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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 03/29/1829 |
Luogo di nascita: | NAPOLI |
Data del decesso: | 26/02/1911 |
Luogo di decesso: | ROMA |
Padre: | Raffaele |
Madre: | LANZA Marianna |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | TISCAR Maria Amalia Rosalia |
Figli: | Guido |
Luogo di residenza: | ROMA |
Indirizzo: | Via Nazionale, 46 |
Titoli di studio: | Scuola militare |
Scuole militari: | Collegio militare di Napoli (1° novembre 1842) |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera giovanile / cariche minori: | Primo tenente (Regno delle Due Sicilie) (6 dicembre 1854) , Capitano (Regno delle Due Sicilie) (16 settembre 1856) , Maggiore (Esercito meridionale) (22 settembre 1860), poi (Esercito italiano) (24 gennaio 1861) , Tenente colonnello (18 agosto 1866) |
Carriera: | Colonnello (16 aprile 1871)
Maggiore generale (27 maggio 1877)
Tenente generale (13 aprile 1884-3 giugno 1900. Data del collocamento a riposo) |
Cariche e titoli: | Segretario generale del Ministero della guerra (27 aprile 1876-27 marzo 1878)
Capo di Stato maggiore dell'esercito (3 novembre 1893-14 maggio 1896) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 01/04/1894 |
Categoria: | 14 | Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Piero Puccioni |
Convalida: | 23/02/1894 |
Giuramento: | 24/02/1894 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 marzo 1862
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 14 giugno 1874
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 13 marzo 1877
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 maggio 1888
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 18 gennaio 1894
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 1° maggio 1868
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 30 maggio 1872
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 30 dicembre 1877
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 3 giugno 1884
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 30 dicembre 1892
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia 11 dicembre 1870 |
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.:: Servizi bellici ::. |
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Periodo: | 1860-1861 campagna per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia
1866 terza guerra d'indipendenza
1870 annessione di Roma al Regno d'Italia | |
Arma: | Esercito: artiglieria, corpo di Stato maggiore, fanteria |
Decorazioni: | Medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, medaglia col motto "Unità d'Italia 1848-1870", croce d'oro per anzianità di servizio | |
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.:: Camera dei deputati ::. |
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
XIII | Città di Castello | | 5-11-1876* | Sinistra | Ballottaggio il 12 novembre 1876. Cessazione per promozione a maggiore generale e rielezione il 17 giugno 1877 |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge "Codice penale militare", "Codice di procedura penale militare", "Ordinamento giudiziario militare" (6 dicembre 1905)
Membro della Commissione d'inchiesta sull'organizzazione della marina militare (7 dicembre-11 dicembre 1905. Dimissionario) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! [...]
Di un amato nobile aspetto, che era quotidiano nelle nostre sale ed immancabile alle nostre sedute, siamo rimasti privi per la morte del senatore Primerano, avvenuta in Roma il 26 febbraio. Da Napoli aveva tratti i natali nel 29 marzo 1829; dalla famiglia la vocazione alla milizia; dal collegio militare, l'Annunziatella, l'educazione e la scuola. Di là, ond'era uscito Guglielmo Pepe, Domenico Primerano provenne giovane ufficiale, noverato fra i più valenti e colti nell'artiglieria. Capitano nello Stato maggiore, in luglio del 1860 gli diede la mano Enrico Cosenz ad entrare nell'esercito garibaldino; nel quale prese il grado di maggiore, per decreto dittatoriale del 22 ottobre [sic], confermatogli poco di poi nello Stato maggiore dell'esercito nazionale. In questo, acquistata in breve reputazione di alto merito militare, salì pei gradi con onore, tenne i comandi, sino a quello di corpo d'Armata, con austerità ed affetto. Vive ancora la meraviglia di quel reggimento di volontari di un anno, ordinato dal ministro della guerra del 1873 a sperimento di una istruzione militare intensa; che il colonnello Primerano in tre mesi condusse alla pari dei meglio addestrati nelle grandi manovre.
Quando il generale Cosenz, capo dello Stato maggiore nel 1893 toccava il termine dell'età, a sua designazione gli fu dato successore il generale Primerano; e la scelta fu bene accolta dall'esercito, che ammirava nel valoroso soldato il dotto ed esperto uomo di guerra, l'animo retto, il fermo carattere. Non corsero intieri tre anni, che il disastro delle nostre armi nell'Africa produssegli amarezza, per la quale rassegnò l'ufficio; ma con tale un contegno prudente e dignitoso, che va ancor oggi lodato quale esempio singolare di abnegazione e disciplina.
Non mancò a Domenico Primerano la considerazione politica; ebbe partecipazione al Governo nel gabinetto del 1876, chiamatovi segretario generale dalla stima e fiducia del ministro della guerra Luigi Mezzacapo; fu eletto al Parlamento deputato del collegio di Città di Castello per la XIII legislatura. Nella Camera, poiché fu esonerato dalle cure di Governo, portò tutto il suo concorso ai lavori legislativi, con grande autorità intorno alle materie militari. Membro della Commissione generale del bilancio, fu relatore di quello della guerra per il 1880.
Senatore dal 4 gennaio 1894, il nostro compianto collega fu assiduo egualmente a quest'Assemblea, operoso e profittevole. Appartenne a commissioni; qui pur fece relazioni, pronunziò discorsi notevoli; e fu ascoltato attentamente in ispecial modo circa le cose della guerra, la difesa nazionale e gli ordinamenti dell'esercito. Furono degli ultimi, avanti che la salute gli venisse meno, il discorso del 2 giugno 1909 sulla ferma progressiva e biennale, e quello del 15 luglio dello stesso anno circa l'avanzamento nell'esercito.
Contava il prode oltre i fatti d'armi del 1860 nelle provincie meridionali, la campagna del 1866 contro gli Austriaci per l'indipendenza d'Italia, e quella del 1870 per l'occupazione di Roma; nella quale guadagnò la croce dell'Ordine militare di Savoia. Colonnello di Stato maggiore nel corpo di spedizione comandato dal generale Raffaele Cadorna, spettò a lui di firmare quella capitolazione di resa delle truppe pontificie, che acquistò Roma all'Italia.
L'esercito, disse chi ne ha portata la voce innanzi al feretro, ricorda con orgoglio il nome del generale Primerano. Il Senato, unito nel dolore all'esercito, ne raccoglie il sentimento a tramandare maggiormente onorata la memoria del suo estinto. (Benissimo). [...]
SISMONDO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SISMONDO. Rendere omaggio alla memoria del generale Primerano è per me un sacro dovere e il poter compiere questo dovere al cospetto di così alta Assemblea, è il più caro conforto che io potessi provare al profondo mio cordoglio.
Il generale Primerano fu una delle personalità più eminenti e più simpatiche dell'esercito italiano. Di mente acutissima, di vasta cultura, profondo conoscitore delle cose militari, era dotato di uno spirito pratico che giungeva fino alla genialità. Egli era ammirabile per la chiarezza degli ordini e delle direttive che impartiva ai suoi dipendenti, e questi potevano esplicare la propria operosità con tutta quella maggiore efficacia che deriva dal perfetto orientamento sui risultati da conseguirsi.
Egli era profondamente convinto della capitale importanza che negli eserciti moderni ha lo spirito di iniziativa, e fu uno dei più zelanti, dei più assidui, dei più affettuosi cultori dello sviluppo di questo spirito, sicché, mentre era prodigo della sua presenza, ogni qualvolta credeva ciò opportuno per dirigere, per stimolare, per controllare l'opera dei suoi dipendenti, ne era avaro ogniqualvolta gli veniva il dubbio che il suo intervento potesse intralciare quella giusta libertà di azione, che egli voleva che a ciascuno fosse lasciata insieme alla responsabilità.
Austero, ma paterno; perspicacissimo, nulla di quanto doveva essere rilevato gli sfuggiva, ma la profonda bontà dell'animo suo lo rendeva maestro nella squisita arie di correggere, senza mortificare e senza scoraggiare.
La chiarezza degli ordini, la giusta libertà di azione, concessa a chi doveva eseguirli, e la paterna austerità nel controllo, davano all'andamento del servizio, che si svolgeva sotto il comando del generale Primerano, la più spiccata intonazione di serena fiducia e di volonterosa cooperazione. E questo credo che sia il più grande risultato che un comandante di truppe in tempo di pace, possa ottenere con l'opera sua.
Ma vi è un aspetto del carattere del generale Primerano che non esito a dichiarare sublime, e a cui ha già fatto allusione, con la sua eloquente parola, il nostro illustre Presidente. In un momento doloroso della nostra storia militare, il generale Primerano fu afflitto, in sul finire della sua carriera, da amarezze dolorose ed immeritate, e di ciò furono testimoni quelli che per dovere d' ufficio vissero nella sua intimità militare. A questa amarezza egli, con mirabile abnegazione; seppe opporre il silenzio assoluto (bene) imperturbato, degno invero della sua purissima coscienza, dell’altezza dell’animo suo. (Benissimo).
Io auguro all’Italia altri valenti uomini della tempra di Domenico Primerano, e mi permetto di proporre che alla sua famiglia non manchi il conforto delle condoglianze del Senato. (Approvazioni vivissime).
DEL CARRETTO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DEL CARRETTO. Mi permetta il Senato di portare una parola di vivo cordoglio per la morte del generale Primerano, a nome della città che ho l'onore di rappresentare. La scomparsa del generale Primerano è un lutto per la città di Napoli e per l'Italia, è un lutto per l'esercito di cui egli fu lustro e decoro.
Egli fece i suoi studi in quel glorioso collegio militare di Napoli, che ha una storia secolare, avendo dato alla patria soldati provetti, e valorosi che, attraverso tutte le vicende politiche, ebbero sempre altissimo il sentimento dell'educazione militare nel senso più alto del sacrificio e del dovere.
Il generale Primerano fu uno dei migliori allievi di quel collegio in cui si educarono forti caratteri, come un momento fa ha ricordato con nobilissime parole il generale Sismondo, dove si dava quell'educazione militare la quale fa sì che il soldato in ogni momento della sua vita, sia nei lieti, che nei tristi, tutto sacrifichi al principio altissimo del dovere e della disciplina pel bene della patria.
È perciò che sento il dovere di interpretare il profondo cordoglio della città di Napoli, portando qui una parola di rammarico per la perdita dell'uomo illustre, che sparisce tra così vivo ed unanime rimpianto. (Approvazioni vivissime}.
SPINGARDI, ministro dalla guerra. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SPINGARDI, ministro della guerra. A nome del Governo e dell'esercito, con animo reverente, mi associo alle espressioni di mesto ed affettuoso rimpianto con le quali l'illustre nostro Presidente ed i colleghi del Senato hanno testé commemorato il generale Domenico Primerano! E poiché fu già largamente intessuta qui la nobile esistenza dell'uomo illustre, resta a me l'onore di rinnovare un tributo di solenne e doveroso omaggio alla memoria di lui che fu ad un tempo soldato, generale, uomo politico e di Governo, preclaro per elette virtù civili e militari.
Soldato valoroso nello campagne del 1866 e del 1870, così da meritare che sul suo petto brillasse l'insegna del valore colla croce di Savoia. Generale dalla menta lucida o aperta, d'intuito straordinariamente pronto, di carattere nobile e sereno; uomo politico e di Governo che i nostri ordinamenti militari e la grandezza dell'esercito pose in cima ad ogni suo pensiero vedendo in essi la grandezza della patria.
Onore dunque alla memoria di lui; onore a chi tanto sui campi di battaglia come nelle ore dei lunghi studi e di paziente lavoro della pace, fino agii ultimi momenti della sua vita, la tempra virile, la mente elettissima e le virtù dell'animo suo consacrò alla grandezza dell'esercito e del paese. (Vivissime approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 marzo 1911.
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