Gabrio Casati, Presidente
Signori Senatori,
Una illustrazione italiana, un’esimia intelligenza, decoro del nostro Consesso, sparì la mattina del 17 corrente colla morte del senatore Bartolomeo Panizza nell’età di 85 anni.
Nella gioventù sua si fece distinto come ufficiale sanitario al seguito del grande esercito nella tremenda guerra moscovita. Reduce in patria, scorsero ben pochi anni che vennegli affidata la cattedra di anatomia nel Ticinese Ateneo. Quivi spiegò il suo sapere, il mirabile dono didattico; la scienza non rimase per lui certamente stazionaria ed arricchì di magnifiche preparazioni il gabinetto anatomico di quella Università. Durò più che quarant’anni nell’onorevole incarico e sempre col medesimo vigore d’intelligenza e gagliardia di esposizione.
E queste qualità non l’abbandonarono nell’età senile e con gioia lo rividi sedente fra noi quasi eguale d’allora quando l’ammirai insegnante, assistendo, nei miei giovanissimi anni ad alcune delle dotte sue lezioni. Il merito di lui lo fece iscrivere alle più insigni Accademie, ed il suo nome non echeggiò semplicemente entro la cerchia delle Alpi, ma tutte le colte Nazioni gli resero onore. Voglia il Cielo che abbia emuli, e che nell’Italia nostra non si spenga quell’ardore per la scienza anatomica che dall’Eustacchio in poi conta lunga serie di cultori illustri; e se fra questi citansi come eminenti il Falloppio, l’Aselli, il Malpighi, il Morgagni, il Mascagni, ora vi assoceremo il nome del Panizza, colla speranza che altri nomi nel seguito vi si aggiungano.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 aprile 1867.
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