Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente
Onorevoli senatori!
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Il 2 novembre, rapito da morbo acutissimo e breve, moriva in Roma il professore Luigi Bodio.
Nato il 12 ottobre 1840 in Milano, conseguiva la laurea in diritto nell'Ateneo pisano a 21 anni e si recò poi in Francia a frequentare i corsi del Collegio di Francia e del Conservatorio delle arti e mestieri di Parigi. Tornato in Italia, fu professore di economia dapprima nell'Istituto di marina mercantile di Livorno, indi nell'Istituto industriale di Milano e poi nell'Istituto superiore di commercio di Venezia. Acquistatasi coi suoi scritti fama di valentissimo cultore della statistica, fu nel 1872, alla morte dell'illustre economista Pietro Maestri chiamato a succedergli quale segretario della Giunta centrale di statistica, elevata nel 1878 a Direzione generale della statistica del Regno; e nel nuovo ufficio portò il contributo delle sue cognizioni veramente prodigiose, della sua brillante intelligenza, delle sue doti impareggiabili di zelo e di energia, delle sue vedute larghe e spesso originalissime. A lui spetta l'onore di aver condotto a grande importanza politica le rilevazioni statistiche, sì da farne un elemento prezioso dell'arte di Governo giacché si pensava che la statistica dovesse rappresentare l'analisi dei mali che travagliano in dato momento il paese e indicarne i rimedi. Sua opera capitale rimane appunto la pubblicazione delle inchieste ufficiali statistiche, che egli per molti anni ha diretto ed ha illustrato con delle prefazioni di eccezionale interesse. Oltre poi ad articoli numerosi pubblicati in varie riviste e sopratutto alle relazioni inserite nel Bulletin de l'Institut International de Statistique da lui fondato nel 1885, numerose opere egli scrisse in materia economica e statistica, e fra le altre: Saggio sul commercio esterno terrestre e marittimo del Regno d'Italia negli anni 1863-1865; Sulle associazioni cooperative in Italia.
Notevolissimi lavori pubblicò anche sull'emigrazione, fenomeno al cui studio dedicò sempre vivissimo amore: meritano di essere segnalati, fra gli altri, la sua Note sur la législation de la statistique comparée de l'émigration et l'immigration pubblicata a Bruxelles nel 1905; e un articolo pubblicato nel 1918 nel giornale degli economisti Dei problemi del dopo guerra relativi all'emigrazione.
E la sua altissima competenza in materia dimostrò durante il periodo dal 1901 al 1904 in cui resse il commissariato generale dell'emigrazione, dopo aver lasciato la direzione generale di statistica.
Merita di essere ricordata la terza relazione sulla tutela degli emigrati italiani, che fu comunicata alla Camera dei deputati il 25 marzo 1904.
La sua fama indiscussa gli procacciò moltissimi incarichi di fiducia da parte del Governo sia all'interno che all'esterno. Nel 1898 era stato nominato consigliere di Stato: nel 1909 venne collocato a riposo per suo desiderio, ed in tale occasione per le sue molte e lunghe benemerenze gli venne dal Sovrano conferito il titolo di presidente onorario di sezione. Anche nel Consiglio di Stato lasciò prezioso e duraturo ricordo del suo passaggio.
Altre numerosissime, importanti cariche aveva ricoperto e ricopriva: era fra l'altro accademico dei Lincei, vicepresidente del Consiglio centrale della Dante Alighieri, consigliere della Società geografica, membro del Consiglio superiore di statistica, presidente del Consiglio dell'emigrazione: apparteneva anche a consigli d'istituti di pubblica beneficenza, pei quali pure prodigava la sua prodigiosa attività.
Il 14 giugno 1900 era stato nominato senatore e per 20 anni ininterrotti fu assiduissimo ai nostri lavori, ai quali sempre dette la sua efficace apprezzata cooperazione. Prese parte a discussioni importantissime, specialmente sui bilanci dell'emigrazione e di agricoltura, sui trattati di commercio, sul credito agrario, e sempre appartenne alle più importanti commissioni.
Servizi preziosi rese anche al paese e al Governo nei convegni internazionali, dove la sua dottrina, unita alla sua serenità e imparzialità senza pari, lo facevano da tutti rispettare e onorare.
Nello scorso ottobre era andato in missione ufficiale a Parigi presso la Commissione internazionale delle statistiche, a vantaggio della Società delle nazioni: di tale Commissione fu acclamato presidente e inaugurò i lavori con un nobilissimo discorso in cui tutta si rivela la sua forte intelligenza. Prima di partire, egli aveva avuto il presentimento della sua fine imminente; ma sempre obbediente alla voce del dovere, aveva voluto partire egualmente, e nel viaggio di ritorno, che la inclemenza della stagione aveva reso assai disagiato, fu colto dal male che in pochi dì doveva spezzare la sua fibra robustissima che pareva poter sfidare gli anni e le fatiche.
Nel suo testamento egli lasciò scritto:.
"..Al Senato il Presidente dica il mio nome ai colleghi, soggiungendo: era un galantuomo ed ha aiutato molto a lavorare. Potrà anche ripetere un detto che io citai in occasione simile di un grande lavoratore parlando di sé stesso: Non frustra vixisse videor".
Così ben si può dire aver egli consacrato tutta la sua esistenza al miglior profitto della scienza che amava, della patria che idolatrava.
Alla sua nobilissima memoria vada il nostro commosso e reverente saluto, alla sua famiglia l'espressione del nostro vivo rammarico. (Bene). [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Il breve periodo di interruzione dei lavori del Senato ha portato dei lutti gravi a questo alto consesso e alla patria. L'egregio Presidente ha ricordato i grandi servizi resi dagli uomini dei quali ora piangiamo la perdita, magistrati illustri, uomini che si occuparono delle grandi questioni di politica estera e di politica coloniale; uomini, come il Bodio, che onorarono la scienza in Italia e all'estero. Sono perdite che noi ci auguriamo possano essere compensate dalle nuove generazioni che sorgono.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 2 dicembre 1920.
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