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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 02/19/1846 |
Luogo di nascita: | UDINE |
Data del decesso: | 12/08/1919 |
Luogo di decesso: | TORINO |
Padre: | Giovanni |
Madre: | MILANESE Carolina |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | Celibe |
Parenti: | MILANESE Antonio, avo materno
TAMI Antonio, avo paterno |
Luogo di residenza: | ROMA |
Indirizzo: | Piazza San Claudio, 92 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Padova |
Professione: | Magistrato |
Altre professioni: | Funzionario amministrativo |
Carriera: | Sostituto procuratore presso il Tribunale di Asti (10 marzo 1878)
Direttore generale del Fondo per il culto (reggente, 22 gennaio 1893)
Consigliere della Corte dei conti
Presidente di sezione della Corte dei conti
Presidente della Corte dei conti (29 aprile 1915-12 agosto 1919) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 03/17/1912 |
Categoria: | 08 | I primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti |
Relatore: | Antonino Di Prampero |
Convalida: | 27/03/1912 |
Giuramento: | 27/03/1912 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 18 gennaio 1880
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 3 giugno 1886
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 3 aprile 1887
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 21 gennaio 1883
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 gennaio 1890
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 23 gennaio 1896
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 febbraio 1916
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 3 giugno 1917
Commendatore dell'Ordine di Isabella la Cattolica |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Commissioni: | Membro della Commissione di contabilità interna (4 dicembre 1913-12 agosto 1919)
Membro supplente della Commissione d'istruzione dell'Alta Corte di giustizia (6 dicembre 1913-12 agosto 1919)
Membro della Commissione di finanze (20 dicembre 1913-12 agosto 1919) |
| Commissario di vigilanza all'Amministrazione del Fondo per il culto (29 marzo-1°dicembre 1915. Dimissionario) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti parlamentari - Commemorazione
Adeodato Bonasi, Presidente
Egregi colleghi.
Allorché, or fa un mese, l’amatissimo nostro collega senatore Antonio Tami anticipatamente doveva allontanarsi da Roma, mentre più intenso si faceva il lavoro legislativo, per cercare ristoro in aure più miti alle deteriorate condizioni della sua salute, nessuno avrebbe potuto sospettare così prossima la catastrofe che fatalmente ce lo avrebbe rapito. Il triste annunzio giunto nel momento in cui, qui raccolti, i nostri voti più fervidamente l’accompagnavano, augurando il pieno ristabilimento e il pronto suo ritorno agli alti uffici, ai quali tutto si era consacrato, ci immerge in un lutto tanto più doloroso quanto meno, era da attendersi, pensando alla forte sua tempra e alla non tarda età.
Il Tami era nato in Udine il 18 febbraio 1846, e si è spento in Torino ieri l’altro.
Dedicatosi agli studi politico-legali si laureò in giurisprudenza nell’Università di Padova nel 1869 [sic], e per la mite, dolce sua indole non sentendosi inclinato alle lotte forensi, prescelse la carriera della magistratura, alla quale lo chiamavano l’innato senso della giustizia e l’attrattiva che su lui esercitava il desiderio di costituirsi vindice di ogni diritto conculcato o disconosciuto. Nella magistratura aveva già raggiunto il grado di sostituto procuratore del Re di Tribunale, quando, chiamato a prestare temporaneo servizio nel Dicastero di grazia e giustizia vi diede subito prova di così spiccate e distinte i attitudini amministrative che il Governo, per assicurarsene permanentemente la collaborazione, lo volle trasferito dal ruolo della magistratura a quello del Ministero; nel quale rapidamente percorse poi tutti i gradi, raggiungendo il massimo di direttore generale del Fondo per il culto.
Tutti ricordiamo come in questo ufficio delicatissimo per i contatti continui che impone tra lo Stato e la Chiesa, in un tempo in cui i rapporti tra l’uno e l’altra erano sempre assai tesi e informati a vicendevoli sospetti e mal dissimulata diffidenza, tutti, dicevo, ricordano come il Tami riuscisse, col suo fine tatto e con la sua mente serena senza passione, ad imprimere alla importante amministrazione un nuovo indirizzo, improntato alla reciproca fiducia anziché ad una persistente ostilità; indirizzo, che, continuato poi anche dal suo successore, ha dato risultati di pacificazione dei quali tutti si avvantaggiano.
In premio di siffatta incontestata benemerenza, e in segno dell’alta estimazione in che era tenuto dal Governo, e allo scopo di aprire nuovo e più vasto campo alle manifestazioni delle egregie sue energie, fu nominato consigliere della Corte dei conti. In questo più grave e delicato ufficio, destinato a vigilare ed a mettere in su l’avviso chiunque amministra la cosa pubblica, per evitare errori non sempre riparabili, irregolarità dannose nei contratti e nelle erogazioni del denaro dello Stato, ed a sottoporre a sindacato tutti gli atti del Governo, o con riscontri preventivi, o mediante successive repressioni in via contenziosa contro gli abusi di contabili ed amministratori, accertando le responsabilità di ciascuno, le doti eminenti di intelletto e di carattere del Tami, equanime sempre, ma sempre indipendente, servo solo della illibata sua coscienza, rifulsero di nuova luce. Sicché, quando fu designato ad assumere la suprema direzione di quest’organismo, che è tanta parte di quello da cui dipende la vita stessa dello Stato, universale fu la soddisfazione, come profondo e universale è ora il cordoglio per la scomparsa dell'uomo insigne che così unanime consenso di voti, di ammirazione e di affetto aveva raccolto su la sua persona, compiendo una missione per se stessa più atta a suscitare critiche e malevolenze, che a raccogliere lodi e plausi.
Quale immensa dolorosa iattura rappresenti anche per il Senato la immatura scomparsa, del Tami, non occorre dire a voi, che tutti siete presi dall’angoscia di una separazione alla quale ancora non si vorrebbe prestare fede.
Il tempo breve, e la commozione dell’animo non mi hanno consentito di passare ieri in rapida rassegna gli annali dei nostri lavori per il periodo che il Tami ha appartenuto al Senato, per documentare questa parte della fruttuosa operosità, da lui costantemente spiegata anche nella nostra Assemblea.
Ma la memoria vostra, dinnanzi alla quale, in questo momento di accorato rimpianto, si rinnova il ricordo dei tesori di sapere, di esperienza, di sempre volenterosa instancabile attività, di diligenti indagini e di onesti propositi messi a disposizione dei colleghi nelle numerose commissioni di cui era membro, e specialmente di quella importantissima di finanze, supplirà alla deficienza mia.
La nobile figura del Tami, sempre così dignitosamente composta; il rigido sentimento del dovere che informava ogni suo atto, non facendo egli distinzione tra quelli di maggiore o minore momento quando si trattava di dovere; la sua spontanea affabilità quasi timida, effetto inconscio della sua grande modestia, che non era superata che dalla incomparabile sua bontà, lo rendevano a tutti caro, da tutti ricercato e amato con sincera espansione; e in questo giorno di doloroso rimpianto non si può, senza profonda commozione, volgere il pensiero alla desolata sua famiglia nella quale soltanto egli cercava le intime non fallaci gioie che non gli venissero dalla coscienza di avere, sempre in tutto e verso tutti, compiuto scrupolosamente il proprio dovere.
Interprete dei sentimenti del Senato, invio ai suoi doloranti congiunti, coll'espressione del nostro vivo compianto, le più amare condoglianze. (Vive approvazioni).
Per la morte del senatore Tami, hanno mandato telegrammi di condoglianza il Presidente della Camera dei deputati e il sindaco di Udine.
Prego il senatore, segretario, Frascara di darne lettura.
FRASCARA, segretario, legge:.
"La morte del senatore Antonio Tami che per lunghi anni onorò la patria dando esempio costante di mirabile attività e di singolare perizia in ogni ufficio da lui ricoperto, riempie di cordoglio quanti ne conobbero e ne apprezzavano le alti doti di mente e le elette virtù. Interprete del pensiero dei colleghi, porgo, in nome della Camera dei deputati a codesto alto consesso le più sentite condoglianze per la perdita dell’illustre senatore. Martora, Presidente della Camera dei deputati".
"Udine, profondamente colpita improvvisa perdita illustre suo figlio senatore Antonio Tami, porge all’alto consesso vivissime condoglianze. Con ossequio. Il Sindaco. Pecile".
BETTONI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BETTONI. Onorevoli senatori, interpreto certamente il sentimento dei colleghi della Commissione di finanze, ricordando come l’onorevole Tami, di cui piangiamo oggi la dipartita, fosse ornamento e prezioso consigliere di questa Commissione già da molti anni.
Il telegramma testé letto viene dalla patria amatissima dell’onorevole Tami ed è segno di cordoglio anche di quella terra forte e generosa, che fu così tremendamente colpita dagli avvenimenti guerreschi; questo mi fa ricordare tutta l’angoscia sofferta in questi ultimi anni dal nostro collega e le pene dell’animo suo di patriota e di ottimo cittadino.
Egli, ricordo, fu crudelmente colpito nei giorni di Caporetto, ma il suo dolore ebbe tregua per la gran fede di buon italiano che in lui era profonda. Di questi suoi nobili sentimenti, di tutto il suo passato esemplare sia nella viti pubblica che in quella privata, il nostro Presidente si è reso degno interprete e noi uniamo alle sue parole autorevolissime la preghiera che ai suoi cari e alla città nativa giungano le profonde condoglianze dell'intero Senato. (Approvazioni).
DI PRAMPERO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI PRAMPERO. Amico del padre di Antonio Tami, seguii con interesse di compatriota la luminosa carriera che egli aveva raggiunto.
Io non parlerò delle sue qualità amministrative, perché la nobile parola del nostro illustre Presidente e quella dell'oratore che mi precedette ne dissero abbastanza. Io mi limito a ricordare la sua bontà e la sua intelligente operosità, congiunta ad una estrema modestia. Come presidente del Comitato di patronato dei profughi friulani, ebbi l'onore di averlo a collaboratore sempre efficace, operoso, pieno di buon senso in tutte le osservazioni, in tutti i consigli che venivano a lui richiesti.
Non vi è faccia, insomma, nel terso cristallo dell'anima eletta di Antonio Tami che non rifletta i raggi di queste sue grandi qualità: cuore, intelligenza, operosità e buon senso.
Io rendo onore alla memoria sua, a conforto anche della diletta famiglia che egli tanto amava.
(Vive approvazioni).
NITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NITTI, presidente del Consiglio e ministro dell'interno. Il Governo si associa alle nobilissime parole del Presidente del Senato ed a ciò che hanno detto gli onorevoli senatori Di Prampero e Bettoni. Antonio Tami è stato non solo uomo di dignità, ma uno di quegli uomini che rappresentano la magnifica tradizione amministrativa dello Stato italiano, di quella burocrazia tante volte calunniata, ma che è come il tessuto connettivo dello Stato, la grande forza in cui sono uomini di specchiata probità, di grande virtù, di semplicità: uno dei migliori esponenti di questa forza viva della nazione è stato il senatore Tami.
Egli può dire nella vita lontana dell'al di là, di essere stato anche un uomo felice. Io l'ho veduto, quand'ero ministro del tesoro ed avevo contatto con lui, nelle ansie continue e dure in cui l'animo suo si trovava per sapere il suo Friuli invaso dal nemico, le sue terre, le sue popolazioni, i suoi parenti nelle mani del nemico. Io penso che se egli ha potuto negli ultimi giorni della sua vita ricordare questi fatti, ha dovuto avere un'intima ragione di gioia.
Egli è stato direttore generale del Fondo per il culto, nel periodo in cui più aspro era il dissidio fra lo Stato italiano e la Chiesa, ed ha contribuito colla sua prudenza, col suo garbo a mitigare molte difficoltà; ha visto queste difficoltà per l'opera del tempo e per il buon volere di tutti lentamente declinare ed ha visto ancora rapporti di libertà più largamente introdotti. Egli ne ha dovuto avere una più intima gioia.
Egli ha avuto momenti di ansia crudele quando, come ho detto, ha visto la sua terra in mano nemica; poco prima di chiudere gli occhi l'ha vista libera dallo straniero.
lui fortunato che dopo tante ansie e dolori ha visto realizzare due grandi voti della sua anima! Mandiamo un deferente saluto alla sua memoria. (Vivissime approvazioni).
PRESIDENTE. Mi farò un dovere di inviare le condoglianze del Senato, come ne è stata fatta proposta, alla famiglia del senatore Tami ed alla città di Udine. (Approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 14 agosto 1919.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Antonio Silvio Giovanni Angelo".
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