Con 175 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti il Senato ha accordato la fiducia al secondo Governo Berlusconi. Prima del voto finale, il Presidente del Consiglio ha replicato alle critiche rivoltegli nel corso della discussione, respingendo l'accusa di genericità del programma che anzi si fonda su impegni precisi, dettagliatamente indicati agli elettori e in parte già oggetto di provvedimenti legislativi in avanzata fase di predisposizione. Dopo aver ribadito l'intenzione di voler conseguire tutti gli obiettivi promessi in tema di riduzione graduale del carico fiscale, di realizzazione di grandi opere infrastrutturali e di rilancio del Mezzogiorno, Berlusconi ha confermato l'impegno europeista in politica estera e il percorso riformista che il Governo intende seguire sui fronti della giustizia, dell'istruzione (con il blocco della riforma dei cicli scolastici), del lavoro e del federalismo.

Sulla mozione di fiducia presentata dai senatori Schifani, Nania, D'Onofrio, Moro, Del Pennino e Crinò si sono quindi succedute le dichiarazioni di voto con le quali i Gruppi parlamentari hanno ribadito le posizioni già espresse nel corso della discussione di ieri.