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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 06/13/1815 |
Luogo di nascita: | CAPUA (Caserta) |
Data del decesso: | 28/11/1891 |
Luogo di decesso: | NAPOLI |
Padre: | Pietro |
Madre: | DI CECIO Raffaella |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | DE WAVILOW Olga |
Parenti: | RENNENKAMPF Natalia, nipote di DE WAVILOW Olga
RENNENKAMPF Michele, nipote di DE WAVILOW Olga |
Titoli di studio: | Laurea in lettere e filosofia (1)
Laurea in veterinaria (2)
Laurea in medicina e chirurgia (3) |
Professione: | Docente universitario |
Altre professioni: | Chirurgo |
Carriera: | Chirurgo dell'Ospedale degli Incurabili di Napoli (1850)
Primario chirurgo dell'Ospedale degli Incurabili di Napoli (1854)
Professore di Clinica chirurgica all'Università di Napoli (1865)
Professore onorario dell'Università di Napoli |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Napoli
Assessore comunale di Napoli |
Cariche e titoli: | Consulente chirurgo dell'Ospedale dell'Arciconfraternita del SS. Rosario di S. Rocco a Chiaia (1851)
Consulente ordinario di chirurgia presso l'Ospedale Pellegrini di Napoli (1863)
Direttore della Clinica chirurgica dell'Università di Napoli (1865-1866)
Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (6 novembre 1881-10 maggio 1883)
Fondatore della Società italiana di chirurgia dell'Università di Napoli (1883)
Socio emerito dell'Accademia pontaniana (5 luglio 1891)
Socio dell'Accademia medico-chirurgica di Napoli |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 05/15/1876 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Francesco Pallavicini |
Convalida: | 06/06/1876 |
Giuramento: | 10/06/1876 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 14 marzo 1879
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine di Nostra Signora della Concezione di Villa Viciosa |
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.:: Servizi bellici ::. |
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Mansioni: | Alfiere medico nell'Esercito borbonico (1846-1849) |
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.:: Camera dei deputati ::. |
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
X | Cassino | | 5-5-1867* | Sinistra | Ballottaggio il 12 maggio 1867. Elezione in corso di legislatura |
XI | Cassino | | 20-11-1870 | Sinistra | |
XII | Cassino | | 8-11-1874** | Sinistra | Cessazione per nomina a senatore |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente
Con vivo dolore vi partecipo, signori senatori, essere morto avant'ieri in Napoli il collega nostro professore Ferdinando Palasciano.
Ferdinando Palasciano era nato a Capua il 13 giugno 1815. Fra i cultori dell'arte salutare, e soprattutto della chirurgia, segnalato, la insegnò e per qualche anno la praticò in quell'esercito. Scioltosi da un legame che non si affaceva al carattere indipendente ed al libero suo sentire, vinse a forza d'ingegno e d'energia ogni impedimento che il malvolere del Governo gli parava dinanzi e salì in meritata reputazione. Ed egli che, colpito da incurabile infermità, viveva ora da più anni inconscio di sé e, quasi fosse uscito di vita, dimenticato, aveva già levato nobilissimo grido di dottrina, tenuto il campo fra i più arrischiati e fortunati chirurghi della grande città.
Dopo il 1860 all'amministrazione del comune, ed a quelle di alcuni istituti di beneficenza partecipò con opera zelante. Clinico per breve nell'università, per poco aveva pure diretto un importantissimo servizio sanitario. Le profonde convinzioni scientifiche, un altissimo sentimento gli facevano tenace il volere. Quelli che erano o parevangli i diritti della scienza e della umanità non consentiva piegassero ad altre esigenze.
Deputato per tre legislature (10, 11, 12), senatore sino dal 1876, più e più volte, come già nei congressi, in ambedue i rami dei Parlamento, in ogni controversia affine alla scienza che professò, all'arte che esercitò, fece aperta prova della sua immutabile fermezza nell'opinare.
Carità lo riscaldava, lo infiammava il cuore schiuso all'amore: i doveri del medico modellava su quelli del filantropo: non esercitò un’arte, compì una missione.
Un patriota, un dotto ha cessato di vivere: un uomo chiaro è mancato a quest'Assemblea (Approvazioni generali).
SENATORE PIERANTONI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SENATORE PIERANTONI. Signori senatori! Permettete a me, figlio di adozione della Campania felice, i cui abitatori contavano tra loro i sommi Ferdinando Palasciano, di dire una memore parola di rimpianto per il collega, di cui sentiamo l’amara dipartita. Voglio parlare, perché qui non seggono senatori nati in quella regione. Questo patriottico dovere, che vincendo l’emozione io vo’ a compiere, è benanche raccomandato dalla santa ed immacolata religione dell’amicizia (Bene), che al defunto per lunghi anni mi strinse.
Ebbi la ventura di conoscere Ferdinando Palasciano, sorto da origine popolana, come uno dei più ardenti patrioti dell’anno 1860. Ferdinando Palasciano, come bene ha detto il nostro Presidente, si distinse sempre per opere di carità e di civile e nazionale progresso.
Nessuno fu maggiore di lui nell’opera coraggiosa e indefessa di curare i numerosi feriti della memoranda e sanguinosa battaglia, ch’ebbe nome del Volturno, e che recò il trionfo dell’idea unitaria nazionale. Nessuno! Allo spettacolo desolante di giovani vite, che si spegnevano, olocausto per la redenzione nazionale, per l’insufficiente aiuto del corpo sanitario presso gli eserciti combattenti, Palasciano sentì nel petto la nuova idea, nunzia di una grande umanissima riforma, la neurtralità sul campo di guerra del corpo sanitario, delle ambulanze e delle suppellettili medico-chirurgiche.
Col Palasciano altri illustri chirurghi stranieri, che pure avevano esposta la loro vita sui campi di guerra a salvezza dei feriti, divulgarono con elaborate memorie le proposte, che diressero la Conferenza internazionale adunata in Ginevra per redigere la convenzione, che prese nome dalla Croce rossa nella storia moderna.
Rarissima e preziosa per gl'italiani fu la virtù operatrice del Palasciano, e fra tanti servigi resi a sollievo della umanità sofferente lo prova l'elogio, che egli ottenne dal Nelaton, venuto dopo un giorno di triste lutto nazionale, a curare la ferita toccata al generale Garibaldi là sul colle d'Aspromonte.
Per la morte di tanto uomo ben s'intende perché al dolore d'Italia tutta si unisce più acuto il dolore della virtuosa gente di Terra di Lavoro.
Parlo della mia patria d'adozione, per la quale dichiaro di dire queste brevi parole, che il dolore mi spezza sul labbro. (L'oratore si ferma commosso).
È vero che il Palasciano da qualche anno viveva una vita peggiore della morte, perché si era in lui offuscata la luce divina e fulgidissima dell'intelletto; ma se quell'astro si spense, la storia dirà che brillò fulgidissimo e potente per dare splendore alla patria e che si consumò per rischiarare gli orizzonti di nuovi, grandiosi ideali! (Benissimo).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 novembre 1891.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Ferdinando Antonio".
[Curiosità:] Chiamato a consulto per curare la ferita di Garibaldi in Aspromonte (1862). Precursore della Croce rossa sui campi di guerra e ispiratore dell'Associazione permanente di soccorso per i feriti di guerra.
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Attività 1637_Palasciano_IndiciAP.pdf |
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