Federigo Sclopis di Salerano, Vicepresidente
Signori Senatori: Un triste dovere m'incumbe [sic] di annunziare al Senato una grave perdita che ha fatto ieri.
Il signor Senatore, tenente generale, barone Chiodo Agostino non è più. La patria perdette in lui un valoroso soldato, un intelligente ufficiale del Genio, che allievo della scuola politecnica francese, cominciò la sua carriera nelle armate napoleoniche, e si distinse negli ultimi anni delle guerre che precedettero il 1814; poi entrato al servizio nazionale egli diede mai sempre prove ragguardevolissime del suo sapere, della sua valentia.
E si possono fra le altre prove accennare quelle delle fortificazioni di Genova mirabilmente condotte. Il generale Chiodo ebbe la ventura di combattere nella guerra della indipendenza del 1848, e fece parte dei Consigli ministeriali.
Al venerando vecchio riservò ancora il cielo la sorte di poter vedere un gran trionfo dell'arma a cui appartenne, il Genio militare, e di stringere la destra vittoriosa dello espugnatore di Gaeta, che siede fra noi, il generale Menabrea.
(Applausi vivissimi e prolungati).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 26 febbraio 1861.
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