro in tempo utile affinchè le delicate, prossime scadenze di interesse della Commissione bicamerale possano trovare l'organismo nella sua piena legittimità costitutiva e non vedere così alterata la democratica espressione della volontà parlamentare"
Successivamente, in data 18 giugno, il Presidente della Camera dei deputati riteneva di indirizzarmi sulla questione la lettera seguente:
"Onorevole Presidente,
faccio riferimento alla lettera in data 12 giugno u.s. a firma del sen. Pasquale Viespoli, con la quale questi sottopone ai Presidenti delle Camere e al Presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi la questione relativa alla mancata applicazione dell'articolo 2 del regolamento interno della Commissione medesima, il cui comma 1 prevede che i componenti della Commissione siano nominati dai Presidenti delle due Camere, sulla base delle designazioni effettuate da tutti i Gruppi parlamentari e in maniera da assicurarne la rappresentanza proporzionale.
Il tema sollevato attiene evidentemente alla mancata rappresentanza in tale organo del Gruppo Coesione nazionale, presieduto dal sen. Viespoli. Poiché tale Gruppo risulta costituito esclusivamente presso il Senato della Repubblica, desidero informarLa che ho risposto al sen. Viespoli nel senso che la questione posta non può che trovare soluzione nell'ambito della quota di seggi spettanti a tale ramo del Parlamento".
La richiesta del Presidente Viespoli trovava indubitabilmente fondamento nell'articolo 1 della legge 14 aprile 1975, n. 103, e nell'articolo 2, comma 1, del Regolamento interno della Commissione di vigilanza, i quali prevedono la garanzia della rappresentanza di tutti i Gruppi parlamentari nella Commissione medesima.
Pertanto, questa Presidenza si attivava, in primo luogo, per individuare - in base a un ricalcolo proporzionale dei venti seggi spettanti al Senato - quale Gruppo dovesse cedere un proprio rappresentante in favore del Gruppo di Coesione Nazionale e lo riscontrava nel Gruppo del Popolo della Libertà, la cui consistenza - per soddisfare tale esigenza - doveva ridursi da 9 a 8 componenti.
In secondo luogo, questa Presidenza procedeva - secondo una prassi ormai consolidata - ad esercitare, con contatti informali, un'azione di moral suasion sul Presidente del Gruppo del Popolo della Libertà affinché segnalasse il nominativo del senatore eccedentario.
Come spesso accade, non sempre questi tentativi di composizione amichevole si risolvono con l'auspicata celerità; tanto è vero che talvolta si è dovuto ricorrere - mai peraltro da parte di questa Presidenza - addirittura a sostituzioni forzose, come testimoniano alcuni precedenti, riscontrabili fin dalla X Legislatura nelle Commissioni bicamerali, compresa la stessa Commissione di vigilanza.
Come è noto, il 26 giugno scorso si è tenuta, presso la Commissione di vigilanza, la prima votazione per l'elezione del Consiglio di Amministrazione della RAI. I successivi due scrutini avevano luogo nella giornata del 3 luglio.
Ieri mattina, a conclusione della seduta dell'Assemblea, il Presidente Viespoli ha preso la parola al fine di reiterare con forza la propria richiesta, denunciando la "illegittimità" della composizione della Commissione.
A tale intervento, il Presidente di turno rispondeva che avrebbe sottoposto questo "tema delicato" al Presidente del Senato, al fine di una "risposta oggi al termine dei nostri lavori".
A fronte di tali argomenti, questa Presidenza era indotta a sollecitare nuovamente, per iscritto, il Presidente del Gruppo parlamentare del PDL, il quale rispondeva indicando il nominativo del senatore eccedentario, che pertanto cessava di appartenere alla Commissione medesima.
Da quel momento, è stato possibile consentire al Gruppo di Coesione Nazionale di partecipare ai lavori della Commissione attraverso la presenza dello stesso Capogruppo, secondo l'indicazione data dal Presidente Viespoli.
Si ricorda, infatti, che l'atto formale di nomina è del Presidente del Senato, ma sempre sulla base delle designazioni dei Capigruppo.
Il nuovo componente della Commissione, senatore Viespoli, ha potuto così partecipare alla quinta votazione tenutasi questa mattina. Si ricorda che ogni seduta della Commissione di vigilanza, anche se convocata per l'elezione di un organismo esterno, è in sé compiuta.
Infatti, come può facilmente evincersi dai resoconti, al termine di ciascuna delle quattro riunioni - che non hanno avuto esito - tenutesi tra il 26 giugno e il 4 luglio, il Presidente ha dichiarato "tolta" (e non sospesa) la seduta. Si è trattato infatti di tre (quattro, con quella di questa mattina) distinte sedute, ciascuna distintamente numerata (113, 114, 115 e 116), e non di un unico seggio elettorale.
Pertanto, legittima è stata la nomina del senatore Viespoli, nel rispetto di una norma di legge che prevede la rappresentanza obbligatoria di tutti i Gruppi parlamentari, e legittimamente il senatore Viespoli ha potuto partecipare ai lavori.
Onorevoli colleghi, ho voluto fornire queste spiegazioni - lo ribadisco - al fine di "ripristinare relazioni istituzionali improntate al rispetto ed alla lealtà reciproca" così come richiesto dai Presidenti Finocchiaro, D'Alia, Rutelli e Belisario e con la tempestività da loro stessi invocata.