Gabrio Casati, Presidente
Signori Senatori.
L’altro giorno v’annunciai appena la triste notizia della morte del Senatore Carlo Matteucci, che in quell’istante mi apportava il telegrafo, né potei aggiungere parola alcuna, ché il momento non si prestava, ed a dire il vero la funesta notizia mi avrebbe impedita la parola. Supplirò brevemente adesso.
Nacque il Senatore Matteucci a Forlì il 20 giugno 1811. Fece i suoi studi a Bologna ove ottenne a 19 anni la laurea nelle scienze matematiche. Essendosi specialmente dedicato alla fisica, il primo suo lavoro fu sull’elettricismo della torpedine. Si portò a Parigi ove stette due anni, ed ivi fu caro in special modo al celebre Arago. Fu professore a Forlì, poi chiamato a Pisa. Non abbandonando i suoi studi, gli avvenimenti del 1848 lo attirarono nel vortice della politica, amante come egli era della patria italiana. Inviato pel Gran-Duca di Toscana presso S.M. Carlo Alberto ed il Governo provvisorio di Lombardia, posso rendere testimonianza che l’opera sua fu utile in qualche momento difficile. Fu membro della Consulta di Toscana. Continuò quindi gli studi suoi prediletti e si fece conoscere sempre più mediante dotte pubblicazioni.
Nel 1860 la politica lo attrasse novellamente, e fu dappoi Senatore, e tenne per qualche tempo il portafoglio della Pubblica Istruzione. Che se non tutti i provvedimenti da lui dati ottennero il voto di persone di tali materie conoscenti, nullameno in tutte le disposizioni da lui emesse campeggia l’animo retto, lo spirito intelligente e l’amore vivo di dare agli studi patrii rilievo. E questo intendimento pure lo accompagnava nella carica di Vice-Presidente del Consiglio superiore d’Istruzione Pubblica. Egli era uomo affabile e di facile conversare: quale insegnante dotato di un dono didattico speciale, sicché sapeva rendere facile all’intelligenza eziandio cognizioni talvolta astruse. Cittadino amante della patria, religioso, benevolente. E quanti lo conobbero l’apprezzarono, anzi l’amarono. Personaggio di tanto merito venne associato alle più illustri Accademie, quali quelle di Londra e di Francia, e altre molte, e della Società nostra dei XL fu Presidente; insignito di ordini cavallereschi e nazionali e stranieri. Ci fu rapito troppo presto; egli avrebbe potuto fare ancora molto, quantunque molto abbia fatto, massime nell’elettro-fisiologia, alla quale in particolare modo erasi dedicato.
Compiva appena il 57o anno il 20 di questo mese, morì il 25.
La memoria del Senatore Matteucci rimarrà perenne nel mondo scientifico, perché lascia dietro sé i dotti frutti de’ suoi studi, in noi per la reminiscenza delle qualità esimie che lo distinsero, e pel dolore d’avere così presto perduto un tanto benemerito collega.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 giugno 1868.
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