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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 01/19/1840 |
Luogo di nascita: | AREZZO |
Data del decesso: | 28/02/1924 |
Luogo di decesso: | FIRENZE |
Padre: | Vincenzo |
Madre: | ARRIGHI Camilla |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile di Colle, titolo riconosciuto il 26 agosto 1875 e il 9 maggio 1899 |
Coniuge: | MAGRI Emma |
Figli: | Gian Lamberto
Maria |
Parenti: | LAMBERTI Francesco |
Luogo di residenza: | FIRENZE |
Titoli di studio: | Scuola militare |
Scuole militari: | Liceo militare "Arciduca Ferdinando" di Firenze (27 agosto 1855)
Scuola di guerra (31 dicembre 1872-1873) |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera giovanile / cariche minori: | Sottotenente (Governo provvisorio toscano) (7 maggio 1859), Tenente (Governo della Toscana) (15 dicembre 1859), poi (Esercito italiano) (25 marzo 1860), Capitano (24 marzo 1861), Maggiore (20 ottobre 1874), Tenente colonnello (20 novembre 1879) |
Carriera: | Colonnello (10 aprile 1884)
Maggiore generale (13 dicembre 1891)
Tenente generale (11 agosto 1897-5 gennaio 1908. Collocato in posizione ausiliaria) |
Cariche politico - amministrative: | Vicegovernatore d'Eritrea (16 aprile-28 agosto 1896) |
Cariche e titoli: | Ufficiale d'ordinanza di SM il Re (13 marzo 1879)
Aiutante di campo onorario di SM il Re (5 marzo 1882) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 06/03/1908 |
Categoria: | 14 | Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Fiorenzo Bava Beccaris |
Convalida: | 24/06/1908 |
Giuramento: | 29/06/1908 |
Annotazioni: | Gruppo Senato: Non ascritto a gruppi |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 28 dicembre 1876
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 6 giugno 1885
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 27 dicembre 1891
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 4 giugno 1896
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 4 giugno 1903
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 18 gennaio 1880
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 5 giugno 1892
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 21 settembre 1896
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 dicembre 1903 |
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.:: Servizi bellici ::. |
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Periodo: | 1859 seconda guerra d'indipendenza
1866 terza guerra d'indipendenza
1870 annessione di Roma al Regno d'Italia
1895-1896 guerra italo-abissina | |
Arma: | Esercito: fanteria |
Decorazioni: | Medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia), medaglia per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, medaglia d'argento al valor militare, medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia, medaglia a ricordo della guerra italo-abissina, croce d'oro per anzianità di servizio,; medaglia mauriziana al merito militare di dieci lustri | |
Conseguenze: | Ferito |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Niccolò Melodia, Vicepresidente
Onorevoli senatori,
Il lungo periodo di chiusura dei nostri lavori ha visto purtroppo scomparire le nobili figure di non pochi dei nostri amati colleghi che di questa Assemblea erano decoro e vanto. Ad essi rivolgiamo anzitutto il nostro memore ed accorato pensiero. [...]
Dopo breve malattia, il 28 febbraio si spegneva in Firenze il tenente generale nobile Mario Lamberti che era nato ad Arezzo il 19 gennaio 1840 da antica famiglia fiorentina.
La vita di Mario Lamberti fu tutta consacrata al culto della patria. Educato a severi principii nel collegio dei nobili di Volterra, intraprese con passione la carriera militare frequentando il Liceo "Arciduca Ferdinando" di Firenze.
Promosso luogotenente e passato poi nel 1860 nel Regio esercito, vi conseguiva poco dopo il grado di capitano col quale partecipava con nobile ardimento alle campagne del 1866 e del 1870. A Custoza infatti con un energico attacco alla baionetta riusciva a salvare la bandiera seriamente minacciata, venendo gravemente ferito e cadendo altresì prigioniero; e per il suo valore si meritava la medaglia d'argento.
Visto realizzato il suo sogno di un'Italia libera e indipendente, nel 1872 frequentò con successo la scuola di guerra e quindi, promosso maggiore e istituitasi la specialità degli alpini, passò in questo corpo, dove restò con grande attaccamento finché non conseguì il grado di generale, nel 1891.
Promosso tenente generale dopo essere stato nella colonia Eritrea con la carica di vicegovernatore, passava nel 1897 a comandare la divisione militare di Chieti e poi nel 1899 quella di Padova, compiendo in tale periodo importanti studi della frontiera orientale che furono prezioso sussidio durante la guerra di liberazione.
Ottenuta la carica di comandante di corpo d'Armata, il generale Lamberti fu prima a Bari dal 1902; e del Mezzogiorno si rese benemerito, sia in occasione delle alluvioni che funestarono quella città nel 1905, quando con ammirevole abnegazione e coraggio tenne la direzione dei lavori di salvataggio, sia in occasione del primo terremoto calabro quando incurante di qualsiasi pericolo egli prodigò sé stesso nel soccorrere quelle disgraziate popolazioni; e se ne ebbe speciali encomi.
Il Lamberti chiuse la sua degna carriera militare nella sua diletta Firenze il cui corpo d'Armata comandò dal 1906 al 1908.
Collocato in posizione di servizio ausiliario per limiti di età, a riconoscimento della sua lunga e benemerita opera, fu nominato senatore il 3 giugno 1908. E ai nostri lavori partecipò sempre con assiduità, intervenendo con la sua serena e convincente parola in molte e importanti discussioni, così come ai problemi della sua regione s'interessò con vivo attaccamento, coprendo in Firenze notevoli cariche pubbliche, soprattutto negli ultimi anni. Scoppiata la guerra europea, nonostante che la tarda età gl'impedisse di correre al fronte, volle mostrare la sua devozione alla patria facendosi richiamare in servizio e spiegando fervida opera nel comando del corpo d'Armata di Napoli.
Il collega Lamberti fu un magnifico esempio di soldato e di cittadino. Era in lui altissimo lo spirito militare, profondo il senso della disciplina e del dovere, vivissimo l'amore per la patria.
Legato alla nostra Assemblea dal più vivo affetto, egli ha voluto anche nel testamento inviare al Senato il suo estremo saluto.
Noi l'accogliamo con animo grato e commosso, e rivolgiamo un reverente pensiero alla Sua memoria mentre porgiamo alla famiglia le nostre vive condoglianze. (Benissimo).
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro della guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI GIORGIO, ministro della guerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali [...], Lamberti, [...]
Io nulla aggiungerò a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere (Bene).
DI GIORGIO, ministro della guerra. In nome del Governo e dell'esercito invio un saluto reverente alla memoria dei generali [...], Lamberti, [...]
Io nulla aggiungerò a quanto l'illustre Presidente del Senato ha già detto, con tanta autorità, per ricordare le loro benemerenze.
Aggiungerò soltanto che essi, dopo aver combattuto le battaglie del risorgimento, contribuirono efficacemente alla grande guerra vittoriosa, preparando tutta una generazione di soldati che guardò ad essi come ad un simbolo vivente di patriottismo e di dovere (Bene).
Per il generale Lamberti mi permetto di aggiungere che egli si trovò nell'Eritrea quale vicegovernatore all'indomani di Adua. Quando il 5 marzo arrivò il generale Baldissera a prendere nella sua ferma mano le redini del comando, poté ricevere dal Lamberti una situazione materialmente compromessa, quasi disperata, ma moralmente intatta. Il Lamberti infatti, il 2 marzo al primo sentore del disastro, corse ad Asmara, e vi riunì le poche forze disponibili, pronto a difendere con esse la bandiera fino all'estremo. [...]
(Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 maggio 1924.
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Note: | Il nome completo risulta essere "Mario Giuseppe Carlo Raffaele Angiolo".
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Attività |
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