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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 08/13/1827 |
Luogo di nascita: | CITTANOVA (Reggio Calabria) |
Data del decesso: | 18/10/1875 |
Luogo di decesso: | CASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli) |
Padre: | Tommaso |
Madre: | GUZZO Girolama |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | MICELI Elisabetta, dei conti |
Figli: | Roberto
Vittorio
Gustavo
Silvio
Guido |
Fratelli: | Enrico Ulisse;
Decio Giuseppe Raffaele;
Demostene Antonino;
Vincenzo Timoteo;
Barbara;
Beniamina;
Eugenia;
Fortunata;
Maria Rosa;
Maria Annunziata;
Rachele |
Parenti: | MARVASO Francescantonio, avo paterno |
Titoli di studio: | Diploma di studi classici |
Presso: | Collegio di Monteleone |
Professione: | Magistrato |
Carriera: | Giudice della gran Corte criminale di S. Maria Capua Vetere (17 ottobre 1860)
Sostituto procuratore presso la gran Corte criminale di Napoli (6 aprile 1862)
Procuratore presso il Tribunale di Napoli (1863)
Procuratore generale presso la Corte d'appello di Napoli (19 novembre 1873)
Consigliere della Corte di cassazione di Napoli (1868)
Procuratore generale presso la Corte di cassazione di Napoli (3 novembre 1873-18 ottobre 1875) |
Cariche e titoli: | Collaboratore del giornale politico "Il Nazionale" (febbraio 1848)
Direttore del Dicastero di polizia (29 dicembre 1862)
Commissario straordinario del Comune di Napoli (14 giugno-3 ottobre 1872) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 11/15/1874 |
Categoria: | 12 | I Consiglieri del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti
dopo cinque anni di funzioni |
Relatore: | Tommaso Spinola |
Convalida: | 27/11/1874 |
Giuramento: | 27/11/1874 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 6 luglio 1872
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 3 ottobre 1872 |
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.:: Governo ::. |
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Altri Stati: | Consigliere di polizia (ministro) (Luogotenenza generale delle province napoletane - Luigi Carlo Farini) (9 novembre 1860) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori senatori,
uffizio doloroso per me si fu, o Signori, quello di annunziarvi con disadorne parole la perdita dei nostri colleghi Peranni, Bevilacqua, Porta e Roncalli. Uffizio dolorosissimo mi rimane ora da compiere, consacrandone alcune altre alla cara memoria di Diomede Marvasi e di Michelangelo Castelli.
La causa del dolor mio straordinario è per l'uno e per l'altro diversa. Piango la morte del Marvasi perché più recente la dipartita di lui che appena toccava il nono lustro di sua vita [...]
Grande ingegno, o Signori, e cuore assai più grande aveva sortito dalla natura Diomede Marvasi. Saggio luminoso del primo egli diede in tutti gli uffizi pubblici che gli furono confidati, sia di procuratore del Re e di consigliere di Cassazione, sia di Regio commissario del Municipio di Napoli e di procuratore generale presso quella Corte d’appello; e splendide prove del suo gran cuore diede nell'amor di figlio, di marito e di padre, nella costanza della fede, nell'amicizia, nell'incrollabile amore alla patria.
Era in lui un animo da natura formato e dalla educazione contemperato a tanta e tale soavità di generosi e caldi affetti, che impossibile diveniva il non andare preso alla benevolenza che trasparivagli dallo sguardo, che rivelavano le parole, che manifestavano costantemente gli atti ed i fatti della sua vita disgraziatamente troppo breve.
Giureconsulto dotto ed erudito, oratore focoso ed elegante, amministratore provvido, cittadino intemerato, Diomede Marvasi riscaldava la grande potenza dell'ingegno suo col fuoco del suo cuore, ed agli affetti di questo poneva unico confine le severe leggi del suo nobile carattere. Fu per tale fortunato e prezioso connubio delle virtù del cuore e della mente che Egli era stimato, anzi ammirato dall'universale. Sebbene meno lungamente, pure più intensamente di molti vecchi visse. Fu la soverchia operosità e la intemperanza nella fatica, che innanzi tempo lo condussero al sepolcro.
Soltanto per pochi giorni egli siedette in quest'Aula dove apparve quasi meteora senza lasciare come senatore del Regno traccia luminosa del suo passaggio.
Ma luminosissima ed incancellabile la lasciò in un altro recinto, dove tutti ammirammo la eloquenza sua quasi Demostenica ed irresistibile.
Sia pace eterna a quell'anima prediletta e possano le virtù che la adornavano, trovare nella generazione che le succede imitatori e seguaci.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 dicembre 1875.
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Archivi: | Scheda definitiva
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