Luigi Federzoni, presidente
"PRESIDENTE. (Si alza in piedi; contemporaneamente si alzano gli onorevoli Senatori e i Ministri).
Numerose e gravi perdite hanno dolorosamente tolto all'Assemblea, durante la lunga interruzione dei suoi lavori, molti uomini che l'onoravano con la sapienza politica, col prestigio della cultura e con la devozione alla Patria. Ricordare i loro nomi e le loro benemerenze, non è, per noi, ossequio a una consuetudine formale, bensì debito di affettuosa riconoscenza.
Taluni dei colleghi scomparsi trovarono in quest'Aula degno compimento di lunghe e fortunose carriere parlamentari. [...]
A questi nomi di colleghi che erano saliti ad alta rinomanza nel campo delle scienze mediche dobbiamo malauguratamente accompagnare quelli di altri che, in mezzo a noi, rappresentavano l'eccellenza conquistata negli studi letterari e filologici: [...] Michele Scherillo [...]
Meridionale era pure Michele Scherillo, anzi napoletano, e si era formato nella facoltà partenopea di lettere e filosofia sotto la guida di Francesco D'Ovidio, di Bonaventura Zumbini e di Michele Kerbaker. Vinto il concorso per l'insegnamento della letteratura italiana a Milano, legatosi con nuovi vincoli familiari a Gaetano Negri, da cui fu amato come figliuolo, egli divenne milanese di elezione, alternando i fecondi e severi studi su Dante, sul Petrarca, sul Machiavelli, sul Parini, sul Manzoni con l'opera sagace data ai pubblici uffici, nei quali portava il suo ardente amore del Paese e la sua singolare perizia amministrativa: doti che poi meglio ancora rifulsero quando Michele Scherillo partecipò alle discussioni di questa Assemblea, e che insieme col carattere franco e cordiale , gli acquistarono la considerazione e l'affetto dei colleghi. [...]
Alla memoria di coloro che la morte ci ha rapiti rivolgiamo, onorevoli colleghi, il nostro pensiero di mesto e reverente rimpianto.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Il Governo si associa alle nobili parole commemorative pronunciate dal Presidente dell'Assemblea".
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 9 dicembre 1930.
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