|
.:: Dati anagrafici ::. |
|
Data di nascita: | 03/17/1786 |
Luogo di nascita: | Alghero, Sassari |
Data del decesso: | 25/01/1868 |
Luogo di decesso: | Torino |
Padre: | Manno Escardacho y de Vila Antonio |
Madre: | DIAZ SOAVE Maria Caterina |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Incerto |
Titoli nobiliari | Barone, titolo concesso il 29 gennaio 1833
Nobile |
Coniuge: | Tarsilla Calandra Giustina Maria |
Figli: | Antonio
Efisio |
Fratelli: | Giambattista, terzogenito
Giovanni Antonio, secondogenito
Efisio |
Parenti: | Scardaccio Giuseppe, prozio materno |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Cagliari |
Professione: | Magistrato |
Carriera: | Giudice della Regia Udienza di Cagliari (25 febbraio 1818)
Consigliere del Consiglio supremo di Sardegna (17 giugno 1823)
Reggente di toga del Consiglio supremo di Sardegna (19 gennaio 1835)
Presidente del Consiglio supremo di Sardegna (1844)
Primo presidente del Senato di Nizza (25 novembre 1845-1847)
Primo presidente del Senato di Piemonte, poi Magistrato d'appello di Piemonte (2 novembre 1847-26 ottobre 1855)
Primo presidente della Corte di cassazione (28 ottobre 1855-1° gennaio 1866) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Torino |
Cariche e titoli: | Segretario privato in Sardegna di Carlo Felice (1816-1833)
Membro della Giunta di antichità e belle arti (1832)
Vicepresidente della Giunta di antichità e belle arti
Vicepresidente della Commissione superiore di statistica (giugno 1836)
Vicepresidente della Commissione per le strade ferrate tra Torino e Genova (aprile 1837)
Membro della Giunta di liquidazione degli istituti di carità (giugno 1840)
Presidente dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1855)
Socio nazionale dell'Accademia delle scienze di Torino (12 gennaio 1826)
Socio della Deputazione di storia patria di Torino (1833)
Vicepresidente della Deputazione di storia patria di Torino (25 aprile 1860)
Socio corrispondente dell'Accademia della Crusca (26 marzo 1834)
Socio corrispondente dell'Accademia delle scienze, lettere e arti di Modena
Membro della Società agraria ed economica di Cagliari
Presidente perpetuo della Società agraria ed economica di Cagliari
Socio della Deputazione di storia patria per le antiche province di Lombardia
Ministro di Stato [post 1859]
Membro della Società siciliana per la storia patria |
|
.:: Nomina a senatore ::. |
|
Nomina: | 04/03/1848 |
Categoria: | 08 | I primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti |
Relatore: | Lodovico Sauli d'Igliano |
Convalida: | 10/05/1848 |
Giuramento: | 08/05/1848 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare |
|
.:: Onorificenze ::. |
|
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1817
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 marzo 1832
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1848
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia
Milite dell'Ordine militare di Savoia |
|
|
|
|
.:: Senato del Regno ::. |
|
Cariche: | Vicepresidente (5 giugno-30 dicembre 1848)
Presidente (13 febbraio-30 marzo 1849) (27 luglio-20 novembre 1849) (18 dicembre 1849-21 novembre 1853) (15 dicembre 1853-29 maggio 1855) (13 ottobre 1864-7 settembre 1865) |
Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sulle modificazioni al Codice penale (4 aprile 1857) |
| |
|
.:: Governo ::. |
|
Regno di Sardegna ante 04 Marzo 1848: | Primo ufficiale della Segreteria di Stato per gli affari di Sardegna (1817-1836)
Primo ufficiale del Ministero degli Affari interni di Sardegna (1836) |
|
|
|
.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
|
Gabrio Casati, Presidente
Signori senatori, ben tristo annunzio mi è dolorosa necessità di porgervi; non possiamo annoverare più fra nostri colleghi l’illustre barone Giuseppe Manno. Egli nacque in Alghero di Sardegna il 17 marzo 1786, morì il 25 di questo mese; contava quindi 81 anni, 10 mesi e 8 giorni, età certamente avanzata, ma che su lui non esercitava il suo duro impero, poiché durava vegeto e sano, conservando tutta la integrità della sua mente, non solo, ma ben anche il brio e la facondia.
La sua adolescenza fu pronostico della sua vita intellettuale, ché sedicenne fu laureato ed entrò nella Magistratura. Carlo Felice, che fu poi Re, lo volle vicino fino d’allora, e nel 1817 lo condusse seco a Torino ed ivi fu di subito creato primo ufficiale degli interni.
Ma ripigliata dappoi la carriera della magistratura, sedette reggente di toga nel supremo Consiglio di Sardegna, fu Presidente al Senato di Nizza, primo Presidente di quello di Piemonte, e finalmente primo Presidente del Tribunale Supremo di Cassazione. E noi lo ricordiamo con compiacenza non solo, ma con ammirazione, quale Presidente del nostro Consesso. I più di voi ne conservano venerata memoria, ché da questo seggio seppe mostrare intelligenza mirabile ed energica e prudente direzione. Egli sostenne questo illustre e grave incarico lungo tempo e vi fu richiamato in momenti assai difficili. Fu mio immediato precessore, ma oh! quanto invidio le doti sue; così sapessi emularlo!
Ma il barone Manno non solo si distinse come magistrato e come uomo politico; ed il suo nome sarà pronunciato quale di profondo, erudito ed egregio cultore delle lettere. Le sue opere non periranno, e prima di tutto la Storia della Sardegna completata dopo molti anni colla Storia moderna della Sardegna. Opera stimatissima è quella Della fortuna delle parole. Varii scritti minori egli pubblicò, e fra questi sono principali I vizi de' Letterati ed i Salmi. Né dismesse lo studio anche in questi ultimi anni ne’ quali fu destinato ad involontario riposo, senza un’espressione di stima e gratitudine per uomo cotanto benemerito; scrisse Sulla fortuna delle frasi, e negli estremi tempi, per cui possono quasi riguardarsi opera postuma, pubblicava le Note sarde e Ricordi.
Se poi avessi a dire delle qualità personali del barone Giuseppe Manno non breve sarebbe il discorso mio, ma bastami il ricordare che fu uomo di specchiata integrità, di devozione illimitata al Re ed alla Patria, di severa morale, di principii religiosi inalterabili.
Signori Senatori! Dopo queste poche ed incolte parole certo converrete meco che gravissima sventura si è la perdita di tale collega, che se per la grave età non poteva assistere alle nostre radunanze, illustrava col suo nome il nostro Consesso. Nella storia di questo primo Corpo della Nazione occuperà mai sempre il nome del barone Manno un posto distinto e riscuoterà un tributo di venerazione.
Senatore Poggi. Domando la parola.
Presidente. Il senatore Poggi ha la parola.
Senatore Poggi. Il barone Giuseppe Manno che lasciò all'Italia tanti documenti durevoli, capaci di mostrare qual era l'altezza del suo ingegno, la sua grande e svariata coltura, fu per due volte Presidente del Senato; una prima volta, e per molti anni, sotto l'antico Regno Subalpino, dove egli si distinse colle molte sue qualità che lo rendevano attissimo a quell'Ufficio; un'altra volta egli fu Presidente del Senato del Regno d'Italia, e lo fu in momenti e in condizioni difficili, quando rimase vacante inopinatamente la Sede presidenziale.
Com'egli adempisse in quella difficile congiuntura la sua parte, tutti noi lo sappiamo, ed avemmo allora il piacere di ben apprezzare le molte doti dell'animo suo, e di conoscere ch'egli era eccellente non solo come uomo di lettere, non solo come Magistrato, ma ben anco come uomo dotato di quelle rare virtù che in tempi di grandi commovimenti costituiscono i migliori pregi di un Presidente di un alto Corpo politico.
Io credo quindi di secondare pienamente un desiderio del Senato col proporre che la Presidenza voglia farsi interprete presso la famiglia dell'illustre estinto, del dolore da noi provato per la gravissima sciagura e mostrare alla medesima che il Senato lamenta non solo la perdita fatta di un collega amatissimo, ma anche di un suo illustre Capo.
Quindi io proporrei, se il Senato lo consente, d'incaricare la Presidenza di scrivere una lettera alla baronessa vedova del defunto, per esternarle le vivissime e sincere condoglianze di tutto il Senato.
Presidente. Tutti hanno udito la proposta fatta dal Senatore Poggi; domando al Senato se essa è accolta; chi la accoglie, si alzi.
(Approvata all'unanimità).
Essendo approvata all'unanimità, la Presidenza si farà premura di scrivere questa lettera alla vedova del barone Manno per esprimerle i sentimenti del Senato.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 gennaio 1868.
|
|
|
Attività |
|
|