Con 124 voti favorevoli, 90 contrari e 3 astenuti il Senato ha approvato, al termine di un lungo dibattito sul cui proficuo e qualificato andamento hanno espresso apprezzamento tanto il Presidente Pera quanto il Ministro Moratti, il ddl n. 1306 di delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale, che ora passerà alla Camera per la seconda lettura. Il Governo dovrà provvedere al riordino dei cicli scolastici, con una scuola primaria di cinque anni e una secondaria di primo grado di tre anni, al termine dei quali si dovrà scegliere tra un canale formativo di tipo liceale ed uno orientato alla formazione professionale. Tra le principali novità introdotte vanno segnalate l'anticipo dell'accesso alla scuola dell'infanzia e a quella elementare rispettivamente a due anni e mezzo e a cinque anni e mezzo e lo studio della lingua straniera e l'utilizzo del computer fin dalla prima elementare. Se la maggioranza ha salutato l'approvazione del ddl come uno dei momenti più qualificanti dell'azione di Governo, l'opposizione ha invece criticato l'iniziativa che rischia di minare l'irrinunciabile carattere nazionale ed unitario del sistema scolastico a cui viene assegnata un'impronta fortemente classista, per di più attraverso un provvedimento privo di copertura finanziaria.

L'Assemblea ha quindi definitivamente convertito in legge - con l'astensione dell'Ulivo e il voto contrario di RC - il decreto-legge n. 201 (ddl n. 1713-B) recante misure urgenti per razionalizzare l'amministrazione della giustizia. Il Ministro Castelli ha sottolineato gli sforzi che il Governo sta profondendo per conseguire l'obiettivo del miglioramento delle strutture carcerarie e per la riduzione del numero dei detenuti, anche attraverso appositi accordi internazionali.