L'Assemblea ha avviato la discussione generale della riforma del sistema elettorale (ddl n. 3633), alla discussione della quale la Conferenza dei Capigruppo ha destinato complessivamente 44 ore e 30 minuti delle quali ben 35 ore per le operazioni di voto sui circa 5000 emendamenti presentati dall'opposizione.

Per la maggioranza, i sen. Eufemi (che ha definito la legge un successo dell'iniziativa dell'UDC), Malan e Pastore (FI) hanno difeso la correttezza della decisione di cambiare la legge elettorale a fine legislatura, ricordando i provvedimenti in materia elettorale o sul conflitto di interessi proposti dal centrosinistra per danneggiare la coalizione avversaria ed in particolare l'on. Berlusconi. La riforma proposta, grazie al ritorno al proporzionale, alle soglie di sbarramento ed al premio di maggioranza, rispondera alle esigenze di rappresentativita, governabilita e stabilita del sistema, non soddisfatte dal vigente sistema elettorale misto, che ha causato la moltiplicazione delle forze politiche, spesso occasionali e localistiche, ma determinanti per il raggiungimento della maggioranza nei collegi.

Diametralmente opposto il giudizio del sen. Angius (DS), il quale ha anzi sottolineato come nelle intenzioni della maggioranza la legge, inutile e tecnicamente sbagliata, abbia lo scopo di determinare maggioranze risicate e una situazione di ingovernabilita nella prossima legislatura. Preoccupanti per il regolare funzionamento della democrazia sarebbero anche gli effetti della riforma sulla legge sul finanziamento dei partiti (legge n. 515 del 1993).

Preso atto che tutti i rimanenti iscritti a parlare per l'opposizione hanno rinunciato ad intervenire, il presidente di turno Fisichella ha dichiarato chiusa la discussione generale. Il sottosegretario D'Ali ha definito praticabile il meccanismo elettorale proposto.

In chiusura di seduta il sen. Petrini (Margh) ha protestato per il contingentamento dei tempi della discussione della riforma elettorale.