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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 09/24/1790 |
Luogo di nascita: | TORINO |
Data del decesso: | 23/12/1862 |
Luogo di decesso: | ROMA |
Padre: | Cesare |
Madre: | MOROZZO Cristina, contessa |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Marchese di Montanera
Marchese d'Azeglio
Conte di Cortandone
Conte di Genola |
Coniuge: | Alfieri di Sostegno Costanza |
Figli: | Carlo Roberto
Vittorio Emanuele, senatore (vedi scheda), senatore
Melania
Giuseppe Luigi |
Fratelli: | Metilde
Massimo, senatore (vedi scheda)
Prospero detto Luigi, gesuita
Enrico
Melania |
Parenti: | PES DI VILLAMARINA Salvatore, senatore (vedi scheda), genero, marito di Melania |
Professione: | Possidente |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Torino (1849-1851) |
Cariche e titoli: | Uditore nel Consiglio di Stato a Parigi (1809)
Ispettore dei lavori per il prosciugamento delle paludi pontine (1811)
Commissario di polizia a Lauenburg (1813)
Organizzatore della Pinacoteca di Torino (1831)
Membro della Giunta di antichità e belle arti
Direttore generale della Galleria di pittura di Torino
Gentiluomo di camera onorario di SM il Re
Socio onorario dell'Accademia albertina di Torino
Membro residente dell'Associazione agraria subalpina di Torino |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 04/03/1848 |
Categoria: | 21 | Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Relatore: | Giacomo Giovanetti |
Convalida: | 10/05/1848 |
Giuramento: | 08/05/1848 |
Annotazioni: | Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare |
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.:: Onorificenze ::. |
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Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 17 novembre 1836
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1° aprile 1855
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) 18 agosto 1837
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia)
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila rossa (Prussia)
Cavaliere dell'Ordine di S. Stanislao (Russia)
Cavaliere del Leone (Paesi Bassi) |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Cariche: | Questore (10 maggio-30 dicembre 1848), (5 febbraio-30 marzo 1849), (31 luglio-20 novembre 1849), (24 dicembre 1849-21 novembre 1853), (22 dicembre 1853-29 maggio 1855) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Federigo Sclopis di Salerano, Vicepresidente
Ancora una dolorosa, una grave perdita fatta dal Senato mi tocca oggi annunziarvi, onorandi colleghi, ed è quella del marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio, trapassato il 23 dello scorso dicembre. Uomo fornito di qualità rare di mente e di cuore, ricco di meriti verso la patria, altamente pregiato da questa Camera di cui fece parte fino dalla prima sua formazione, il Senatore Roberto d’Azeglio lascia in tutti che lo conobbero di persona o di fama, e soprattutto in quelli, ai quali, come a me, toccò la sorte felice di essere stretto con lui d’amicizia, vivissimo desiderio di sé e profonda memoria delle virtù sue pubbliche e private.
Altri dirà della perizia nelle arti del disegno da lui posseduta, altri parlerà della sua vasta erudizione e del suo nitido stile di cui diede così bella prova nell’illustrazione dei quadri della real Galleria di Torino; noi facendo plauso a questi pregi che tanto distinguevano il marchese d’Azeglio, ci soffermeremo di preferenza, guardando al luogo dove parliamo, alle qualità d’uomo politico, e di preclaro cittadino che lo resero tanto commendevole nelle diverse vicende fra le quali trascorse la di lui vita.
Schiettamente liberale, caldo promotore d’ogni opera che mirasse all’indipendenza della patria, tanto pronto, quanto largo soccorritore nei travagli e nei mali, così pubblici, come privati. Roberto d’Azeglio si procacciò in ogni occorrenza non che la stima, l’affetto dei suoi concittadini. Appena spuntava un pericolo nella sua terra nativa, egli si mostrava intrepido ad affrontarlo, preparato ad alleviarne le conseguenze; così lo vedemmo quando infieriva il colèra, o quando giungevano i feriti nelle ultime gloriose guerre; non semplice cooperatore, ma capo, e guida ed esempio: e questo esempio ispirava nella moltitudine fiducia e vigore.
Conscio del bene immenso che si procura ad un popolo curando l’educazione religiosa, morale e sociale delle classi povere, Roberto d’Azeglio nulla ebbe più a cuore che di contribuirvi possentemente. E sorsero mercé di lui, e di quella egregia donna che gli fu consorte degnissima, scuole ed istituti fondati col loro censo, animati del loro spirito, che durano, monumento perenne di pietà religiosa e d’intelligenza civile.
Ma non solo sulla educazione degli anni primieri, dei figli del popolo vegliava con occhio e con mano solerte il nostro collega, egli pure attendeva a migliorarli nell’età progrediente, e ne sia testimonio quel dono cospicuo col quale, pochi mesi sono, ricompensava la Società operaia di Torino del senno e della moderazione con che essa aveva saputo andar diritta sulla via del dovere che è pur quella del suo durevole e vitale interesse.
Il marchese d’Azeglio attuava in sé il nobile concetto del vero patriziato che si fa al popolo modello e maestro di vivere civile.
Assiduo a compiere ogni parte dei suoi pubblici doveri, egli si mostrava tra noi diligente sempre ed operoso sia che prendesse parte nei lavori preparatori e nelle discussioni, sia che attendesse al disimpegno dell’ufficio rilevantissimo di Questore che tenne per vari anni.
Ornamento dell’Ordine nostro fu il compianto collega ed il suo nome, che conta un altro così illustre rappresentante in quest’Aula, rimarrà riverito e caro fra noi ed in tutta Italia.
Ponendo fine a queste meste parole, io applicherò al marchese d’Azeglio quello che il celebre storico Macanlay scriveva di un venerato membro della Camera dei Pari d’Inghilterra.
«Que’ che il conobbero ricorderanno pure che colui il cui nome essi tennero in riverenza, non era meno distinto per la inflessibile elevatezza della sua condotta politica che per l’amorevolezza dell’indole sua, e pel modo con che sapeva cattivarsi l’altrui benevolenza.» (1)
(1) They will remember too, that he whose name they hold in reverence, was not less distinguished by the inflexible uprightness of his political conduct, that by his loving disposition and his winning manners.= Essays; the late lord Holland.
Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 28 gennaio 1863.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Giuseppe Nepomuceno Roberto".
Il cognome risulta anche nella variante: "Tapparelli".
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Attività |
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