In un clima acceso culminato con lo sventolio di fazzoletti tricolore dai banchi dell'opposizione e con l'intonazione dell'inno nazionale da parte dei senatori di AN in conseguenza ad accenni polemici tra il centrosinistra e la Lega - tanto che il Presidente Pera ha dovuto sospendere la seduta prima del voto finale - il Senato ha approvato, con 143 sì e 110 no, il ddl n. 1206 recante norme per la risoluzione dei conflitti di interessi. Il testo, già profondamente modificato in Commissione di merito, è stato ulteriormente emendato in Aula, per cui si rende necessaria la terza lettura da parte della Camera. La normativa, che si riferisce esclusivamente ai titolari di cariche di Governo, ha suscitato reazioni profondamente diversificate tra gli schieramenti e l'opposizione ha più volte annunciato di voler assumere un'iniziativa referendaria per la sua abrogazione. In sede di dichiarazioni di voto finali i sen. Del Pennino (PRI), Stiffoni (Lega), D'Onofrio (UDC), Nania (AN) e Schifani (FI) hanno sostenuto il testo, che finalmente, dopo la colpevole inerzia dei Governi dell'Ulivo, offre al Paese una soluzione moderna, efficace e liberale, mentre i sen. De Paoli (Misto), Marino (PDCI), Malabarba (RC), Dentamaro (Udeur), Marini (SDI), De Petris (Verdi), Bordon (Marg) e Angius (DS) hanno sottolineato come la nuova normativa, assai stringente per ampie fasce di cittadini, risulti completamente inefficace rispetto alla posizione del Presidente del Consiglio, incompatibile con l'ordinamento democratico, soprattutto in relazione ai guasti prodotti sul fronte dell'informazione e della comunicazione. Astenuto il sen. Kofler (Aut).

In precedenza era stata avviata la discussione generale, che proseguirà la prossima settimana, dei ddl nn. 1508, 1506 e 1531 presentati allo scopo di garantire la tutela dei beni culturali e ambientali in relazione al loro possibile trasferimento alla società Patrimonio dello Stato.