Giovedì 30 Aprile 2020 - 212ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:30)

Al termine della discussione congiunta del Documento di economia e finanza 2020 e dell'annessa Relazione, l'Assemblea ha approvato, con il sostegno dell'opposizione, la proposta di risoluzione presentata dalla maggioranza che autorizza il Governo a ricorrere all'indebitamento per 55 miliardi di euro nel 2020 al fine di fronteggiare l'emergenza Covid-19.

Nelle dichiarazioni di voto, il sen. Steger (Aut) ha sottolineato due rischi: che il debito non sia sostenibile senza l'intervento della BCE, che l'economia italiana sia indebolita più di altre dal blocco. E' necessario concentrare le risorse sulla ripresa delle attività di impresa, evitando l'assistenzialismo, e rafforzare la domanda interna. L'epidemia, che ha messo in luce debolezze strutturali, deve essere un'occasione per la semplificazione della burocrazia, del fisco e della macchina della giustizia. Il Governo ha fatto un passo in avanti in Europa, ma sul piano interno la ripartenza deve essere demandata ai territori e il ricorso ai DPCM non è più giustificabile, rappresentando ora un'espropriazione delle prerogative del Parlamento, delle Regioni e delle autonomie speciali. Il sen. Faraone (IV) ha evidenziato che la sospensione delle regole europee ha comportato aiuti di Stato del 50 per cento in Germania, del 20 per cento in Francia, del 10 per cento in Italia. Ha liquidato la proposta di bot patriottici in termini di sovranismo mendicante, ha apprezzato l'europeismo di Forza Italia; ha invitato il Governo a utilizzare tutti gli strumenti europei compreso il Mes; ha criticato alcune proposte della task force, come quella di condizionare l'aiuto alle imprese a determinate condizioni. Il sen. De Bertoldi (FdI) avrebbe voluto collaborare con il Governo, che ha invece escluso il Parlamento da scelte fondamentali e con un'arroganza inaudita sta decidendo per atti amministrativi. La riduzione del Pil nel DEF è sottostimata di almeno quattro punti percentuali; i 30 miliardi di garanzie sui crediti delle imprese, previste dal decreto liquidità, avrebbero dovuto essere computate nel bilancio nel 2020; la cassa integrazione non sta funzionando, i crediti non arrivano, il Mes non è affatto privo di condizionalità ma prevede la sorveglianza rafforzata, ovvero un meccanismo della grande finanza per distruggere il made in Italy. Ha ragionato infine su ipotesi di internalizzazione del debito, sull'esempio del Giappone, e di moneta fiscale. Il Gruppo vota a favore dello scostamento ma contro il DEF. Il sen. Errani (Misto-LeU) ha ricordato che l'emergenza non ha precedenti e l'avvitamento della crisi economica rischia di scatenare conflitti sociali pericolosi. Ha apprezzato il sostegno delle opposizioni allo scostamento, ha rivolto un appello a non inseguire i sondaggi e ad anteporre il senso di istituzioni alla propaganda, e ha invitato il Governo a farsi carico delle proposte del Parlamento. Ha precisato che il sostegno al reddito non è una forma di assistenzialismo e ha auspicato un piano per il trasporto pubblico locale. Ha invitato infine a collaborare per superare strozzature sul funzionamento della cassa integrazione e sulle garanzie che non devono servire alle banche per sistemare situazioni pregresse. Il sen. Ferrara (PD) ha affermato che si tratta di un DEF d'emergenza inconfrontabile con gli altri, con cifre spaventose; ha affermato che in sede europea si deve puntare al fondo per la ricostruzione con una dotazione di mille miliardi utilizzabili nel più breve tempo possibile. La sfida globale, inasprita dalla pandemia, è affrontabile solo su scala europea. Il Governo ha fatto bene fin qui, occorre ora governare la transizione fino al vaccino. Le priorità indicate dal Gruppo sono: maggiori investimenti in sanità, risorse ai comuni per i servizi essenziali, impedire la distruzione di capacità produttiva. Ha rivolto infine tre proposte: utilizzo della Cassa e depositi e prestiti fuori del perimetro del debito, insieme all'impegno a far emergere il sommerso; aumento della produttività dell'amministrazione; maggiore confronto parlamentare. Il sen. Romeo (L-SP) ha dato prova di reale collaborazione annunciando voto favorevole allo scostamento, anche se un maggior coraggio da parte del Governo avrebbe fatto guadagnare tempo. Sul DEF, pur comprendendo la delicatezza della situazione e sorvolando sulle stime, ha lamentato però la mancanza del programma nazionale di riforma. Il Paese ha un'occasione storica per correggere i difetti del sistema, ma per avviare una vera ricostruzione occorrono un clima di fiducia e un salto culturale. Bisogna smettere di considerare l'imprenditore un soggetto pericoloso, serve definire un nuovo patto tra Stato e imprese, rilanciare un progetto di pace fiscale, investire sui comuni, utilizzare il deficit per ridurre la pressione fiscale, potenziare la medicina territoriale onde evitare il rischio di un nuovo blocco. Il sen. Pichetto Fratin (FI) ha osservato che il crollo del Pil, non il debito pubblico, crea povertà e disoccupazione. L'opposizione indicò subito la necessità di un intervento finanziario cospicuo e ha collaborato offrendo indicazioni sulla liquidità che sono state però disattese. Il Governo, dopo una gestione confusa dell'emergenza sanitaria, e una gestione propagandistica degli aiuti, dà l'impressione di attendere gli eventi anziché programmare la ripartenza e non sembra consapevole del ruolo cruciale del fattore tempo e della necessità di sostegni a fondo perduto. Il senatore ha infine apprezzato la volontà della maggioranza di discutere le regole europee, ma ha ribadito la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra libertà e solidarietà e di superare la crisi con i Paesi che condividono i valori occidentali. Il sen. Licheri (M5S) ha evidenziato che l'emergenza sanitaria ha smascherato il dogma liberista più mercato e meno Stato, e ha messo a nudo le insufficienze di un'Europa fatta di moneta senza Stato, di Stati senza moneta. In questo quadro, la proposta di ridurre la pressione fiscale appare piuttosto povera; anche il papa propone il reddito universale e non si riflette sul fatto che, senza il reddito di cittadinanza, sarebbe già esplosa la rabbia sociale. L'INPS ha svolto una mole di lavoro enorme e chi punta il dito sull'inefficienza della pubblica amministrazione è proprio chi ha chiuso gli uffici e ha messo da parte i meritevoli. Il Governo deve avere coraggio: le risorse dello scostamento vanno utilizzate per delineare un nuovo modello di economia sociale.

Il sen. Calderoli (L-SP) ha chiesto la votazione per parti separate della proposta di risoluzione che autorizza lo scostamento senza ricorrere al Mes, ma il Presidente del Senato non ha accolto la richiesta, non ravvisando nel testo due concetti distinti. Nel corso della votazione degli emendamenti alla proposta di risoluzione approvativa del DEF, presentata dalla maggioranza, sono state respinte proposte di FI, L-SP e FdI volte a prevedere un maggior coinvolgimento del Parlamento; ad escludere il ricorso al Mes per il reperimento di risorse finanziarie; a prevedere, nell'ottica dell'internalizzazione del debito, l'emissione di titoli speciali per 500 miliardi da destinare ai risparmiatori italiani. La proposta di risoluzione di maggioranza che approva il DEF 2020, impegna il Governo: a) a perseguire una politica di attenta ed efficace transizione tra la fase di emergenza e la fase di ripresa dello sviluppo anche utilizzando gli strumenti appropriati tra quelli resi disponibili dalle istituzioni europee; b) a promuovere, insieme agli altri Governi dell'eurozona, tutte le iniziative utili a sostenere gli interventi della BCE; c) a realizzare interventi per il potenziamento del sistema sanitario nazionale, incluse la domiciliarità e la medicina territoriale, delle forze dell'ordine, del sistema di protezione civile e di tutte le altre amministrazioni pubbliche, in particolare gli enti locali; d) a monitorare costantemente la situazione di emergenza epidemiologica; e) ad incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva, anche attraverso iniziative per il recupero della competitività sui mercati internazionali, ivi compresi interventi per la capitalizzazione delle imprese e favorendo l'introduzione di tecnologie innovative; f) ad affiancare alle misure di sostegno della ripresa economica, un articolato Piano nazionale di riforme che, tra le altre misure, preveda: la semplificazione delle procedure amministrative, una riforma del sistema fiscale, improntata alla semplificazione, all'equità, alla riduzione del carico fiscale sulla produzione e il lavoro e alla tutela ambientale tramite incentivi, nonché ad un più efficace contrasto dell'evasione fiscale; la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica, orientando la stessa verso una logica di significativo aumento della produttività della PA e verso un rafforzamento di quella sanitaria, per il welfare e per l'istruzione scolastica e universitaria; rafforzare le misure a sostegno delle famiglie, con particolare riferimento alle donne lavoratrici; a garantire, in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell'incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021; g) ad adottare interventi finalizzati ad incrementare la produttività, l'innovazione e la capitalizzazione delle imprese; a promuovere il rilancio degli investimenti pubblici e privati, anche attraverso la semplificazione delle procedure amministrative, a partire da quelle relative agli investimenti infrastrutturali; a sostenere gli investimenti volti a promuovere forme di economia circolare e a favorire la transizione ecologica aumentando la competitività e la resilienza dei sistemi produttivi a shock ambientali e di salute e perseguendo con fermezza politiche di contrasto ai cambiamenti climatici con particolare riferimento a un piano di investimenti pubblici per la messa in sicurezza del territorio, alle energie rinnovabili, all'efficientamento energetico e alla mobilità green, per una piena realizzazione del Green New Deal; ad agevolare gli investimenti orientati a promuovere un nuovo modello di sviluppo produttivo ed industriale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitivo, orientato alla crescita, all'innovazione tecnologica e alla creazione di lavoro; a promuovere lo sviluppo del capitale umano.

Il Presidente del Consiglio Conte ha reso un'informativa sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche. Il Governo non ha agito con improvvisazione e in modo solitario, ma con un accurato bilanciamento degli interessi in gioco, tutti di rango costituzionale. Tutte le misure sono state adottate all'esito di un'interlocuzione ampia e condivisa con membri del Governo, capi delegazione della maggioranza, parti sociali e enti territoriali e il Parlamento è stato doverosamente informato. Il metodo di confronto con il comitato tecnico è stato scelto per dare un fondamento scientifico alle decisioni assunte. Ove le misure restrittive cessassero simultaneamente e immediatamente in tutti gli ambiti, si verificherebbe un aumento incontrollato e esponenziale dei contagi e una saturazione dei posti in terapia intensiva; il principio di precauzione va rispettato anche per riavviare le attività in sicurezza, non vanificare gli sforzi, evitare successivi arresti. Il Governo ha quindi scelto di procedere gradualmente e di ripartire dal lavoro (attività produttive e commerciali) sulla base di protocolli di sicurezza. Siamo ancora dentro la pandemia, il Governo non può garantire al momento il ritorno alla normalità. Ieri il Consiglio dei Ministri ha adottato un decreto-legge sul tracciamento e trattamento dei dati personali: l'applicazione da scaricare su base volontaria serve a tracciare i contatti, la piattaforma sarà gestita solo dalla pubblica amministrazione, il codice non permetterà di risalire all'identità dell'utente. A maggio inizieranno test seriologici per valutare più efficacemente la diffusione dell'epidemia. Il Ministro della salute sta emanando un provvedimento che definisce le soglie d'allarme: acquisiti questi strumenti di valutazione, si potrà valutare un allentamento delle misure restrittive nelle Regioni dove la situazione è meno critica. La scelta compiuta con il dpcm del 26 aprile non è timida: quattro milioni di italiani torneranno al lavoro. Il Ministro dei beni culturali sta lavorando al rilancio del cinema, dello spettacolo, della cultura; il Governo è consapevole del grave danno subito dal settore del turismo e della necessaria riapertura di esercizi commerciali e servizi alla persona e sta perciò definendo protocolli di sicurezza. Un decreto-legge conterrà misure ulteriori di sostegno economico, rafforzando e prolungando le misure del Cura Italia. Sono allo studio misure di circa 15 miliardi da destinare al finanziamento a fondo perduto di piccole imprese in base alla perdita di fatturato, misure per assorbire le perdite delle medie imprese, un bonus per il turismo interno, un credito d'imposta per i canoni di locazione. Il Presidente del Consiglio ha poi annunciato iniziative per l'infanzia e le disabilità. Un ulteriore decreto-legge avrà per oggetto la rinascita del Paese: occorre mettere in campo una risposta pubblica per sostenere la domanda, semplificare le procedure amministrative (opere pubbliche, appalti, edilizia, commercio), selezionare gli investimenti strategici, attirare investimenti, prevedere detrazioni fiscali integrali per la riqualificazione degli immobili. Sull'utilizzo del dpcm non sfuggono i problemi costituzionali sollevati, ma la copertura è offerta dalla deliberazione dello stato d'emergenza per sei mesi. La pandemia è un processo imprevedibile e per affrontarla è necessario un margine di discrezionalità amministrativa e l'efficacia delle decisioni è strettamente legata alla tempestività. In conclusione, il Presidente del Consiglio ha affermato che l'immagine dell'Italia nel mondo è migliorata.

Nel dibattito, la sen. Nugnes (Misto-LeU) ha affermato che il fine deve essere il controllo del distanziamento non la repressione poliziesca, e che i contagi sono aumentati a causa dei cedimenti alle pressioni di Confindustria; nel decreto ci sono deroghe sugli appalti incompatibili con la revisione del modello di sviluppo. Il sen. Laforgia (Misto-LeU) ha chiesto una revisione dell'autonomia differenziata, denunciando la gestione disastrosa della sanità regionale e ha chiesto un reddito di dignità universale, denunciando il tentativo di barattare la crescita con la compressione dei diritti del lavoro. Il sen. Collina (PD) ha auspicato una fase due nell'attività parlamentare, sollecitando un lavoro in Commissione sanità sulla costruzione di un modello sanitario sul territorio, potenziamento dei Covid hospital, ripresa dell'attività sanitaria sospesa, attuazione dei protocolli e strategia dei test. Il sen. Stefano (PD) ha affermato che la grande sfida non è il contenimento del virus, ma una strategia politica delle misure e un allentamento differenziato nelle Regioni. Ha concluso con un richiamo alle banche che non possono sfruttare l'emergenza per sistemare i loro portafogli. La sen. Unterberger (Aut) ha rimproverato al Governo un'impostazione paternalistica e diffidente nei confronti degli enti territoriali e dei cittadini. Gestita bene la trattativa in Europa, il Governo nella fase due avrebbe dovuto tenere conto delle differenze regionali: bisogna aprire quanto più possibile le attività economiche per evitare povertà e malattie psicologiche. Il sen. Renzi (IV) ha condiviso l'analisi economica del Presidente del Consiglio, ma ha chiesto un utilizzo diverso del dpcm e una riapertura graduale; ha segnalato il problema della separazione tra garantiti e non garantiti e i rischi del paternalismo populistico, dello Stato etico, dell'abdicazione della politica alla comunità scientifica: il Premier è stato bravo a rassicurare gli italiani, ma la ricostruzione richiede politica e scelte coraggiose. Il sen. La Russa (FdI) ha rilevato che, dopo l'intervento del sen. Renzi, il Presidente del Consiglio non ha più una maggioranza; data l'eccezionalità della situazione, l'opposizione, che non si è vista accogliere nemmeno un emendamento, ha concesso tutte le attenuanti possibili, senza drammatizzare errori, ritardi, inadempienze, ingiustificate discrezionalità, conferenze stampa prive di contraddittorio, nomine a profusione di esperti. Il Presidente del Consiglio ha utilizzato l'emergenza per garantirsi consenso e accentrare potere: il Parlamento vuole riprendersi il suo ruolo. Occorrono provvedimenti differenziati territorialmente, test a tappeto, riaperture per rispetto di protocolli e non per settori. Il sen. Salvini (L-SP) ha ricordato che il Governo potrà utilizzare 55 miliardi perché il centrodestra ha votato lo scostamento. Ha ricordato gli annunci disattesi del Presidente del Consiglio sulla cassa integrazione, la liquidità alle imprese, il susseguirsi di misure caotiche e contraddittorie; ha chiesto al Governo di fidarsi dei cittadini e di dare poche indicazioni chiare. Ha accusato il Governo di essere in ostaggio della Cgil, di non aver detto nulla sulle bollette e sui mutui. Ha suggerito di stracciare le cartelle esattoriali, di stanziare 25 euro al giorno per ciascun bambino, di stabilizzare gli insegnanti precari. Ha opposto alla cultura centralista e burocratica della sinistra, la logica della libertà d'azione di imprese e cittadini, e ha concluso: la Lega vede per il Paese un futuro orgogliosamente italiano, non da colonia cinese o tedesca. La sen. Bernini (FI) ha invitato il Presidente del Consiglio a parlare al presente non al futuro; ha ricordato che il Parlamento è la task force numero uno del Paese, la casa degli italiani.Il premier ha preso poteri che non ha gestito in proprio ma delegato a comitati tecnico scientifici e anche oggi sta fuggendo dal voto e dal giudizio del Parlamento. Qualcosa si è rotto nella comunicazione con il Paese: la fase due è avvolta nell'opacità delle procedure e nell'incertezza, milioni di italiani attendono ancora la cassa integrazione e il bonus. La collaborazione deve essere bilaterale; il Governo deve ascoltare l'opposizione, erogare una vera liquidità, spostare le tasse al 31 dicembre e sospendere gli accertamenti fiscali. La sen. Maiorino (M5S) ritiene assurda la pretesa, dall'oggi al domani, di riaprire tutto e tornare alla normalità. Prudenza e gradualità restano d'obbligo, soprattutto di fronte a un virus di cui si sa troppo poco. L'esperienza del Regno Unito dimostra che non c'è una strada alternativa per affrontare la pandemia e anche altri Paesi europei, che avevano tentato di accelerare la riapertura, sono tornate indietro. La senatrice ha ringraziato il Premier, che è stato accusato di tutto e del contrario di tutto, per aver restituito dignità all'Italia in Europa e aver difeso gli interessi del Paese con la forza delle argomentazioni e la capacità diplomatica.

(La seduta è terminata alle ore 16:44 )



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina