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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 04/08/1820 |
Luogo di nascita: | Firenze |
Data del decesso: | 11/12/1906 |
Luogo di decesso: | San Piero a Sieve, Firenze |
Padre: | Luigi, conte |
Madre: | Nencini Marianna |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Conte |
Coniuge: | Biffi Tolomei Virginia, marchesa |
Figli: | Luigi, deputato
Tommaso
Marianna |
Luogo di residenza: | Roma |
Indirizzo: | Via Campo Marzio, 57 |
Titoli di studio: | Laurea in [architettura] (1) (2) |
Presso: | Scuola politecnica di Parigi (1)
Università di Pisa (2) |
Professione: | Possidente |
Altre professioni: | Uomo di corte |
Carriera: | Intendente generale della Real Casa in Toscana
Maestro delle cerimonie di corte in Toscana
Gran maestro onorario delle cerimonie di corte
Governatore del regio palazzo a Firenze
Governatore onorario di palazzo
Introduttore degli ambasciatori presso SM il Re
Introduttore onorario degli ambasciatori presso SM il Re |
Cariche politico - amministrative: | Sindaco di Firenze (1° gennaio 1865-27 ottobre 1867)
Sindaco di S. Piero a Sieve
Presidente del Consiglio compartimentale di Firenze (1860-1864)
Presidente del Consiglio provinciale di Firenze (1870-1877)
Membro dell'Assemblea dei rappresentanti (Toscana) (1859-1860) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Firenze (30 ottobre 1859)
Consigliere provinciale di Firenze (1860-1906) |
Cariche e titoli: | Membro della Consulta di Stato (Toscana) (1859)
Presidente della Banca nazionale toscana (1872)
Membro del Consiglio superiore dell'agricoltura
Vicepresidente del Comizio agrario di Firenze
Presidente del Comizio agrario di Firenze
Socio corrispondente dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (8 marzo 1840)
Socio ordinario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (1848)
Vicepresidente dell'Accademia dei Georgofili di Firenze |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 03/23/1860 |
Categoria: | 21 | Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Relatore: | Alberto Ferrero Della Marmora |
Convalida: | 09/06/1860 |
Giuramento: | 02/04/1860 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 23 gennaio 1860
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 20 aprile 1863
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 21 maggio 1865
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 14 dicembre 1869
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 31 dicembre 1868
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine di S. Stefano (Granducato di Toscana)
Grande ufficiale dell'Ordine di Nostra Signora della Concezione di Villa Viciosa (Portogallo)
Gran Croce dell'Ordine del Nicham Iftikar (Tunisia) |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Cariche: | Vicepresidente (15 novembre 1871-19 ottobre 1873) |
Commissioni: | Membro della Commissione di contabilità interna (21 marzo-30 ottobre 1866) (29 dicembre 1866-28 febbraio 1867) (31 marzo 1867-14 agosto 1869)
Membro della Commissione di finanze (5 agosto-2 novembre 1870) (22 dicembre 1870-5 novembre 1871) (5 dicembre 1871-19 ottobre 1873) (29 novembre 1873- 20 settembre 1874) (27 novembre 1874-21 febbraio 1876) (10 marzo-3 ottobre 1876) (16 dicembre 1876-23 gennaio 1878) (11 marzo 1878-1° febbraio 1880) (19 febbraio-2 maggio 1880) (19 novembre 1887-4 gennaio 1889) (1° febbraio-20 luglio 1889) (28 novembre 1889-3 agosto 1890) (16 dicembre 1890-27 settembre 1892) (1°dicembre 1892-23 luglio 1894) (10 dicembre 1894-13 gennaio 1895) (13 giugno 1895-2 marzo 1897) (8 aprile 1897-15 luglio 1898) (19 novembre 1898-30 giugno 1899) (18 novembre 1899-17 maggio 1900) (20 giugno 1900-6 febbraio 1902)
Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sui trattati di commercio e relative proroghe (22 dicembre 1892)
Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sui trattati di commercio e sulle tariffe doganali (10 dicembre 1894) (17 giugno 1895)
Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge "Dotazione della Corona" (7 febbraio 1905) |
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Deputazioni: | Membro della Deputazione a SM nel primo giorno dell'anno (1865) |
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.:: Governo ::. |
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Regno di Sardegna post 04 Marzo 1848 - Regno d'Italia: | Ministro della Real Casa [post 1860] |
Governo: | Ministro ad interim dell'agricoltura, industria e commercio (27 ottobre-28 novembre 1867)
Ministro delle finanze (27 ottobre 1867-14 dicembre 1869) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Cambray Digny Guglielmo
Atti parlamentari - Commemorazione
Domenico Canonico, Presidente
Signori Senatori!
Pochi giorni sono trascorsi dall’ultima nostra seduta, e devo cominciar questa con nuovi dolorosi ricordi. [...]
Un’altra triste, quanto inaspettata notizia è giunta stamane. Il nostro collega decano, il senatore Cambray-Digny si è spento iersera a San Piero a Sieve verso la mezzanotte. Egli oltrepassava gli 86 anni, perché era nato a Firenze l’8 aprile 1820.
Colto ed eletto ingegno, saldo ed intemerato carattere, operosità indefessa a pro del paese, sorretta da una fibra robusta: - tale fu Luigi Guglielmo Cambray-Digny.
Dopo avere, nella prima giovinezza, studiato a Parigi sotto la direzione del padre, valente architetto, e del celebre Libri, fece il corso di leggi [sic] a Pisa.
Pieno d'ardore pel riscatto della patria dal servaggio straniero, nei moti del 1848 fu, con Gino Capponi e Bettino Ricasoli, uno dei patrioti più attivi per procurarne l’indipendenza.
Indignato al vedere riposto sul trono il Granduca, si ritrasse dalla vita pubblica nella quiete dei campi; ma, fuggito il principe, si recò a Torino, mandatovi dal Ricasoli, per promuovere l’annessione della Toscana al regno sabaudo: il solo rimasto fedele alla causa nazionale, il solo che con mano robusta teneva alto nella fede del Re il tricolore vessillo, faro consolatore di ogni patriota e nucleo dell’unità italiana.
Ed egli stesso concorse poi nel votare quell’annessione, proclamata dall’assemblea toscana di cui fece parte.
Fu nominato senatore il 23 marzo 1860, non ancora varcati i 40 anni, che compì soltanto fra la nomina e la convalidazione.
Ministro della Casa Reale sotto Vittorio Emanuele II, dopo il trasferimento della capitale a Firenze ne fu sindaco: e diede potente impulso per attuare i grandiosi lavori di trasformazione di quella simpatica città, giusta il progetto che ne era stato fatto dall’illustre architetto ingegnere Giuseppe Poggi.
Tenne per due anni il portafoglio delle finanze nel Ministero Menabrea. Con non piccolo coraggio riuscì a far votare l’ingrata legge sul macinato, l’aumento sulla fondiaria, le tasse di registro e bollo, il contratto per la regìa: provvedimenti gravosi, ma che ci salvarono dal fallimento in tempi in cui la rendita pubblica era scesa al 45 per cento e il disavanzo era di oltre 400 milioni. E’ a lui che si deve e la legge di contabilità, e l’iniziato ritorno ad un assetto regolare della finanza pubblica.
Nel Senato, ove fu vice presidente e membro della Commissione permanente di finanze, faceva sempre sentire l’autorevole sua parola in tutte le questioni finanziarie ed economiche. In ciascuna di esse mai non mancava un duello ad armi cortesi fra l’on. Cambray-Digny e l’on. Alessandro Rossi: i quali, benché appartenenti a scuole economiche diverse, erano entrambi valenti economisti, come entrambi erano tipi di carattere illibato e di perfetti gentiluomini.
In materia d’economia e di finanza, il Cambray-Digny lascia pure parecchie pregevoli pubblicazioni.
Appassionato della campagna, ove in questi ultimi tempi dimorava quasi sempre, ad 85 anni andava ancora a caccia: ma, anche allorché non poteva recarsi in Senato, mai non trascurava d’intervenire nel Consiglio comunale fiorentino od in altri comizi, quando vi si agitava qualche grave questione che interessasse la diletta sua Firenze, o l’indirizzo dell’intero paese.
Egli lasciò così alla generazione presente (in gran parte della quale lo sviluppo delle più nobili energie è spesso contrastato dall’ambiente deleterio della città e dal turbine vorticoso della vita moderna) un utile esempio; che l’esercizio del corpo, mantenendo l’elasticità della vita fisica, mirabilmente contribuisce a mantenere altresì l’elasticità dello spirito e il vigore del carattere.
Con la morte di Luigi Guglielmo Cambray-Digny, Firenze perde uno dei più illustri e più cari suoi figli: il Senato un valente e diletto collega; il Re e la patria perdono un servitore devoto ed attivo; - il quale nella lunga sua vita politica, ebbe il merito (oramai non tanto comune) di essere sempre stato coerente a sé stesso.
All’afflitta famiglia le cordiali nostre condoglianze. (Approvazioni vivissime).
FINALI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI. Amico di Guglielmo Cambray Digny da quasi cinquant'anni, suo collaboratore in anni molto travagliati della finanza italiana, della quale egli fu uno dei più integri restauratori, io mi associo all'elogio detto di lui dall'onorevole nosro Presidente, non con le parole, ma col profondo sentimento dell'animo.
Nessuno più di me può attestare con quanto zelo e con quanta abnegazione egli ponesse tutta la forte energia e tutta la sua alta intelligenza a servizio della pubblica finanza; molto egli fece ed operò; ed era lieto di ogni opera che egli avesse potuto fare a vantaggio della cosa pubblica ed a benefizio dello Stato, anche con sacrifizio della privata fortuna (Approvazioni).
VIGANO', ministro della guerra.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VIGANO', ministro della guerra. A nome del Governo mi associo alle nobili parole pronunziate dal nostro Presidente in commemorazione dei senatori [...] Cambray-Digny.
Il ricordo di questi valentuomini rimarrà impresso nel nostro cuore.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 dicembre 1906.
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Note: | Il cognome risulta anche nella variante :"De Cambray Digny".
Il nome completo risulta essere: "Luigi Guglielmo".
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