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Senato della Repubblica
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BONIN LONGARE Lelio

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:07/12/1859
Luogo di nascita:MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza)
Data del decesso:22/12/1933
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Lodovico
Madre:NIEVO Maria, nobile
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte, titolo concesso con diploma del Doge di Venezia del 2 aprile 1784, riconosciuto con decreto ministeriale 18 settembre 1882
Nobile e conte, titoli riconosciuto con decreto ministeriale 18 settembre 1882
Coniuge:BRUSCHI FALGARI Anna
Figli: Lodovico, sposò Dorothy Maud CHANDLER
Parenti:BRUSCHI FALGARI Francesco, suocero
MARESCALCHI Matilde
BONIN LONGARE Lelio, avo [paterno]
Luogo di residenza:VICENZA
Altra residenza:ROMA
Indirizzo:Via Donizetti, 7
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Padova
Professione:Diplomatico
Carriera giovanile / cariche minori:Addetto di legazione al Ministero degli affari esteri (17 agosto 1884) a Vienna (17 agosto 1884), Parigi (17 marzo 1887) , Segretario di legazione di II classe (29 gennaio 1891), a Parigi (18 aprile 1892)
Carriera:Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di II classe (21 gennaio 1904) a Bruxelles (21 gennaio 1904), Madrid (20 maggio 1910)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di I classe (3 settembre 1911-17 febbraio 1929)
Ambasciatore a Parigi (1917-1921)
Cariche e titoli: Delegato italiano all'Assemblea generale della Società delle Nazioni (1923-1929)
Membro del Consiglio del contenzioso diplomatico (28 novembre 1926)
Ministro di Stato (4 novembre 1926)

.:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/30/1914
Categoria:06 Gli Ambasciatori
Relatore:Antonino Di Prampero
Convalida:15/03/1915
Giuramento:01/12/1915
.:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 2 giugno 1889
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 6 giugno 1896
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 29 aprile 1897
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 15 dicembre 1910
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 novembre 1892
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 26 gennaio 1905
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 3 giugno 1909
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 12 giugno 1913
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 25 gennaio 1919

.:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
XVIII
Marostica
6-11-1892
Centro-destra
XIX
Marostica
26-5-1895
Centro-destra
XX
Marostica
21-3-1897
Centro-destra
XXI
Marostica
3-6-1900*
Centro-destra
Dimissioni il 29 gennaio 1904


.:: Senato del Regno ::.

Cariche:Vicepresidente del Senato (30 aprile 1929-22 dicembre 1933)
Commissioni:Membro supplente della Commissione d'accusa dell'Alta Corte di giustizia (3 dicembre 1924-9 febbraio 1928)
Membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (5 giugno-21 ottobre 1925)
Vicepresidente della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (21 ottobre 1925-21 gennaio 1929)
Membro ordinario della Commissione d'accusa dell'Alta Corte di giustizia (9 febbraio 1928-21 gennaio 1929)
Membro della Commissione di cui all'art. 4 della legge "Riforma della rappresentanza politica" (29 maggio 1928)
Presidente della Commissione d'accusa dell'Alta Corte di giustizia (25 giugno-17 dicembre 1929. Dimissionario)
Membro della Commissione consultiva per la determinazione degli enti che possono proporre candidati alle elezioni politiche (1° giugno 1928)

.:: Governo ::.

Governo:Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri (11 marzo 1896-11 luglio 1896), (14 luglio 1896-10 dicembre 1897), (14 dicembre 1897-28 maggio 1898), (1-26 giugno 1898)

.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione.
        Luigi Federzoni, Presidente

        Recenti gravissimi lutti hanno ancora una volta contristato la nostra Assemblea. Ci è mancato un altro dei più insigni, operosi e amati colleghi, è mancato a me, mi si consenta dirlo, uno dei più preziosi ed autorevoli collaboratori in questo ufficio, il nostro caro Lelio Bonin Longare, che onorava il Senato col nome, con l'esperienza, con la cultura, col patriottismo e più ancora con l'esempio costante di una assidua, appassionata ed efficace partecipazione alla vita e all'attività dell'Assemblea.
        La scomparsa d'una tal figura d'uomo politico e di gentiluomo lascia veramente un vuoto nel nostro animo non meno che in quest'Aula. Pochi, infatti, possedettero come lui una ricca e sicura conoscenza di tutti i massimi problemi della politica nazionale e internazionale e, insieme, quelle doti di lealtà, di tatto e di finezza cordiale che a un grande diplomatico, a un parlamentare di primo rango, quale egli era, avevano procurato coi consensi dell'estimazione più alta, anche il tributo dell'unanime simpatia.
        L'ingegno naturale del conte Bonin Longare, educato nella nativa Vicenza alla scuola di Giacomo Zanella, tempratosi nella consuetudine intima con Fedele Lampertico e Antonio Fogazzaro, aveva presto sviluppato quei caratteri di versatilità, di eleganza e di misura che dovevano imprimersi poi come lineamenti essenziali di una così felice personalità. Da essi era stata determinata la prima vocazione del diplomatico, il quale agli esordi della carriera aveva avuto maestri in Vienna Carlo Felice di Robilant e Costantino Nigra; per quel complesso armonioso di attitudini egli si era potuto brillantemente affermare, benché giovanissimo, come uno dei migliori uomini di Destra, allorché aveva ceduto all'invito dei conterranei accettando il loro mandato alla Camera dei deputati e poco dopo quando, in un'età ritenuta solitamente immatura per cariche di Governo, era stato durante più di due anni attivissimo sottosegretario di Stato agli affari esteri.
        Ma Lelio Bonin Longare, con la sua indole schietta, sdegnosa di accomodamenti, incapace di piegarsi alle pesanti e sterili esigenze delle clientele elettorali d'altri tempi, non aveva tardato a ritornare su la via maestra della sua vita, ossia nella carriera diplomatica, in cui era maturato il suo temperamento e si era formata la sua mentalità. Cominciò allora l'ascesa: ministro plenipotenziario a Bruxelles, ambasciatore a Madrid, ambasciatore a Parigi; pochi posti di somma importanza e lunghe permanenze giustificate da seri e concreti successi. Sopra tutto il periodo dell'ambasciata a Parigi; dal 1917 al 1921, consegna il nome di Lelio Bonin Longare alla storia di quegli anni angosciosi e decisivi della guerra e della pace. Dell'opera da lui svolta in quel tempo e di quell'ufficio non credo possa farsi elogio più bello né più veritiero di questo: che egli fu degno di rappresentare allora, là, l'Italia combattente con tutte le sue energie generose, con tutte le sue virtù eroiche di ardimento, di sacrificio e di fede per la vittoria comune. Di fronte a incomprensione e avarizie altrui, oggi troppo dolorosamente documentate, egli difese con dignità e fermezza gli interessi vitali e le idealità supreme della nostra patria.
        Delegato italiano all'Assemblea generale della Società delle Nazioni dal 1923 al 1929, rappresentante dell'Italia alla Conferenza economica internazionale di Ginevra, membro apprezzato delle missioni a Washington e a Londra per la sistemazione dei nostri debiti di guerra, Lelio Bonin Longare aveva messo volentieri la sua autorità e la sua competenza in materia di questioni internazionali al servigio del Governo fascista. Anzi, qui, nel Senato, di cui faceva parte dal 1914, era stato uno dei primi a riconoscere apertamente nel fascismo la forza rinnovatrice delle sorti e dello spirito della nazione e ad assumerne senza riserve con pienezza entusiastica di consentimento, il programma e la disciplina. In quest’Aula e fuori, egli eguagliava i giovani nella calda fedeltà di militante. Nato innanzi che la sua terra fosse riscattata all'indipendenza e all'unità della patria, pensava che l'azione liberatrice di Mussolini fosse, com'è, l'ideale continuazione dell'opera del risorgimento. A tali sensi Lelio Bonin Longare inspirò sempre qui dentro la sua parola, ornata di grazie classiche e pur chiaramente aderente a un rigore logico e realistico esemplare; perché egli era oratore eletto, sì com'era scrittore arguto e delicato, di buona razza veneta, il quale aveva dettato pagine autobiografiche avvivate da un così penetrante e piacevole spirito di osservazione, che - sebbene siano rimaste, purtroppo, frammentarie - gli hanno assicurato un posto eminente anche nella letteratura memorialistica contemporanea. Ma più che a quelle pagine, il nome di Lelio Bonin Longare resta affidato alle tracce durevoli che tanta alacre sapienza ha lasciato nel campo dell'azione diplomatica e parlamentare; resta, per noi, incancellabilmente stampato nei nostri cuori, col ricordo della bontà, dell'intelligenza, della fervida devozione ad ogni più nobile causa, che ci fecero amare e ci faranno lungamente rimpiangere il nostro Bonin.
        MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. Domando di parlare.
        PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
        MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. È con profondo orgoglio che il Governo si associa alle parole commemorative pronunciate dal Presidente della vostra Assemblea.

        Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 3 gennaio 1934.

Note:Il nome completo risulta essere: "Lelio Vittorio Emanuele Galeazzo Nicola".

Attività 0293_Bonin_Longare_IndiciAP.pdf