Cerimonia celebrativa del 156° anniversario della fondazione della Polizia
17 Maggio 2008
Autorità, Signore, Signori
E' con l'orgoglio del cittadino e, insieme, con l'onore di rappresentare il Senato che sono qui tra voi oggi - come ieri ero a Roma - nel 156° anniversario della fondazione della Polizia. Ringrazio per l'invito il Questore di Palermo e saluto con cordialità le Autorità civili, militari e religiose oggi presenti. Saluto tutte le persone qui riunite per l'occasione, che con la loro calorosa partecipazione rappresentano, direi quasi plasticamente, la stima e l'affetto dei cittadini per il corpo della Polizia.
Ringrazio e saluto, in particolare e con grande calore, le donne e gli uomini della Polizia oggi presenti in questa piazza palermitana e quelli che, in tutta Italia, con abnegazione e senso del dovere prestano il loro insostituibile, silenzioso, quotidiano servizio. Un pensiero commosso, in particolare, rivolgo a tutti coloro che vestendo questa divisa, hanno perso la vita per assicurare a tutti il sicuro e sereno dispiegarsi delle proprie esistenze, per consentire alla nostra democrazia di crescere nel pluralismo e nella libertà. Il loro sacrificio e il loro spirito di servrzio sono per noi fermo monito e ineludibile stimolo a perseguire, con le armi della politica, quegli obiettivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di pubblico soccorso che da oltre un secolo e mezzo la Polizia - insieme a tutte le forze del comparto della sicurezza - si pone, a tutela dei cittadini e del libero e ordinato svolgersi delle loro attività.
Da poche settimane la democrazia italiana è entrata in un nuovo contesto politico-istituzionale. Viviamo un nuovo clima di condivisa partecipazione e non già di opposizione sterile e preconcetta. Questa alta idea si sta facendo strada, non senza fatica, in questo inizio di legislatura. A livello nazionale si sta quindi aprendo una fase che nelle aspettative appare densa di obiettivi da raggiungere, aspettative sulle quali il Parlamento e il Governo dovranno impegnarsi perché i risultati corrispondano alle esigenze del Paese. E' auspicabile pertanto che nessuno tenti, come è già successo nelle stagioni peggiori del nostro Paese, di minare questo dialogo per trarre profitto, quantomeno politico, dalla contrapposizione sterile.
Ebbene, di questo nuovo clima può beneficiare anche la lotta al crimine. Questa azione ci consentirà di perseguire e di ottenere il bene più importante, cioè la crescita del nostro Paese e l'affermazione dei valori della Costituzione repubblicana di cui quest'anno abbiamo celebrato il sessantesimo anniversario della sua entrata in vigore.
Abbiamo la viva speranza, quindi, che la stagione politica che si apre sia non soltanto quella delle riforme auspicate e condivise, non imposte, ma anche dell'affermazione della legalità come valore irrinunciabile.
Oggi più che mai, l'emergere di una vera e propria "questione sicurezza", sempre più sentita nel dibattito politico e nelle coscienze, ci impone infatti una riflessione sulla rinnovata centralità della Polizia, sulle sue funzioni di tutela ordinamentale e sulle linee evolutive per il prossimo futuro. L'Italia sa di chiedere molto alle Forze dell'Ordine e lo Stato saprà riconoscere e ricompensare questa alta missione.
Preoccupa il dilagare di fenomeni di criminalità comune, con forme spesso tanto efferate quanto insensate di violenza. Episodi che vedono purtroppo, con sempre maggiore frequenza, coinvolti giovani e giovanissimi, come la tragedia che ha colpito, proprio qui in Sicilia a Niscemi, Lorena, appena adolescente, uccisa senza pietà e di cui si celebrano oggi i funerali. Intendiamo manifestare lo sgomento per questo terribile evento ed esprimiamo il profondo cordoglio alla famiglia Cultraro, alla quale ci sentiamo particolarmente vicini.
Questi episodi sollecitano una risposta tempestiva ed efficace e di questa risposta le Forze dell'Ordine sicuramente sono state e sapranno essere sempre protagoniste. Al contempo, non può sfuggire come il lavoro delle Forze di Polizia debba mediare e filtrare le istanze di protesta ed il malcontento della popolazione. Il senso di insicurezza presente talvolta in alcuni settori della società civile non deve mai trasformarsi in atti di autotutela, di violenza e di reazione indiscriminata, che si collocano al di fuori della corretta gestione dell'ordine pubblico e sollecitano una decisa condanna.
So quanto sia difficile tradurre tutto questo nella quotidianità dei servizi, dei turni, dei rischi, dei timori di ciascuno. So quanto sia difficile soprattutto per voi, agenti palermitani, costretti a lavorare in uno dei più complicati contesti ambientali italiani, in presenza di una criminalità odiosa e insidiosa, quella di stampo mafioso, contro cui solo un impegno incrollabile, supportato dal sostegno autentico delle Istituzioni e sospinto dal contributo crescente, orgoglioso e coraggioso della popolazione, può dare una risposta efficace.
Ci vorrà calma, pazienza e tempo, ma succederà, una risposta vincente e definitiva sarà data.
La nostra amata Sicilia ha bisogno di legalità e di sicurezza, lo sapete voi più di chiunque altro, voi che insieme ai magistrati, ai carabinieri, ai finanzieri, siete impegnati in questa sfida complessa e articolata. So che non vi mancano le capacità e sono certo che non vi mancherà il supporto e l'attenzione delle Istituzioni, di cui mi faccio garante, esprimendo un pensiero di sostegno e di assunzione di responsabilità, mio personale e di tutti i colleghi senatori.
Come ho avuto modo di affermare in occasione del discorso di insediamento alla Presidenza del Senato, siamo consapevoli che legalità e sicurezza siano le richieste più pressanti che vengono dai cittadini italiani. Per questo motivo è necessario intensificare e migliorare le strategie per combattere la criminalità che sta rendendo invivibili ampie aree del nostro Paese, una criminalità che sfrutta l'immigrazione clandestina approfittando della disperazione di ampie masse di popolazioni attratte in Italia dal mito del facile guadagno instillato ad arte da parte delle organizzazioni criminali.
In quest'azione, oltre alla costante attenzione delle forze politiche, un grande ruolo hanno avuto la magistratura e la polizia giudiziaria, proseguendo quella fruttuosa opera che da sette anni ad oggi ha consentito la cattura di pericolosi latitanti ai vertici della criminalità organizzata, recidendo molti rami della mala pianta del racket delle estorsioni.
La mafia si deve e si può sconfiggere. E i successi di questi ultimi tempi lo dimostrano. Né temiamo distrazioni per via di questi ottimi risultati. L'azione di contrasto alla criminalità organizzata seguiterà con tenacia e abnegazione.
Alcune annotazioni poi desidero formulare sul tema delle misure restrittive patrimoniali. L'azione contro la criminalità, infatti, non può risultare efficace se, oltre a perseguire i responsabili dei reati con misure restrittive della libertà personale, non si recidono legami tra la criminalità e gli interessi economici. Questo obiettivo potrà e dovrà essere raggiunto sia mantenendo alto l'impegno sull'aggressione e confisca dei patrimoni mafiosi, sia sulle dinamiche che portano la mafia a divenire protagonista, inquinandola, della parte sana e produttiva dell'economia reale del Paese.
In questa prospettiva, la Prefettura ha svolto e deve continuare a svolgere un ruolo costante ed incisivo di coordinamento e di raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge. Determinante appare pertanto il coinvolgimento delle Amministrazioni il cui ruolo istituzionale è chiamato ad accelerare e snellire il procedimento amministrativo di destinazione del bene.
Le cifre dei risultati raggiunti nell'ultimo periodo in questa Provincia, con la cattura di 10 latitanti, con oltre 192 milioni di euro di beni sequestrati, un milione e mezzo di beni confiscati, 450 espulsioni di clandestini testimoniano l'impegno della Prefettura e delle Forze dell'Ordine e ci fanno ben sperare per il prossimo futuro.
I segnali più allarmanti ci provengono dalle istituzioni internazionali e comunitarie, sempre più attente e sempre più decise nel reclamare strumenti normativi nuovi ed efficaci, una maggiore professionalità degli operatori impegnati su tale fronte e, cosa ancora più importante, una cooperazione sempre più fluida e costante, alla quale guardiamo con fattivo interesse, fra i soggetti istituzionali coinvolti e tra le autorità giudiziarie dei vari paesi interessati.
La nostra amata Sicilia non si è mai piegata, né mai data per vinta alla mafia, come talvolta qualcuno che conosce poco la nostra Regione è indotto a pensare. Essa è stata invece capace di rialzarsi e gridare il suo rifiuto alla violenza, alla prepotenza, all'illegalità.
In questa battaglia, come in tante altre, sappiamo che sia il Nord che il Sud del nostro Paese saranno uniti, perché la differenza delle istanze politiche delle due aree del Paese non impedisce di preservare l'indissolubile legame esistente tra le due parti dell'Italia. Quest'azione dobbiamo ai nostri giovani, ai nostri figli. Come si suole infatti dire, dobbiamo ricordare che la terra su cui viviamo non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, l'abbiamo avuta in prestito per i nostri figli.
Dal territorio sono giunti, anche di recente, crescenti segnali di reazione della cittadinanza ed il "no" coraggioso e ammirevole degli imprenditori: un numero notevole e crescente di denunce, una ribellione mai tentata contro la schiavitù delle estorsioni. Perché a questi segnali segua però la repressione è necessario che lo Stato si manifesti come presenza rassicurante, pena il rischio di sprecare questa occasione.
Non possiamo e non dobbiamo pertanto mai ignorare quei fattori di contesto che, necessariamente, debbono essere presi in considerazione quando si progetta l'azione di contrasto alla criminalità, sia comune che mafiosa. Sono necessari fatti concreti per la lotta alla mafia: è assolutamente necessaria e doverosa la più ferma unità di tutte le forze politiche contro la mafia e la criminalità organizzata.
Ho sempre sostenuto questo pnncipro strategico e continuerò a farlo con convinzione e determinazione. Dinanzi al nemico comune, infatti, non può esservi partigianeria politica. E' indispensabile, quindi, che vi sia una sola bandiera, quella della politica unita contro la criminalità organizzata.
Ma non solo; occorrono anche strumenti di incentivazione dell'occupazione giovanile, della fiscalità di vantaggio, per favorire lo sviluppo socio-economico delle regioni del Mezzogiorno d'Italia, della trasparenza e dell'efficienza dell'azione amministrativa, delle buone politiche per la casa e per la famiglia e di buone infrastrutture.
Auguro, in questo giorno di festa, alle poliziotte e al poliziotti buon lavoro, nella certezza che il vostro impegno continuerà a dare frutti preziosi e condivisi, aiuterà il Paese a rispondere con fiducia e coraggio alle difficili sfide del futuro, saprà cementare il legame tra Forze dell'Ordine e tessuto sociale. Quel legame che costituisce il terreno sul quale affondano le radici delle nostre speranze migliori, del nostro amore per la Sicilia, del nostro credere fortemente in un domani di legalità, serenità e fiducia.
Viva la Polizia di Stato, viva l'Italia!
Vi ringrazio.