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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 07/27/1831 |
Luogo di nascita: | FIRENZE |
Data del decesso: | 24/12/1911 |
Luogo di decesso: | FIRENZE |
Padre: | Pietro |
Madre: | ULIVIERI Virginia |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile di S. Miniato, titolo concesso con rescritto granducale del 5 ottobre 1838 e confermato con regio decreto del 22 aprile 1897
Conte, titolo concesso con regio decreto del 22 aprile 1897 |
Coniuge: | LOMBARDI Teresa |
Figli: | Pietro, padre di Carlo, Teresa, Francesco Paolo
Paola, detta Paolina, che sposò Nino RONCO, senatore (vedi scheda) |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Firenze |
Professione: | Magistrato |
Altre professioni: | Prefetto |
Carriera giovanile / cariche minori: | Sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Firenze (17 dicembre 1865), Sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma (18 dicembre 1870), Sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione di Roma (13 gennaio 1876), Procuratore generale presso la Corte d'appello di Catanzaro (22 maggio 1879), Procuratore generale presso la Corte d'appello di Genova (4 novembre 1880), Procuratore generale presso la Corte d'appello di Milano (10 novembre 1883) |
Carriera: | Prefetto di Genova (13 novembre 1887)
Prefetto di Torino (4 febbraio 1893)
Prefetto di Napoli (13 settembre 1893)
Prefetto di Torino (23 aprile 1896)
Prefetto di Palermo (20 marzo 1898)
Prefetto di Milano (23 agosto 1898-24 dicembre 1899. Data del collocamento a riposo) |
Cariche politico - amministrative: | Presidente della Deputazione provinciale di Firenze |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Firenze
Consigliere provinciale di Firenze |
Cariche e titoli: | Socio corrispondente dell'Accademia dei Georgofili (1907) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 11/21/1892 |
Categoria: | 13 | Gli avvocati generali o Fiscali Generali presso i Magistrati di appello
dopo cinque anni di funzioni |
Relatore: | Piero Puccioni |
Convalida: | 30/11/1892 |
Giuramento: | 12/12/1892 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 5 giugno 1877
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 17 gennaio 1889
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 11 giugno 1893
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 marzo 1908
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 13 marzo 1887
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 11 novembre 1892
Commendatore dell'Ordine di Cristo (Portogallo)
Commendatore dell'Ordine di Nostra Signora della Concezione (Portogallo)
Commendatore dell'Ordine del Salvatore (Grecia)
Commendatore della Legion d'Onore (Francia) |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame dei decreti registrati con riserva dalla Corte dei conti (20 giugno 1900-24 maggio 1909. Dimissionario)
Membro ordinario della Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di giustizia (26 gennaio 1901-6 febbraio 1902), (9 dicembre 1904-8 febbraio 1909)
Membro supplente della Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di giustizia (30 marzo 1909-24 dicembre 1911)
Membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (25 febbraio 1902-24 dicembre 1911)
Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge "Codice penale militare", "Codice di procedura penale militare", "Ordinamento giudiziario militare" (6 dicembre-11 dicembre 1905. Dimissionario) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti parlamentari - Commemorazioni
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi!
Non dimentichiamo quelli de' nostri, che abbiamo perduti durante l'intervallo, in cui siamo stati separati.
[...]
E Carlo Municchi pur esso è passato fra gli estinti. Spirò innanzi l'alba del 24 dicembre nella sua Firenze. Le luci vi aveva aperte il 21 [sic] luglio 1831; e, respirate le aure di quel cielo caro alle Grazie, e cresciutovi alle lettere, apprese le leggi, e dalla scuola di giurisprudenza uscì laureato nel 1853 per l'avvocatura, di cui fece pratica ed imprese l'esercizio. Ma, annessa la Toscana al sorgente Regno, fu attratto all'opera della unificazione amministrativa e giudiziaria in Torino, e prese posto di segretario nel Ministero di grazia e giustizia nel 1861, promosso capo di sezione nel 1864. La magistratura ne fece l'acquisto nel 1865. Entrò sostituto procuratore generale presso la Corte d'appello di Firenze; passò al medesimo ufficio nella fine del 1870 presso quella di Roma; meritò nel 1876 la promozione al pubblico ministero di quelle sezioni romane di Cassazione, che composte eransi del fiore dei magistrati delle vecchie e nuove provincie.
Al banco del pubblico ministero presso le Corti d'assise venne in grido di facondo e possente oratore, quale singolarmente in una celebre causa rifulse. Presso la Cassazione emerse la sua dottrina nella discussione serena del diritto. Fu perciò dei prescelti a salir più alto; lo attendeva un seggio di procuratore generale presso le Corti d'appello, gli fu dato nel 1879 a Catanzaro; e là, ed in Genova poi, ed in Milano dalla sua retta, sapiente e sagace azione, onde si giovò notabilmente l'amministrazione della giustizia, ridondò onore all'ordine giudiziario.
Nel novembre 1887 il capo del governo scorse nel Municchi eziandio le attitudini all'autorità politica ed amministrativa, il vigore e la destrezza a soprastare all'ordine pubblico; onde a Genova, ove allora bisognava, fu mandato prefetto; e dopo fu degno di Torino, di Napoli, di Palermo, di Milano, ove della lunga tenzone ufficiale gli bastò. Collocato a riposo nella fine del 1899, ritirato in Firenze, iscritto alla famiglia forense, nell'avvocatura cercò il rinverdire degli allori, che avevan coronato l'oratore della parte pubblica; e non gli mancò a 70 anni la celebrità della causa, cui diede l'ancor potente arringo.
Il comune e la provincia lo elessero ai consigli; e della Deputazione provinciale di Firenze fu autorevole presidente. Era con noi dal 21 novembre 1892; e lo udimmo in vigore e freschezza di spirito lungo tempo nelle discussioni, cui prese parte di frequente; vedemmo l'opera sua alacre nelle relazioni varie delle commissioni. Appartenne a quella per la verificazione dei titoli dei nuovi senatori; all'istruttoria permanente; a quella pei decreti registrati con riserva. Anche tra le insidie della malattia, che lo ha distrutto, si traeva a noi. Abbiamo perduto una mente elevata, un animo nobile, un'attività zelante. (Bene).
[...]
DEL LUNGO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DEL LUNGO. Alle degne parole che all’onorata memoria di Carlo Municchi ha consacrato l’illustre Presidente, permettete se ne aggiunga una che dica o ripeta il memore reverente affetto della sua Firenze, e quanto fra i concittadini fossero pregiati il pensiero e l’azione di lui, cittadino, magistrato, amministratore, parlamentare; di lui partecipe sempre ad ogni opera generosa, e che la sua più cara ambizione riponeva nell’esser fra i primi a fare il bene con alto intelletto di giustizia. Agli onori che accompagnarono e coronarono quella nobile vita, corrispose sempre, finché le forze gli ressero, lo zelo coscienzioso, la perseverante attività, in pro del paese, in pro della patria italiana. Il comune e la provincia di Firenze sanno e sentono quanto ben dovuto sia l’omaggio che alla memoria di Carlo Municchi rende oggi il Senato del Regno. (Bene, bravo. – Approvazioni vivissime).
[...]
QUARTA. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
QUARTA. Non potrei dire né più né meglio di quanto è stato detto dal nostro illustre Presidente su […] e Carlo Municchi. Ma sospinto dalla grande e profonda reverenza che ebbi sempre per essi, non posso non mandare alla cara memoria di loro il più affettuoso saluto, anche a nome di tutta la magistratura italiana, i sentimenti della quale credo di interpretare in questo momento assai fedelmente, e di augurare con tutte le forze dell’animo mio, pel bene della giustizia, che tutti i magistrati ne seguano l’altissimo esempio. (Approvazioni)
[...]
TORRIGIANI FILIPPO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TORRIGIANI FILIPPO. Non per aggiungere nemmeno una parola a quanto è stato detto con tanta autorità ed eloquenza dal nostro Presidente e dal senatore Del Lungo in commemorazione di Carlo Municchi, ma solo per associarmi con tutto il cuore alle loro parole e per pregare il Presidente di inviare alla famiglia le condoglianze del Senato. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 febbraio 1912.
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Attività |
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