Gabrio Casati, Presidente
Signori Senatori,
Sembra triste fatalità che ogniqualvolta ci raduniamo in seguito a qualche riposo, debba annunciarvi la perdita avvenuta di alcuno de’ nostri Colleghî [...]
Basterebbe che io pronunciassi il nome di Pietro Paleocapa perché a ciascuno di noi ricorra alla memoria un complesso di qualità distintissime, che onorarono un nostro illustre Collega il quale sventuratamente abbiamo perduto; ma pure il ripeterle è quasi sollievo al dolore della perdita. Nacque il Paleocapa l'11 novembre 1788 in Bergamo, ch'ivi suo padre teneva carica per la Veneta Repubblica; veneziano, ma appartenente a greca famiglia di Candia.
Nella sua gioventù percorse gli studi consueti ed in Padova applicossi alla giurisprudenza. Ma congiunto il Veneto al Regno d'Italia nel 1806, abbandonò gli studi giuridici ed entrò nel collegio del Genio sedente in Modena, che tanti distinti allievi diede all'Italia. Ufficiale del Genio fece la guerra del 1813, e rimase prigioniero, ma seppe evadersi. Venute le provincie Venete e Lombarde sotto la dominazione austriaca e sciolto l'esercito Italiano, non volle il Paleocapa continuare la carriera delle armi quantunque gli venisse offerto un grado nel Corpo del Genio, e diedesi alla civile. Destinato fu alla Giunta del censimento in Milano. Apprezzato pe’ suoi talenti, fu chiamato a Vienna onde raccogliere i suoi consigli in questioni di censimento; in Boemia per dare parere sulla ferrovia di Budweis, ed i suoi consigli furono seguìti.
Nominato Direttore Generale delle pubbliche costruzioni nel Veneto, non solo furono adottati i suoi divisamenti per regolare il corso del Bacchiglione, del Brenta, dell'Adige e migliorare l'accesso del porto di Malamocco, pel quale ideò e costrusse la gran diga; ma fu replicatamente chiamato in Ungheria per operazioni idrauliche importantissime, e sempre i suoi pareri furono accettati.
Finquì [sic] il Paleocapa fu uomo di scienza e di amministrazione; ma nel 1848 divenne uomo politico eziandio. Membro del Governo provvisorio di Venezia, propugnò l'unione agli Stati Sardi delle provincie Venete.
Ridotto in Piemonte, appartenne al Ministero del luglio qual Ministro dei Lavori Pubblici, portafoglio che riprese nel 1849; e l'opera sua lasciò traccie [sic] indelebili. La fama del suo sapere oltrepassava le Alpi; fu quindi pregato a far parte della Commissione internazionale pel taglio dell'Istmo di Suez, e volevasi a lui conferirne la presidenza, ma la declinò. Sgraziatamente fu colpito da cecità, ma non per questo intermise di occuparsi delle pubbliche faccende come Presidente del Consiglio d'Amministrazione delle ferrovie dell'Alta Italia, e più volte venne a prendere parte alle nostre discussioni, non badando ai disagi portati dagli anni e dalla infermità. La pronta memoria, la perspicacità della sua intelligenza facevano meraviglia.
Privo del dono della vista ed ottuagenario, dettava consulti e relazioni con tale ammirabile lucidezza che di più non si poteva bramare. Il Re tanti meriti apprezzando nominollo Senatore nel 1855 [sic] e dappoi lo insignì de’ maggiori gradi negli ordini cavallereschi e finalmente lo decorò del Gran Collare della SS. Annunziata. Alla forza dell'intelligenza accoppiò fermezza di carattere, né mai vacillò nella sua fede politica, giudicando degli avvenimenti con tale una [sic] calma che il suo giudizio non dava in fallo, ed univa a tutto ciò un cuore sensibile all'amicizia. La sua morte avvenne dopo brevissima malattia il 13 corrente alle 6 ore del mattino, e generale n'è il compianto.
Se mi dilungai un istante nel parlarvi del Senatore Paleocapa (con voce vivamente commossa) attribuitelo ad un sentimento di singolare ammirazione per lui ed eziandio d'amicizia per un triplice Collega, la cui memoria resterà scolpita nell'animo mio, come sicuramente lo sarà negli animi vostri.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 febbraio 1869.
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