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Data di nascita: | 01/22/1863 |
Luogo di nascita: | BOLOGNA |
Data del decesso: | 07/12/1933 |
Luogo di decesso: | BOLOGNA |
Padre: | Francesco Maria, maestro di musica |
Madre: | PARTISETI Costanza, contessa |
Coniuge: | MONTI Carolina |
Fratelli: | Maria Cristina
Clelia
Teresa
Cecilia |
Luogo di residenza: | BOLOGNA |
Indirizzo: | Mura di Porta Mazzini, 4 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza
Laurea in lettere |
Conseguiti nel: | 1884
1885 |
Presso: | Università di Bologna |
Professione: | Docente universitario |
Carriera: | Professore ordinario di Grammatica greca e latina alla Università di Bologna (13 settembre 1902)
Preside della Facoltà di lettere e filosofia della Università di Bologna (1912-1918)
Professore ordinario di Letteratura latina alla Università di Bologna (18 dicembre 1921)
Rettore dell'Università di Bologna (1927-1930) |
Cariche politico - amministrative: | Vicepodestà di Bologna |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Bologna (24 giugno 1906-14 giugno 1908) (31 ottobre 1920-21 gennaio 1923)
Consigliere provinciale di Forlì (7 luglio 1895-giugno 1914) |
Cariche e titoli: | Membro effettivo dell'Accademia delle scienze di Bologna (27 giugno 1907)
Socio della Deputazione di storia patria per la Romagna
Socio corrispondente dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova
Socio corrispondente dell'Accademia virgiliana di Mantova |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Proponente: | | | s.d. |
Nomina: | 09/18/1924 |
Categoria: | 18 | I membri della Regia accademia delle scienze
dopo sette anni di nomina |
Relatore: | Salvatore Pagliano |
Convalida: | 28/01/1925 |
Giuramento: | 30/01/1925 |
Annotazioni: | Nel regio decreto di nomina sono indicate le categorie 18 e 21, ma il senatore fu convalidato per la sola categoria 18 |
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Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 12 aprile 1917
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 11 novembre 1920
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 16 giugno 1931
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 11 giugno 1908
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 3 luglio 1921
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1° giugno 1930 |
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Commissioni: | Membro della Commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (27 dicembre 1929-7 dicembre 1933) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Luigi Federzoni, Presidente
"PRESIDENTE. Numerose e gravi perdite hanno dolorosamente colpito il Senato durante l'interruzione delle nostre sedute. Uomini di alto prestigio intellettuale, fra i più eminenti nella vita culturale della Nazione, antichi e insigni parlamentari, nei quali l'autorità era eguale alla esperienza, benemeriti servitori dello Stato, patrioti di incorrotta esemplare fedeltà agli ideali, donde l'Italia nuova ha tratto le energie per la propria rigenerazione, hanno lasciato in quest'aula ricordi e rimpianti che oggi incombono su noi con tanta più accorata mestizia per l'impossibilità di una degna rievocazione.
(...)
Né vi ritornerà più un altro grande latino, il nostro Giuseppe Albini, l'alunno casto e gentile di quel Virgilio a cui egli con esperta finezza di artista e di umanista seppe apprestare una schietta veste italiana. Romagnolo di Saludecio, Giuseppe Albini fu il fratello spirituale di Giovanni Pascoli, con minor ala e con più rigorosa fedeltà ai fasti classici della sua terra. La letteratura romana non ebbe dopo il Gandino e lo stesso Pascoli, un cultore più dotto né più geniale, né alcuno che sapesse meglio estrarne un vivo e salutare alimento per le anime. Questo senso augusto di latinità doveva fare di Giuseppe Albini, spontaneamente, un uomo dell'Italia ridiventata romana. Ma egli fu fascista, il 21 novembre 1920, a Bologna, per battesimo del fuoco. Stava parlando, nella sala consiliare di Palazzo d' Accursio a nome della minoranza di combattenti e di onesti, contro la beffarda ostilità degli sciagurati facinorosi che avevano usurpato il Comune, allorché proruppe la ferocia dell'agguato e corse il sangue. Il contegno serenamente virile di Giuseppe Albini fu pari in quella giornata di battaglia all'impavidità dei suoi giovani camerati, che col sacrificio e con l'ardore rivoluzionario dovevano da allora offrire così poderoso contributo alla riscossa bandita e iniziata dal Duce. E nei ranghi del Fascismo egli militò, coprendo con saviezza e con coscienza importantissimi uffici nelle gerarchie del Regime, esempio a ciascuno di scrupolosa rettitudine e di aristocratico disinteresse.
A lui, e a tutti gli altri Colleghi che abbiamo perduto, si rivolgono il nostro pensiero memore e il nostro rimpianto.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, Capo del Governo, Primo Ministro. Il Governo si associa alle nobili parole del Presidente ed al cordoglio dell'Assemblea".
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 dicembre 1933.
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