Il Senato ha definitivamente convertito in legge il decreto-legge n. 194 recante misure urgenti per il controllo, la trasparenza ed il contenimento della spesa pubblica (ddl n. 1763). Il cosiddetto decreto taglia-spese è stato blindato dal Governo che, accogliendo un ordine del giorno della Commissione, si è impegnato ad assumere ulteriori iniziative legislative volte a interpretare correttamente alcune delle norme più controverse. Il testo, ampiamente modificato in prima lettura dalla Camera, distingue le leggi per le quali sono previste espresse autorizzazioni di spesa, che in quanto tali configurano il tetto massimo oltre il quale le disposizioni cessano di avere efficacia, dalle leggi recanti invece previsioni di spesa, che dovranno contenere una clausola di salvaguardia per la compensazione di eventuali oneri aggiuntivi. Il testo assegna inoltre al Ministro dell'economia, qualora gli andamenti di finanza pubblica si discostino considerevolmente dagli obiettivi indicati nel DPEF, di intervenire con un atto di indirizzo, soggetto al parere delle competenti Commissioni parlamentari, per limitare gli impegni di spesa entro limiti percentuali e in misura uniforme su tutte le dotazioni di bilancio. Il provvedimento, oltre a sollevare dubbi di costituzionalità, è stato fortemente contestato dalle opposizioni, sia per ragioni di metodo, non sembrando appropriato il ricorso alla decretazione d'urgenza per un sostanziale atto di modifica della legge di contabilità dello Stato, sia nel merito, soprattutto in ragione della possibilità di fatto accordata al Governo di realizzare una vera e propria manovra sui conti pubblici al di fuori del controllo del Parlamento.