Luigi Cremona, Vicepresidente
Passiamo ora ai nostri morti. Signori Senatori![...]
Antonio Montanari nacque da umile famiglia in Meldola (provincia di Forlì) il 24 ottobre 1811. Datosi agli studi letterari ebbe nell’ottobre 1847 nomina di professore di storia nell’Università di Bologna. Amico intimo di Marco Minghetti, di Audinot e di Berti Pichat, fondò con essi il giornale Il Felsineo e vi scrisse articoli che, per dottrina e liberalismo, meritarono lodi da Luigi Carlo Farini.
In seguito allo Statuto concesso da Pio IX nel 1848, il Montanari fu deputato a quella prima Assemblea dal collegio di Bertinoro, e nel Ministero presieduto da Pellegrino Rossi tenne il portafogli dell’agricoltura e commercio e poi interinalmente quello dell’interno.
Dopo l’assassinio del Rossi, il Montanari col Rosmini seguì il Pontefice a Gaeta, ma si mantenne fedele al culto della patria e della libertà.
Ricomparsa sull’orizzonte la stella d’Italia nel 1859, il Montanari fu deputato all’Assemblea delle Romagne, membro della Giunta centrale di Governo e ministro dell’interno, essendo governatore Leonetto Cipriani; poi ministro della pubblica istruzione nel governo dell’Emilia sotto il dittatore Farini, sino all’annessione alla Monarchia sabauda.
Risalito sulla cattedra, il cui titolo era stato mutato in quello di filosofia della storia, la tenne sino al 1893 senza però attendere all’insegnamento come anteriormente. Fu anche reggente dell’Università di Bologna dal novembre 1859 sino a tutto l’anno scolastico 1867-68.
Nominato senatore del Regno con regio decreto 18 marzo 1860, fu assiduo per alcuni anni, cioè sino al 1871. Per l’ultima volta parlò nella discussione del disegno di legge sulle guarentigie al Sommo Pontefice. D’allora in poi si ritrasse nella sua Meldola ed attese esclusivamente all’amministrazione del comune e della provincia.
Si può dire ch’egli abbia sopravvissuto per quasi trent’anni alla fine della sua attività didattica e politica.
Mancò ai vivi il 6 aprile corrente, nella grave età di oltre 86 anni; pianto dai concittadini che conoscevano i servigi da lui resi alla patria ed alla terra natia.[...] (Vive approvazioni.)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Zanolini.
ZANOLINI. Per sentimento di dovere e mosso dal prezioso ricordo della grande e sincera amicizia che univa Antonio Montanari al mio povero padre e a tutta la nostra famiglia, io mi associo con tutto l'animo alle nobili pronunciate in lode di lui dal nostro onorevole presidente.
Antonio Montanari è stato uno dei più illustri e beneriti figli della nostra Romagna. Dico illustre e benemerito non solo perché coll'altissimo ingegno, col profondo sapere e coll'opera benefica diede lustro ed incremento all'Ateneo bolognese, ma anche e ben più perché animato da ardente patriottismo ebbe una parte considerevole nel risorgimento nazionale. Perciò egli merita l'ammirazione e la gratitudine di tutti.
Antonio Montanari ebbe la soddisfazione di vedersi circondato dall'universale venerazione e gratitudine durante tutta la sua lunga vita fino agli ultimi giorni suoi; e in segno che il Senato partecipa a questi sentimenti verso di lui, propongo che dal nostro presidente siano espresse vivissime condoglianze alla famiglia di Antonio Montanari ed al comune di Meldola suo paese natio.
DI RUDINI', presidente del Consiglio. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI RUDINI', presidente del Consiglio,. Il Governo si associan al lutto del Senato per le perdite fatte recentemente; perdite amarissime per voi, che avete visto allontanarsi per sempre colleghi tanto stimati, perdite amare anche per tutto il Paese. [...].
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 aprile 1898.
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