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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 08/16/1841 |
Luogo di nascita: | ASTI (Alessandria) - oggi ASTI |
Data del decesso: | 31/01/1920 |
Luogo di decesso: | TORINO |
Padre: | Giovanni Vincenzo |
Madre: | CAGNI Clara |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Figli: | Ettore |
Parenti: | CAGNI (DI BU MELIANA) Umberto, zio materno, senatore (vedi scheda) |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Professione: | Magistrato |
Carriera giovanile / cariche minori: | Giudice del Tribunale di San Remo (31 agosto 1872) , Giudice del Tribunale di Asti (3 novembre 1872), Giudice del Tribunale di Torino (11 luglio 1880), Vicepresidente del Tribunale di Genova (3 maggio 1885) , Vicepresidente del Tribunale di commercio di Torino (23 novembre 1885), Presidente del Tribunale di Conegliano (16 novembre 1886) , Presidente del Tribunale di Aosta (30 giugno 1887) , Presidente del Tribunale di Ivrea (8 gennaio 1888) |
Carriera: | Consigliere della Corte d'appello di Genova (20 luglio 1890)
Consigliere della Corte d'appello di Torino (14 luglio 1892)
Consigliere della Corte di cassazione di Torino (24 maggio 1900)
Procuratore presso la Corte d'appello di Torino (22 dicembre 1907)
Primo presidente della Corte d'appello di Torino (25 febbraio 1909)
Procuratore generale presso la Corte di cassazione di Torino (6 agosto 1911)
Primo presidente presso la Corte di cassazione di Torino (23 settembre 1915-16 agosto 1916. Data del collocamento a riposo) |
Cariche e titoli: | Membro del Consiglio superiore della magistratura
Membro della suprema Corte disciplinare
Socio d'onore del Comitato di difesa dei fanciulli |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 10/16/1913 |
Categoria: | 09 | I primi Presidenti dei Magistrati di appello |
Relatore: | Giovan Battista Pagano Guarnaschelli |
Convalida: | 09/12/1913 |
Giuramento: | 09/12/1913 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 5 gennaio 1890
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 9 novembre 1906
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 7 novembre 1907
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 26 novembre 1911
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 24 gennaio 1901
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 9 giugno 1907
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 9 giugno 1910
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 14 giugno 1914
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 agosto 1916 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Antonio Di Prampero, Vicepresidente e poi Fabrizio Colonna, Vicepresidente
Onorevoli colleghi. [...] L'ultimo dì dello scorso gennaio moriva in Torino il senatore avv. Giuseppe Taglietti primo presidente di Corte di cassazione a riposo.
Nato il 16 agosto 1841 in Asti, entrò a 23 anni in magistratura, iniziando la sua carriera che doveva essere così brillante, da uditore in Torino: ed in Piemonte, tranne brevi periodi, sempre rimase.
Nel 1900 consigliere della Corte di cassazione di Torino, fu nel 1907 nominato procuratore generale di quella Corte d'appello e nel 1909 primo presidente. Due anni dopo venne promosso procuratore generale di quella Corte di cassazione e nel 1915 primo presidente. Fu membro per vari anni del Consiglio superiore della magistratura e della Suprema corte di disciplina, e fu socio d'onore del Comitato di difesa dei fanciulli.
Per l'integrità del carattere, la coltura e l'intelligenza, il suo nome era circondato di altissima fama.
La larghezza e modernità delle idee, l'acutezza delle osservazioni, la forma aristocratica ed elegante, unite alla facondia dell'eloquio, rendevano apprezzatissimi i suoi discorsi inaugurali.
Colpito dai limiti di età, venne collocato a riposo nel 1916, e la sua uscita dalla magistratura fu seguita dal vivo rammarico della curia e del foro piemontese, le cui nobili tradizioni aveva mantenuto sì altamente, e che nutrivano per lui profonda stima e rispetto.
Il 16 ottobre 1916 [sic] era stato nominato senatore e, quando le condizioni di salute glielo permettevano, prendeva parte alle sedute del Senato.
Vada alla sua memoria il nostro reverente saluto ed alla sua famiglia giungano le nostre commosse condoglianze. (Bene). [...]
ROSSI TEOFILO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSSI TEOFILO. Solo oggi dalla commemorazione del nostro Presidente ho appreso la luttuosa notizia della morte del senatore Giuseppe Taglietti. Legato a lui da lunga amicizia, prego i colleghi del Senato di volermi consentire di associarmi alle nobili parole con le quali il nostro Presidente ha voluto ricordarlo.
Negli otto anni in cui ebbi l’onore di reggere il sindacato della città di Torino la mia consuetudine con Giuseppe Taglietti si rinforzò e divenne intima, ed oggi io so di potere essere il sicuro interprete di tutta la cittadinanza torinese nel manifestare il profondo cordoglio per la dipartita del presidente della nostra Cassazione.
Giuseppe Taglietti fu un uomo di forte ingegno e di grande carattere: l'ingegno lo dimostrò nell'esplicazione del suo nobile mandato, il carattere fermo ed integro fu la regola costante di tutta la sua vita.
Dotato non solo di alta dottrina, ma anche di non comune facondia, egli segnò nella magistratura italiana una orma non peritura.
A tutte le sue qualità, egli accoppiava inoltre una rara modestia ed una bontà di animo che lo rese diletto ad ogni ceto della cittadinanza.
Ebbe nella sua vita due grandi ideali: il suo alto ufficio e la sua famiglia.
Al suo ufficio che egli associava al concetto della patria diletta egli diede tutti i lampi del suo ingegno, tutta la forza del suo lavoro.
Alla famiglia diede i palpiti migliori del cuore: questa famiglia nella quale egli, dopo la diuturna assidua fatica, si ritirava poi come in porto sicuro, che lo ha seguito ed accompagnato amorosamente, oggi ne piange con amare lagrime la perdita.
Prego il Senato di voler mandare le condoglianze più sincere e profonde alla famiglia di Giuseppe Taglietti, e sopratutto a suo figlio, Ettore che nella stessa carriera della magistratura dove egli si è affermato così possentemente, ne segue le orme gloriose.
Vale, anima eletta di Giuseppe Taglietti! Più non vedremo fra di noi la tua cara e buona immagine paterna, più non udremo le tue parole piene di alti pensieri e di soavi ammonimenti: ma la tua memoria vivrà eterna nelle tue opere splendide, nei tuoi segreti atti di beneficenza illuminata e santa, nelle tue sentenze meravigliose e piene di acume e di dottrina!
Ma noi che lo conoscemmo, che Io amammo ed ammirammo, in questo momento doloroso, mandiamo un commosso saluto alla grande anima di Giuseppe Taglietti che vanisce pei silenzi della morte lasciando nel nostro cuore e nel nostro animo una eco profonda di rimpianto e di dolore. (Approvazioni). [...]
MORTARA, ministro della giustizia e degli affari di culto. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORTARA, ministro della giustizia e degli affari di culto. Onorevoli senatori. Con animo veramente addolorato mi associo all'elogio che è stato tessuto delle nobilissime qualità del mio antico collega in magistratura Giuseppe Taglietti, del quale Torino ed il Senato piangono insieme la scomparsa. Io ebbi molta consuetudine con lui, specialmente negli ultimi anni dell'esercizio delle sue funzioni altissime di magistrato. Lo ricordo sempre vigile, sempre costante, sempre devoto al suo dovere, sempre preoccupato esclusivamente di avere adempiuto in modo degno la sacra funzione che la fiducia del Governo e del paese gli avevano confidato. Egli coprì uffici elevatissimi; per il suo merito e per l'indefesso lavoro giustamente pregiato, fu promosso consigliere della Corte di cassazione di Torino; indi procuratore generale di quella Corte d'appello; poi primo presidente della stessa Corte, in seguito procuratore generale della Corte di cassazione, e finalmente primo presidente della medesima Corte di cassazione subalpina, continuando in questa carica l'altissima tradizione degli illustri giureconsulti che avevano onorato il massimo seggio della curia suprema torinese.
Egli scese dall'onorevolissimo posto alcuni anni or sono, e poiché ancora lo assisteva una robusta fibra, dedicò la vecchiezza verde a servire la sua città nativa in altri pubblici uffici, come è stato opportunamente qui rammentato, e anche in questi uffici portò lo stesso zelo, lo stesso spirito di abnegazione, la stessa nobiltà di propositi, la stessa altezza d'ingegno che aveva portato nell'esercizio della magistratura. In Giuseppe Taglietti ho ammirato sempre e soprattutto l'austera figura del puro magistrato, di quel magistrato del quale ci foggiamo volentieri un tipo ideale, e siamo addolorati e sorpresi se nella vita reale poi non l'incontriamo così frequentemente come sarebbe desiderabile.
Se vi è un uomo che ha obbedito al precetto diligite iustitiam qui iudicatis in terra, tale è certamente Giuseppe Taglietti che non ebbe altro ideale, altra ambizione che servire amorosamente la giustizia, e la servì amorosamente anche indirizzando il suo figliuolo, che nobilmente ne segue le tracce, per la stessa carriera che egli aveva onorata e illustrata.
Io mando alla sua memoria un saluto riverente e mi associo al desiderio espresso dagli onorevoli oratori che già l'hanno commemorato, che sia mandata alla famiglia l'espressione del dolore del Senato per la sua perdita. [...]
PRESIDENTE. Sarà cura dell'Ufficio di Presidenza di trasmettere alle famiglie degli estinti le proposte di condoglianza che sono state fatte dai vari oratori.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 2 febbraio 1920.
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Note: | Il nome completo risulta essere "Fiorenzo Giuseppe Rocco Maria".
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