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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 06/04/1787 |
Luogo di nascita: | Cesena, Forlì - Oggi Cesena, Forlì-Cesena |
Data del decesso: | 31/03/1875 |
Luogo di decesso: | Firenze |
Padre: | Giacomo (anche nella variante Iacopo) |
Madre: | Zambelli Maddalena |
Fratelli: | Luigi |
Titoli di studio: | Laurea in medicina |
Presso: | Bologna |
Professione: | Docente universitario |
Altre professioni: | Medico |
Carriera: | Professore di Clinica medica all'Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze (27 aprile 1835)
Professore di Clinica medica nelle Scuole medico-chirurgiche di compimento e perfezionamento di Firenze
Professore di Clinica medica all'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze (20 ottobre 1860)
Professore emerito ed onorario dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze
Medico consulente straordinario della Real Casa |
Cariche politico - amministrative: | Membro dell'Assemblea dei rappresentanti della Romagna e delle Marche (1831)
Membro del Senato, V sezione (Toscana) (1848)
Membro del Consiglio dei deputati (Roma) (1848) |
Cariche e titoli: | Membro della Consulta di Stato (Toscana) (1859)
Membro ordinario dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze
Sovrintendente onorario dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze (29 novembre 1863-19 novembre 1867)
Membro onorario dell'Istituto degli studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze (novembre 1867)
Presidente del Consiglio superiore di sanità (1865-1868)
Membro del Comitato per l'istruzione universitaria (1866)
Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (20 ottobre 1867-11 dicembre 1870)
Socio onorario dell'Ateneo di Brescia (19 maggio 1833)
Socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino (5 luglio 1840)
Membro corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (8 agosto 1844)
Membro della Società italiana delle scienze, detta dei XL (1844)
Socio dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Modena (1858)
Socio corrispondente dell'Accademia della Crusca di Firenze (13 luglio 1859)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (25 febbraio 1875)
Socio ordinario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (7 febbraio 1836) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 03/18/1860 |
Categoria: | 20 | Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria |
Relatore: | Giuseppe Moris |
Convalida: | 03/07/1860 |
Giuramento: | 18/11/1865 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 24 giugno 1860
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1° giugno 1862
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 novembre 1866
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine di S. Stefano (Toscana)
Cavaliere dell'Ordine di S. Giuseppe (Toscana)
Commendatore dell'Ordine di S. Giuseppe (Toscana)
Cavaliere di S. Michele (Baviera)
Commendatore del merito militare (Baviera)
Cavaliere dell'Aquila Rossa (Prussia)
Commendatore dell'Aquila Rossa (Prussia)
Cavaliere dell'Ordine del merito civile (Sassonia) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori Senatori. Anche oggi debbo compire un ufficio ingratissimo, annunciandovi nuovi lutti pel Senato e per l’Italia. [...]
Da oltre un mese Italia tutta, o Signori, viveva in un’ansia penosissima. Era in estremo pericolo la vita d’un uomo illustre ed universalmente venerato, più che per la sua età quasi nonagenaria, per le virtù preclare che ne adornavano la mente ed il cuore.
Le notizie ora scoraggianti ora rassicuranti, avvicendavano negli animi trepidanti il timore e la speranza; ma il 31 dello scorso mese giunse a me l’annunzio tristissimo che il nostro egregio collega Maurizio Bufalini soccombette dopo lunga e penosa malattia.
La gentile Firenze che da moltissimi anni lo adottò come suo figlio, fu profondamente e giustamente addolorata vedendosi a così breve intervallo tra l’uno e l’altro orbata di due luminari della scienza medica.
Antesignano di quel sistema che richiamò in Italia la medicina alle sfere serene della osservazione pratica, Maurizio Bufalini dimostrò quanto si apponesse al vero allorquando, in una delle prime più celebrate sue opere, dettava l’aurea sentenza: L’acquisto del vero sa quasi del divino; il resto è grande umana follia.
A questi puri e severi principî il compianto nostro collega conformò sempre la vita sua come scienziato; e se il sostenerli con costante energia gli procacciò sulle prime censure e dolori, in progresso gustò la somma delle soddisfazioni, quella di vedere rettificate intorno alla giustezza del propugnato sistema le idee e le opinioni degli stessi suoi avversarî.
Questo ritorno dal canto di costoro a più ragionevoli apprezzamenti ed a più retti giudizî cominciò sin da quando, nominato professore effettivo di Clinica medica nella insigne Università di Bologna, Egli vi inaugurava le sue lezioni col tanto giustamente celebrato suo discorso:Della vera e della falsa gloria, e dei mezzi che l'una e l'altra procacciano.
Chiamato nel 1835 ad occupare la cattedra di Clinica nell’Istituto superiore di Firenze, egli la tenne sino al 1853 con somma reputazione di dottrina e fu sempre circondato dall’amore della gioventù studiosa, dalla riverenza popolare e dalla estimazione dei dotti d’Italia non solo, ma dell’Europa intera. Reputazione, amore, riverenza ed estimazione giustamente dovute alle opere di medicina da lui pubblicate, ed in modo speciale alle istituzioni di patologia analitica, che l’opinione unanime degli uomini competenti giudicò un vero monumento della scienza medica.
Maurizio Bufalini, ascritto sin dal 1848 al Senato Toscano, ebbe seggio nella Camera vitalizia d’Italia dopo la proclamazione del nuovo Regno, ma la grave età sua e la malferma salute, assai di raro gli consentirono d’intervenirvi anche quando il Parlamento Nazionale siedeva nella metropoli toscana.
Un arguto e vivace scrittore vivente disse di lui: Egli ha lottato contro due generazioni di medici ed ha vinto. Egli è un uomo grande.
Ed indiscutibilmente tale era, o Signori, il prof. Maurizio Bufalini sicché per la perdita di lui dolore sincero profondo sentono il Senato e l’Italia.
MINISTRO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
MINISTRO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Ringrazio l'onorevolissimo signor Presidente delle parole che ha dette in commemorazione del Senatore
Maurizio Bufalini del quale io era concittadino, e della cui amicizia era onorato.
Debbo pure ringraziare la Presidenza del Senato che volle essere ufficialmente rappresentata in Firenze ai funerali del compianto e desiderato Collega nostro;
onore straordinario giustamente conceduto a lui come a pochi altri veramente illustri e grandi, che colla vita e colle opere dell'ingegno crebbero lustro al Senato e gloria alla Nazione.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 aprile 1875.
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