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Senato della Repubblica
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MEDICI Giacomo

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:01/16/1817
Luogo di nascita:MILANO
Data del decesso:09/03/1882
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Giovanni Battista Angelo
Madre:BERETTA Maria
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Titoli nobiliariMarchese del Vascello, titolo concesso con regio decreto del 31 dicembre 1876
Coniuge:BENNET-HINTON Emilia
Parenti:MEDICI Luigi, cugino, senatore (vedi scheda)
INGHAR Beniamino, suocero
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via Nazionale
Professione:Militare di carriera (Esercito)
Carriera giovanile / cariche minori:Volontario nel Reggimento Cacciatori di Oporto al servizio della Spagna (1836), Caporale nel Reggimento Cacciatori di Oporto al servizio della Spagna (1836), Sergente nel Reggimento Cacciatori di Oporto al servizio della Spagna (1838), Capitano nella spedizione di Garibaldi da Montevideo in Italia (20 febbraio 1848), Maggiore (Repubblica romana) (26 maggio 1849), Tenente colonnello (Repubblica romana) (30 giugno 1849), poi (Cacciatori delle Alpi) (20 marzo 1859)
Carriera:Colonnello (Governo provvisorio toscano) (15 agosto 1859), poi Tenente colonnello (Regno di Sardegna) (23 febbraio 1860), poi Colonnello (Esercito nazionale di Sicilia) (25 giugno 1860)
Maggiore generale (Esercito dell'Italia meridionale) (22 luglio 1860)
Tenente generale (Esercito dell'Italia meridionale) (29 ottobre 1860), poi (Corpo dei volontari italiani) (7 maggio 1861), poi (Esercito italiano) (10 aprile 1862-23 gennaio 1878)
Cariche e titoli: Comandante superiore della Guardia nazionale di Palermo (18 giugno 1862-21? 26? ottobre 1862)
Aiutante di campo di SM il Re (20 ottobre 1866)(30 aprile 1874)
Comandante generale della provincia di Messina (30 giugno 1860)
Comandante generale delle truppe di Sicilia (2 dicembre 1866)
Prefetto di Palermo (25 giugno 1868-21 dicembre 1873)

.:: Nomina a senatore ::.

Nomina:06/02/1870
Categoria:03
14
20
I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività
Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria
Relatore:Onorato Vigliani
Convalida:06/06/1870
Giuramento:06/06/1870

.:: Onorificenze ::.

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia 8 giugno 1859
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia 12 giugno 1861
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia 6 dicembre 1866
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 17 novembre 1860
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 4 agosto 1861
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 6 giugno 1863
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 22 aprile 1868
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
Gran cordone dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)

.:: Servizi bellici ::.

Periodo:1838-1840 campagne prima guerra carlista, 1848-1849 prima guerra d'indipendenza, 1859 seconda guerra d'indipendenza, 1860-1861 campagna per l'indipendenza e l'unità d'Italia, 1866 terza guerra d'indipendenza
Arma:Esercito
Volontario:SI
Decorazioni:Medaglia d'argento al valor militare, medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia), medaglia d'oro per la difesa di Roma, medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, medaglia d'oro al valor militare

.:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
VII
Firenze IV
5-8-1860
non risulta
Elezione in corso di legislatura
VIII
Imola
1-2-1863*
non risulta
Elezione in corso di legislatura. Ballottaggio l'8 febbraio 1863
X
Bologna II
19-4-1868**
non risulta
Ballottaggio il 26 aprile 1868.
Dimissionario l'8 aprile 1870


.:: Senato del Regno ::.

Commissioni:Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge sui provvedimenti relativi all'esercito (8 giugno 1870)

.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
    Sebastiano Tecchio, Presidente

    È pervenuto alla presidenza del Senato il seguente dispaccio, in data di Roma 9 marzo 1882:
    "Eccellenza, d'ordine di Sua Maestà compio il doloroso ufficio di partecipare a Vostra Eccellenza che questa mattina alle ore 8 e mezzo cessava di vivere S.E. il generale Giacomo Medici, marchese del Vascello, primo aiutante di campo generale di S.M.
    In pari tempo mi faccio un particolare dovere di prevenire l'E.V. che il trasporto della salma avrà luogo sabato mattina alle ore 9, movendo dall'albergo del Quirinale.
    Piaccia alla E.V. di accogliere gli atti del mio massimo ossequio.
    Per il prefetto di Palazzo, Gianotti".
    A Sua eccellenza,
    Il Presidente del Senato del Regno.
    È pure pervenuto quest'altro dispaccio della Presidenza della Camera dei deputati.
    "Roma, 9 marzo 1882. Ho partecipato alla Camera il triste annunzio datomi oggi stesso della morte di S.E. il generale marchese Giacomo Medici, senatore del Regno e primo aiutante di campo di S.M.
    Alle parole di compianto dette da me per l'illustre estinto, associaronsi l'un dopo l'altro gli onorevoli deputati Massari, Nicotera, Arbib, Cavallotti, Crispi, Pericoli, Alvisi; non che le LL.EE. i ministri dei Lavori Pubblici e della Guerra, tessendone i meriti e gli elogi per le gloriose sue gesta.
    Infine la Camera, profondamente commossa, deliberava di sospendere, in segno di lutto, la seduta.
    Il Vicepresidente Abignente". [...]
    FINALI. Domando la parola.
    PRESIDENTE. Ha la parola.
    FINALI. [...] credo necessario, doveroso, il ricordare anche le eminenti virtù di quel grande cittadino, il quale onorava il Senato col farne parte, il generale Medici.
    Sono due uomini, Medici e Lanza, grandemente fra loro diversi nell’ordine dei servigi resi alla patria; ma l’uno e l’altro paragonabili fra di loro per la grandezza dei servigi, per il costante amore, per la devozione alla libertà, alla patria, all’augusta dinastia, la quale rappresenta l’unità e l’indipendenza d’Italia.
    Qualunque dimostrazione il Senato faccia, in questa tremendamente luttuosa occasione, non credo che possa scompagnare l’un nome dall’altro.
    Il nome del generale Medici, - il quale, se arrideranno più grandi fortune all’Italia, sarà bello ed utile ricordare, - il nome del generale Medici rappresenta, dopo quella del generale Garibaldi, la più luminosa figura alla difesa di Roma, che fu il principio di un’era nuove per l’Italia; [...]
    Concludo col pregare il Senato, affinché, deliberando sulla proposta del senatore Amari, alla quale mi associo, voglia estenderla al compianto generale Medici. (Bene).
    FERRERO, ministro della guerra. Domando la parola.
    PRESIDENTE. Ha la parola.
    FERRERO, ministro della guerra. A nome del Governo, io faccio eco alle parole colle quali vennero ricordati i servigi resi alla patria dal compianto nostro collega, il generale Medici.
    Il Re ha perduto in esso un devoto servitore, l’Italia uno dei principali artefici della sua unità, e l’esercito il prode e valente condottiero di Villa Vascello, di Milazzo, di Varese, di Como, di Valsugana.
    E poi che ho la parola, mi sia concesso di rendermi interprete dell’esercito nel deplorare la perdita di quell’eminente uomo di Stato che fu Giovanni Lanza; il quale esordì nella carriera politica coi primi albori delle nostre libertà, e chiuse la sua carriera col dare, qual presidente del Consiglio, l’ordine alle nostre truppe di entrare a Roma.
    Ben si può dire che il 9 marzo segna un lutto nazionale. (Benissimo).
    SACCHI G. Domando la parola.
    PRESIDENTE. La parola è all’onorevole senatore Gaetano Sacchi.
    SACCHI G. Dopo le parole qui pronunciate e dall’onorevole collega Finali e da S.E. il ministro della guerra, le mie son ben povera cosa; ma sento il bisogno anch’io di pagare un tributo di compianto all’illustre defunto, all’intemerato cittadino e patriota, al valoroso e intelligente soldato a cui mi legano trentasei anni di amicizia, comentata da comuni pericoli e glorie nei due mondi!
    PRESIDENTE. Signori senatori: Avrei voluto, e vorrei, dirvi oggi stesso alcunché delle gesta militari e civili del nostro illustre collega il generale Giacomo Medici. [...]
    Ma, a poter parlare degnamente dell’uno e dell’altro, bisognerebbe mente serena e cuore pacato.
    Le condizioni della mia mente e del cuore non mi consentono neppur di muovere povere e scarse parole.
    Procurerò di adempiere a questo debito nel primo giorno che ripiglieremo le nostre sedute ordinarie.

    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 marzo 1882.


Attività 1444_Medici_Giacomo_IndiciAP.pdf