Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori senatori! Ancora una perdita per il Senato, e per il paese. Il commendatore Claudio Sandonnini nato a Monte Corone di Zocca nel dì 17 novembre 1817, moriva ieri in Modena, fra il compianto di una intera cittadinanza. Era infatti ragione, che i compaesani del Sandonnini piangessero la perdita di un tanto uomo, perocché egli chiamato, nel meglio dell’età sua, agli onori della rappresentanza nazionale, ben poteva con l’alto ingegno educato a forti studi, aspirare, volendo, ai supremi onori; e preferì tuttavia dedicare molta parte di se stesso e della incomparabile sua attività a vantaggio della terra che lo aveva visto nascere, pronto sempre, nei momenti più solenni della vita della nazione, a portare il tributo dell’opera sua a servizio della patria grande. Già nel 1862 il collegio di Modena sceglieva il Sandonnini a suo rappresentante nella Camera dei deputati, e quanta fosse la stima che si era acquistata presso i suoi colleghi, per l’onestà specialmente della vita e la fermezza del carattere, si può dedurre da ciò, che eletto a far parte di una commissione d’inchiesta parlamentare incaricata di riferire sui dolorosi fatti del settembre 1864 avvenuti in Torino, ne fu poi il relatore, e riuscì a compiere con tale maestria ed imparzialità il delicatissimo ufficio, che n’ebbe lode da quegli stessi che avrebbero desiderato un più severo giudizio degli atti compiuti dal Governo in quella luttuosa circostanza.
Ancora nel 1867, i collegi di Mirandola e di Montecchio gli diedero il mandato di rappresentarli in Parlamento, mentre egli optava per Mirandola; e così nei discorsi come negli atti, l’egregio uomo, si mostrò sempre eguale a se stesso, e degno della fiducia di cui veniva onorato dai suoi compaesani.
Carico d’anni, il nostro Sandonnini avrebbe pur desiderato di partecipare attivamente ai lavori del Senato, ma se lo spirito era pronto, le infermità della vecchiaia non gli permisero di attendere al nuovo ad alto ufficio, con quella diligenza che soleva apportare nell’adempimento de’ suoi doveri.
Però un altro campo gli rimaneva aperto e fin quando le forze gliel consentirono, non tralasciò di spendere l’opera intelligente e tenace a tutto vantaggio del dolce loco natio.
Sindaco per un novennio e consigliere comunale di Modena per un periodo di trentatré anni, consigliere e deputato della provincia per corso di ventiquattro anni, il senatore Sandonnini copriva ancora con invidiabile lucidità di mente l’alta carica di presidente di quel Consiglio provinciale, che i suoi colleghi solevano confermargli da più anni, allorché fu chiamato a render l’anima a Dio nella grave età di 83 anni, spesi nobilmente a benefizio di altri, più che di se stesso. Sia pace adesso a l’anima eletta di Claudio Sandonnini. Oggi la città di Modena, e ne ha ben d’onde, è vestita a bruno per la dipartita del diletto suo figlio, ed insigne benefattore. E non mancherà certamente chi ne dirà il supremo elogio, come si conviene ad un uomo, del quale si può affermare con giustizia e verità che non è passato indarno su questa terra. Il Senato si associa anch’esso e di gran cuore, a questo lutto cittadino, e manda per mio mezzo alla famiglia del perduto collega le sue più vive ed affettuose condoglianze. (Vive approvazioni).
BONASI, ministro di grazia e giustizia. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
BONASI, ministro di grazia e giustizia. Con vivo e profondo rammarico anche il Governo ha appreso l’annunzio della morte del senatore Claudio Sandonnini, e per voce mia si associa alle nobili parole con le quali l’illustre nostro Presidente ne ha tessuta la commemorazione.
Giureconsulto di alto intelletto e di vasta coltura, cittadino di carattere integro e di convinzioni sicure, il Sandonnini dedicò tutta la sua lunga ed esemplare vita nel servire il suo paese: e fu lavoratore efficace e modesto, come tutti quelli per cui la patria non è un campo di ambizioni e di interessi, ma di sacri doveri.
Per brevi legislature deputato al Parlamento, lasciò in un documento memorabile, cui ha accennato il Presidente, testimonianza dell’alto grado di stima che tosto seppe conquistarvisi.
Giunto al Senato, quando la sua salute era già affievolita, non poté dare a’ suoi lavori il contributo che sarebbe stato da attendersi dalla sua dottrina e dalla sua esperienza.
Peritissimo negli affari amministrativi, il comune e la Provincia di Modena debbono alla solerte, sapiente e coraggiosa opera sua, gran parte del loro benessere, e sapendo conciliare la fermezza della sua onesta coscienza colla temperanza squisita del suo animo buono, ebbe amici ed ammiratori molti, avversari pochi, nemico nessuno, e gli uni e gli altri tutti oggi si confondo nel rimpiangerne la perdita.
Alla città che gli diede i natali ed alla famiglia sconsolata, anche il Governo, associandosi al Senato, invia le più vive condoglianze (Approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 maggio 1899.
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